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Massimo Assoaig
I difetti del sisma bonus ed ecobonus.
Quando viene emanata una legge nello spirito di chi l'ha ideata si fissano degli obiettivi da raggiungere, poi spesso accade che durante l'iter di approvazione venga modificata più volte snaturando l'impostazione originaria. Di recente noi tutti abbiamo visto le immagini della tragedia di Genova e tante altre verificatesi nei mesi precedenti in varie zone d'Italia, ciò ha comportato una presa di coscienza da parte della autorità e dell'opinione pubblica sulla necessità di intervenire sulla manutenzione degli edifici e infrastrutture. Gli incentivi previsti per il miglioramento sismico e la riqualificazione energetica degli edifici sono molto elevati, basti pensare che l'abbinamento dei due bonus può raggiungere l'85% della spesa. Sembra una misura allettante su cui non si dovrebbe nemmeno riflettere in quanto su 100.000,00 euro di spesa lo Stato ne rimborso 85.000,00. Pare che fino ad oggi, almeno nel nostro territorio, questa forma di incentivazione non decolla. C'è da chiedersi: come mai una misura così conveniente non decolla? Mi sono posto questa domanda e ho cercato di darmi una risposta.
1) Il credito di imposta, a seconda dei casi consente la detrazione in 5 o 10 anni, ciò significa che per usufruire in pieno del beneficio fiscale bisogna avere un reddito sufficientemente elevato, altrimenti le somme eccedenti vanno perse;
2) Per poter realizzare i lavori le somme devono essere anticipate, quindi se non si dispone di un reddito sufficientemente elevato i lavori non possono essere realizzati;
3) Per venire incontro alle difficoltà di chi ha un reddito molto basso il legislatore ha previsto la possibilità di cedere a terzi il credito d'imposta inutilizzato;
4) In particolare per venire incontro alle amministrazioni condominiali si è dato la possibilità agli Istituti di credito di acquistare il credito d'imposta e finanziare l'esecuzione dei lavori per la parte relativa al beneficio fiscale, con un costo che si aggira all'incirca sul 10% del costo dell'opera.
5) Nella fase preliminare la procedura viene vagliata da un ente certificatore.
Ho cercato di sintetizzare sperando di essere stato chiaro, perchè la materia è abbastanza complessa. Per cui ne deriva che se ad oggi i lavori non decollano vorrà dire che il meccanismo è abbastanza complesso. Ma il punto chiave è quello economico, se il proprietario di un immobile vive in condizioni di reddito precario, con tutta la buona volontà anche se la costruzione sta per crollargli addosso i lavori non può effettuarli.
Per tale motivo trattandosi di interventi strutturali, senza i quali viene minata la vita dei cittadini, lo Stato dovrebbe sostituirsi all'intero ingranaggio macchinoso che si è creato. I fondi necessari lo Stato li dovrebbe erogare direttamente, per stati di avanzamento dei lavori, fino al raggiungimento dell'importo soggetto a beneficio fiscale (max 85%). Per controllare che i prezzi non vengano manipolati ed evitare speculazioni bisogna applicare la Tariffa delle Opere Pubbliche vigente, la somma residua del 15% dovrebbe pagarla lo Stato solo nei casi in cui sia dimostrata l'impossibilità dei pagamenti da parte di famiglie sotto la soglia di povertà. Per coloro che hanno la capacità reddituale il 15% può essere pagato direttamente all'impresa oppure concedendo un mutuo a tasso agevolato.
Ritengo che sia più favorevole un incentivo del 50% alle suddette condizioni e non un incentivo dell'85% macchinoso che sembra essere utile solo agli Istituti di Credito.
1) Il credito di imposta, a seconda dei casi consente la detrazione in 5 o 10 anni, ciò significa che per usufruire in pieno del beneficio fiscale bisogna avere un reddito sufficientemente elevato, altrimenti le somme eccedenti vanno perse;
2) Per poter realizzare i lavori le somme devono essere anticipate, quindi se non si dispone di un reddito sufficientemente elevato i lavori non possono essere realizzati;
3) Per venire incontro alle difficoltà di chi ha un reddito molto basso il legislatore ha previsto la possibilità di cedere a terzi il credito d'imposta inutilizzato;
4) In particolare per venire incontro alle amministrazioni condominiali si è dato la possibilità agli Istituti di credito di acquistare il credito d'imposta e finanziare l'esecuzione dei lavori per la parte relativa al beneficio fiscale, con un costo che si aggira all'incirca sul 10% del costo dell'opera.
5) Nella fase preliminare la procedura viene vagliata da un ente certificatore.
Ho cercato di sintetizzare sperando di essere stato chiaro, perchè la materia è abbastanza complessa. Per cui ne deriva che se ad oggi i lavori non decollano vorrà dire che il meccanismo è abbastanza complesso. Ma il punto chiave è quello economico, se il proprietario di un immobile vive in condizioni di reddito precario, con tutta la buona volontà anche se la costruzione sta per crollargli addosso i lavori non può effettuarli.
Per tale motivo trattandosi di interventi strutturali, senza i quali viene minata la vita dei cittadini, lo Stato dovrebbe sostituirsi all'intero ingranaggio macchinoso che si è creato. I fondi necessari lo Stato li dovrebbe erogare direttamente, per stati di avanzamento dei lavori, fino al raggiungimento dell'importo soggetto a beneficio fiscale (max 85%). Per controllare che i prezzi non vengano manipolati ed evitare speculazioni bisogna applicare la Tariffa delle Opere Pubbliche vigente, la somma residua del 15% dovrebbe pagarla lo Stato solo nei casi in cui sia dimostrata l'impossibilità dei pagamenti da parte di famiglie sotto la soglia di povertà. Per coloro che hanno la capacità reddituale il 15% può essere pagato direttamente all'impresa oppure concedendo un mutuo a tasso agevolato.
Ritengo che sia più favorevole un incentivo del 50% alle suddette condizioni e non un incentivo dell'85% macchinoso che sembra essere utile solo agli Istituti di Credito.
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