Questa è una delle processioni che non si vorrebbero tenere mai, ma che va proposta ogni volta che alla città vengono sottratti posti di lavoro che fino al giorno prima hanno fornito reddito non soltanto agli operatori che hanno prestato la loro opera nella realizzazione di prodotti di prestigio, ma hanno fatto grande L'Italia nel mondo con una cantieristica navale che è stata sempre all'avanguardia anche prima dell'Unità d'Italia.
Quando non è stato possibile portar via il lavoro sono state deportate le maestranze a favore di altri poli produttivi, vedi Monfalcone.
Questa è stata la processione dei
SANTI LAVORATORI STABIESI.
Ad incominciare dal Governo e dalla Chiese di qualunque credo queste persone oltre che ad un posto di lavoro per le competenze che sono in grado di fornire ed hanno fornito fino al giorno prima, meritano un posto nel calendario delle celebrazioni religiose e civili festeggiandole come I santi diseredati stabiesi che con dignità e determinazione senza arrecare danni alla città hanno dimostrato, ancora una volta, di essere presenti nel tessuto cittadino rivendicando con dignità il ruolo sociale, depredati da uno stato incapace di attuare il primo articolo della costituzione, il lavoro senza il quale è impossibile permanere nella legalità.
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