Dio lo sa…
Dio lo sa dove son seduto,
non ha bisogno
che io alzi la mano
per trovarmi.
Tu invece mi reclami
chiedi aiuto
anche per una stupidata.
Avrei voglia di correre,
e di alzarmi da terra
quando la voglia mi afferra
almeno come un aquilone,
ma le continue rincorse
non mi danno
la spinta per andare verso l’alto
neppure a braccia aperte
come ali.
Forse sono il solo
a fare di un sogno
una malattia.
Quando morrò
vorrò le ali per andare via
per vedere dall’alto
il volto immaginato
della terra
vista soltanto
al cinema
o in fotografia.
Vorrei dar corpo
alla mia pazzia,
avere della vita
un’altra prospettiva
per viverla
nella meraviglia
di una visione aerea
impalpabile e concreta
quando occorre
mettere i piedi a terra
necessariamente
per non sfuggire
alle regole del gioco
che loro si
son fatte di ferro
e fuoco.
Mi aggrappo ad un gabbiano
col pensiero
e mi tuffo quasi a sfiorare
il pelo dell’acqua
che mi rinfresca il volto
sopra lo stramazzo con la schiuma
che libera nell’aria
che tante volte
rischio di affogare
in un volo precario,
impreparato.
Ostia Lido 25.04.019
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