Archivio Giuseppe Plaitano è con Stefano Capasso e altri 30.
Nel 1847 un certo don Gennaro Amato in ringraziamento alla guarigione avuta dopo una cura scrisse un canto epico in ottava rima decantando le proprietà delle acque minerali. Questo l’inizio e la conclusione:
Chiunque sei che volgi in Stabia il piede
col retto fin di debellar tuoi mali,
convien che pria discopri ove essi han sede,
se sian transitori, o pur letali:
diverso mal, cura diversa chiede,
e quindi l’acque sorbirai: ma quali
indicate saranno a sbarbicare
il morbo, che ti vuol signoreggiare.
Dodici qui ritroverai sorgenti
di acque diverse in differenti siti:
i nomi, e le virtudi in brevi accenti
io ti descrivo peraverli uditi
da Professori indigeni valenti;
non che da Dizionarj a noi forniti
da Sementini, Vulpes, Lancellotti,
Guarini, ed Andria, Fisici i più dotti.
In somma o Peregrin chiunque sei
che sano agogni prolungar tuoi giorni,
sia che ti spetta valigar gli Egei,
sia che nel polo algente ognor soggiorni,
con queste norme governar ti dei,
e per più fiate qui convien ritorni,
per vivere quaggiù con minor pondo
ed esser più felice all’altro Mondo.
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