Al Festival di San Remo abbiamo ascoltato di tutto e di più,
espressione che non disapprova ma non celebra certamente le modalità di
somministrazione.
Il Festival lo si voleva fare e lo si è fatto garantendo l’incolumità
dei partecipanti con continui controlli sul loro stato di salute e di chi
giornalmente vi si aggregava.
C’è stato chi ha fatto la parte del leone e chi la sua
comparsa con i valori propri del suo farea arte e del suo agire in sicurezza
come sarebbe necessario da parte di tutti.
Abbiamo rispettato una tradizione e abbiamo dato possibilità
agli artisti di rappresentarsi, ma al di là di questo che pure è stato positivo
non sempre la trasgressione ha pagato cercando di fare di essa un esempio di rappresentazione
non trascurabile per avere, forese. cose da dire, argomenti per parlare
parlandone.
Un festival può essere anche necessario visto che ormai lo
si celebra da anni e crea un’aspettativa, ma non credo possa diventare la
cartina di tornasole per dirci a che punto è la creatività nell’ambito
rappresentato quando non sono le case discografiche ad interessarsene che
procacciano profitti per loro, per gli autori e i settori che sviluppano i
prodotti da commercializzare.
Sembra che il Festival, prima di essere una necessità degli
autori e dei cantanti, si un necessità per chi lo gestisce per riempirsi le
tasche con profitti smisurati per tutto al
più un mese di lavoro già da dipendente dello stesso ente e dei collaboratori
che lo coaudiano come amici, parenti e subordinati…..
Che cosa resta da dire alla fine di una simile impresa dove
il virus sembra essere stato sconfitto dalla buona amministrazione dell’evento….
Prendiamo atto di quello che si è fatto, ma il sistema non è
auspicabile ancora per celebrare il nulla. Se non si avranno conseguenze
sanitarie accertate, bene così, ma credo che non sia un esempio da ripercorrere
senza certificazioni certe, protocolli acclarati mai pubblicati come non
potessero servire di esempio agli altri che vivono le stesse difficoltà
operative nello settore, vedi teatri, cinema, etc.
Ad oggi non esistono modelli conclamati ma soltanto
prescrizioni da osservare per il fai da te…. e questo è un danno come lo è
stato quello di indicare soluzioni mai asseverate sul campo privando chi ha
speso per farlo delle sue possibilità operative in presenza di clienti all’interno
dei propri locali come invece avviene nei supermercati di cui non si hanno
notizie certe neppure per darli come settori che offrono garanzie operative.
Gioacchino Ruocco Esperto qualificato della prevenzione
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