Pittori stabiesi: Salvatore Palladino
E' mio desiderio utilizzare questo blog per annotare tutto quello che vado scoprendo, le realtà artistiche che farò ancora in tempo a conoscere per portarle sic et sempliciter a conoscenza di quelli che lo visitano e danno conforto al mio lavoro e gli avvenimenti che interessano il mio territorio di nascita oltre a tutti quelli che dovessero verifichersi altrove come ho sempre fatto fino ad oggi.
Salvatore Palladino rientra in uno di questi casi. Quasi coetaneo non ho mai avuto modo di conoscerlo neppure quando mi è capitato di attraversare il mondo della pittura da collaboratore dell'Annuario Comed, da gallerista e da addetto ai lavori in continuo fermento.
SALVATORE PALADINO (Castellammare di Stabia/NA, 1935. Vive e lavora a Napoli). Vi si trasferisce nel 1960. Studia al Liceo Artistico e poi all'Accademia di Belle Arti. Nel 1962 tramite Bugli si avvicina al Gruppo 58, gruppo di spicco dell'avanguardia napoletana.
Nei primi anni di ricerca, Paladino elabora un linguaggio informale e post-surrealista, con una forte connotazione materica. L' artista realizza i suoi primi totem ricoprendo le superfici di cartone con un denso strato di colla e pittura, lavorato con pettini e spatole, giungendo poi a utilizzare lo stucco sulla tela.
In una seconda serie di totem, invece, l' artista usa prevalentemente il collage, disponendo, in composizioni dall' andamento verticale, sagome speculari tra loro.
Del 1964 sono le sue prime mostre personali alla galleria La Bolena di Forte dei Marmi e alla galleria Guida di Napoli. Nello stesso anno Paladino visiterà la biennale e, suggestionato dalle nuove poetiche oggettuali e New Dada, comincia a basare sempre più il suo lavoro sul gioco (Giocoliere di carta*, 1964), sull'ironia e sulla partecipazionedel pubblico, in consonanza con le motivazioni culturali che muovono gli artisti napoletani che operano intorno alla rivista "Linea Sud".
Nel 1969 partecipa, insieme a Del Pezzo, Diodato, Persico, Morelli, Bugli, Matarese, alla mostra L'arte è un gioco (galleria Il Tunnel, Roma) cui seguirà Luna Park (Ca' Giustinian, Venezia, 1966). In questi anni lavora alle Tavole didattiche e scrive Per una totalità ludica differente, manifesto dell'arte ludica.
Le Tavole didattiche sono realizzate a partire da pannelli monocromi forati su cui si vanno a inserire, mediante perni, tanti pezzi di legno, di forme e colori differenti, variamente combinabili, a seconda delle predilezioni dello spettatore (Tavoladidatticabianca).
Nel 1969 lavora ai cosiddetti Contenitori, scatole che racchiudono oggetti semoventi in materiali vari. Alla fine degli anni ' 60 partecipa ad alcune iniziative comportamentali come il Kamhoval/Carnevale internazionale degli artisti (Rieti, 1969). Continua a lavorare alle tavole didattiche cominciando a imbullonarle (Tavola didattica imbullonata*, 1965-72; Roma, collezione privata) e lasciando presagire già il ritorno alla pittura.
A partire dal 1973 inizia una nuova ricerca creativa mediante la fotografia, collaborando anche ad alcune riviste. Tiene corsi e seminari sulle possibilità offerte dalla sperimentazione sul tema della creatività-gioco nel bambino.
Negli anni ' 70 abbandona lentamente le esperienze precedenti e ritorna alla pittura e al disegno con finalità narrative e favolistiche (Precipitato nel mare, 1975; 5 come pinocchio, 1973). Realizza inoltre una serie di opere a collage, con finalità più decorative, che hanno come tema le carte da gioco. A partire dagli anni ' 80 l ' artista darà vita a una pittura in cui rivivono le figure fantastiche di Klee, Kandinskii, Mirò e il repertorio vastissimo di storie tratte dalla tradizione favolistica e mitica (Fabulario*, 1985; L' incantesimo di Afrodite, 1989; Il fulmine nell' occhio di Dioniso*, 1990). Paladino inoltre dimostra una sensibilità spiccata per il linguaggio poetico e collaborerà in varie occasioni con poeti contemporanei.
Nel 1985 Sanguineti gli dedicherà una serie di Quintine, che, in forma di filastrocche, costituiranno un contrappunto lirico alle sue opere. Nel 1991 il lavoro di Paladino si incontrerà con la poesia di Lunetta. Nel 2001 esce il suo libro-oggetto dal titolo Memorybox, composto da cinque serigrafie su carta, cinque tavole e una piccola scultura (Teatro999), e accompagnato dai versi dello stesso Sanguineti. Nello stesso anno disegna la copertina di AMARELLIMERICK di M. BAINO.
Nel 2005 illustra "3POESIE" di M. BAINO, dalla collana "I LIBRI DEL MERLO" Il laboratorio/le edizioni. Mentre nel 2007 cura la copertina e illustra il libro "LE CIPOLLE FANNO RIDERE" del poeta RAFFAELE RIZZO.
Nel 2003 Paladino, realizza un libro dedicato alla memoria del padre, In nome de padre-1982/85, in cui i versi sono accompagnati da una serie di sue illustrazioni. Nel 2001 interviene con quattro sculture-gioco, trasfigurazione fantastica di personaggi della favola di Pinocchio, nel piazzale della stazione Salvator Rosa* della metropolitana di Napoli. Sempre nel 2003 realizza un'altra grande opera pubblica, in cui la sensibilità artistica si fonde con le esigenze di funzionalità, progettando per Benevento una enorme struttura-scultura che ospita un sistema satellitare per il monitoraggio del territorio, M.A.R.S.(Mediterranean Agency for remote sensing) e per il 2004 ha realizzato sempre per il M.A.R.S. un Box Stand in acciaio, metacrilato e legno.
Una mostra OperAmbiente aperta ad Amorosi/BN da maggio a settembre 2005 ripercorre attraverso disegni, progetti e fotografie la produzione pubblica di Salvatore Paladino dal 2000 al 2010 compresa l' opera Memoria è, eretta in ricordo della shoah nel cortile della Rocca dei Priori a Benevento. Oltre ad un' opera per la fontana del parco La Piana ad Amorosi/BN. Tra le opere ambientali sono da ricordare anche: VIDEO-TOTEM, installata presso il museo dell' agricoltura di Benevento, UNA TAC PER GIOCARE, ospedale PAUSILLIPON, Napoli. QUALIFICAZIONE URBANA - Paduli/BN. Nel 2010 realizza un' importante copertura in tendostruttura per la pista di pattinaggio su ghiaccio per il parco dello ........ a Bagnoli Futura Napoli.
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