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Biografia
Nata a Castellammare di Stabia, nel 1845, crebbe
subendo le influenze della madre Maria Rosa Cascone, molto religiosa; fu educata
al "Convitto per ragazze di buona condotta" gestito dalle Figlie della Carità. Il Convitto era stato
fondato nel 1850 a
Castellammare, ed era legato all'Ospedale
San Leonardo.
La salute della ragazza però era instabile, cosa che le impedì di continuare
a frequentare il Convitto.
La Starace entrò dunque nel Convento della Santissima Trinità di Vico
Equense, un'istituzione gestita dalle suore
Teresiane, ma dovette uscirne per via delle cagionevoli condizioni
di salute. Soffriva di mali inspiegabili, che le preclusero la vita della suora
di clausura.
Dopo un breve periodo con i propri famigliari, volle ritentare la vita di clausura,
cosa che però le fu impedita dal padre. In compenso, tramite il suo prete
confessore, poté ricevere a soli 15 anni i voti perpetui, diventando quindi
suora.
Ebbe la vestizione dell'ordine il 19 giugno 1865 e l'8 giugno 1867 fece la
professione di fede, diventando quindi suora terziaria
e scegliendo il nome di suor Maria Maddalena della Passione.
Su incarico del vescovo Francesco Saverio Petagna, diventò direttrice della
"Pia Unione delle Figlie di Maria", un istituto di catechesi per
bambine.
Maria Maddalena partì, con la benedizione del Vescovo, alla volta di Alezio e vi stabilì
la prima casa delle Suore Compassioniste.
Il Sig. Starace cedette alle suore una parte del suo palazzo e un bel
giardino. A proprie spese fece edificare una graziosa chiesa dedicata alla
Vergine "SS. Addolorata "sotto il titolo della Pietà. L'istituto
ottenne l'erezione canonica il 27 maggio 1871 ma solo il 10 luglio 1928 venne approvato da papa Pio XI.
Dietro al canone che parlava di "compatire il prossimo", l'ordine più
prosaicamente si adoperava per aiutare gli orfani e le vittime del colera che in
quegli anni funestava la Campania.
Il generale dell'ordine dei Serviti assegnò il decreto di perpetua
aggregazione dell’Istituto il 10 novembre 1893.
La Starace attribuì i numerosi problemi di salute avuti lungo la sua vita a
"prove divine": era frequentemente soggetta a tremori, attacchi di
vomito, assalti di paure paranoiche e malattie. Lei stessa si sottoponeva
volontariamente a digiuni prolungati che la lasciavano allo stremo delle forze.
La donna aveva occasionali momenti di estasi, ed in alcune occasioni
manifestò anche delle stigmate. In un'occasione la manifestazione d'isteria fu
tanto pronunciata che venne attribuita a possessione diabolica e venne chiamato
il vescovo per un esorcismo. Gli attacchi e le crisi epilettiche si
succedettero per tutto il corso della vita della donna.
Le vengono attribuiti alcuni miracoli, tra i quali uno riconosciuto dalla Chiesa
cattolica il 21 ottobre 2004. Quest'ultimo avvenne nella città di Castellammare di
Stabia, e riguarda la guarigione di un'altra suora appartenente all'ordine,
Fara Ciaramella, ammalata di "porpora acuta di tipo tifoideo".
Il santuario del Sacro Cuore dove sono custoditi i resti di Maria Maddalena Starace |
La Starace morì di polmonite il 13 dicembre
1921: già dal 8 dicembre
1921 era stata
costretta a letto dall'aggravarsi della malattia.
Il 4 aprile
1939 venne aperto un
processo di santificazione, che il 7 luglio 2003 ha portato
all'inserimento da parte di Giovanni
Paolo II nell'elenco dei "venerabili".
Sulla base di queste premesse e delle azioni compiute in vita, è stata
beatificata il 15 aprile 2007 (dietro decreto firmato da Benedetto
XVI il 26
giugno 2006)
nella concattedrale di Castellammare di Stabia ad opera del cardinale
José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei
Santi. Per l'occasione è stato usato il nuovo rito inserito da Joseph
Ratzinger, il quale prevede che le celebrazioni siano svolte in una città
della regione del beato.
Le spoglie della suora si trovano nel Santuario del Sacro Cuore sito in Scanzano, una frazione collinare
di Castellammare di Stabia, posto accanto al convento della Compassioniste da
lei stessa fondato nel XIX secolo su progetto di Antonio
Vitelli. Vennero translate in loco il 19 agosto 1929, per volontà
popolare.
Nel santuario intitolato al Sacro Cuore vi un quadro omonimo realizzato dal
pittore Scognamiglio, dove è rappresentata ai piedi di Cristo, Santa Margherita Maria Alacoque in quanto
apostola del Sacro Cuore.
Nel convento,sono presenti alcuni effetti personali della beata oltre che la
stanza ove ella dormiva e la cappella ove pregava.
Le Compassioniste
L'istituto ha ottenuto rilevanza a carattere internazionale,[2]
ed oggi sono presenti 24 comunità in l’Italia e 14 all’estero, in Filippine, Canada, Cile, India, Indonesia e Messico.
La missione della congregazione delle Compassioniste è di "compatire
Gesù appassionato e Maria Addolorata, indi il prossimo in tutti i suoi bisogni,
sí dello spirito, che del corpo", ispirandosi alla forza d'animo mostrata
da Maria nel non abbandonare Gesù.
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