Ogni tanto ce n'era uno che compariva e scompariva.
Una notte ho cercato di fotografarlo col telefonino,
ma era talmente piccolo che non riuscivo a vederlo nell'immagine.
E' un po' di tempo che non si fa vedere o gira per la casa quando io dormo.
I Gekkonidae (Gray, 1825) sono una famiglia di
piccoli rettili comunemente noti come gechi. Vivono negli ambienti
caldi di tutto il mondo, sono imparentati con le lucertole e sono innocui per gli umani. Numerosi
scienziati hanno studiato la fisica correlata all'incredibile capacità dei
gechi di aderire ad ogni tipo di superficie.
Caratteristiche somatiche
Un
geco diurno
La maggior parte dei gechi nei paesi temperati
sono di colore grigio o beige, maculati così finemente da ricordare la gomma.
Molte specie possono cambiare colore per mimetizzarsi o per altri scopi,
adattandosi per esempio all'ambiente circostante. Altre specie, caratteristiche
dei paesi caldi, possono avere colori brillanti, specialmente quelle con
abitudini prevalentemente diurne. I gechi sono i soli rettili nostrani dotati di voce, emettono cioè un verso, che non è un sibilo.
Zampe
Geco
in Calabria
Le zampe del geco hanno attirato molta
attenzione per la capacità di aderire a una varietà di superfici, senza la
necessità di usare secrezioni adesive. Recenti studi sulle setae poste nella parte inferiore delle zampe,
hanno dimostrato che le forze attrattive che tengono i gechi attaccati alle
superfici sono interazioni di van der Waals tra setae finemente divise e le stesse
superfici. Il fatto che queste interazioni non coinvolgano liquidi né gas è
fondamentale: in teoria uno stivale fatto disetae sintetiche potrebbe aderire alla
superficie della Stazione Spaziale Internazionale come alla parete di una stanza
qualsiasi.
I gechi possono resistere ad una forza di
trazione parallela di 20,1 newton (circa
2 kg)
il che gli consente per esempio di aggrapparsi a una foglia dopo una caduta di 10 cm toccandola con una sola
zampa. Sulle zampe dei gechi vi sono circa 14.100 setole per millimetro quadrato. Le setole si dividono in
centinaia di diramazioni, le cui estremità sono larghe solo 0,2 micrometri, contro
i 10 dei capelli umani. Per farle aderire alla superficie occorre una piccola
forza di precarico. Per staccare la zampa il geco non deve fare fatica: basta
cambiare l'inclinazione delle setole e la forza di adesione viene a mancare.
Grazie a queste strutture straordinarie i gechi possono aderire al vetro
smerigliato, su sostanze lisce a livello molecolare come l'arseniuro di gallio, su sostanze idrofile e
idrofobe, oltre che nel vuoto o sott'acqua. Se le zampe si sporcano bastano
pochi passi sul vetro pulito affinché si puliscano. Le proprietà chimiche del teflon, caratterizzato da bassissime
interazioni di van der Waals, lo rendono l'unica superficie
conosciuta sulla quale le zampe del geco non sono in grado di aderire.
Sono in corso studi per
produrre artificialmente un adesivo programmabile come quello dei gechi, che
avrebbe ovvie applicazioni, ma finora nulla ha avuto le stesse prestazioni.
Biologia
Si nutrono di insetti (insettivori)
e a volte anche di frutta e nettare. Spesso si aggirano intorno alle luci
artificiali, sempre circondate da insetti, dove trovano abbondanti prede. Per
cacciare, rimangono completamente fermi fissando la preda e scattano rapidissimi
all'attacco dopo alcuni secondi o addirittura minuti di attesa. Quando
interagiscono con altri gechi emettono caratteristici versi, simili a gridolini
o squittii. La maggior parte dei gechi è dotata di speciali cuscinetti sulle
zampe che consentono loro di arrampicarsi su superfici verticali lisce, o
addirittura sui soffitti delle case, con facilità.
Un
geco verrucoso (Hemidactylus turcicus)
I ricercatori del Politecnico di Torino stanno mettendo a punto una tuta
speciale, con scarpe e guanti resi adesivi grazie a una particolare colla fatta
di nanotubi di carbonio, in grado di aderire a
qualunque superficie e di staccarsi con facilità. In pratica, i nanotubi,
dotati di piccolissimi uncini, si comporterebbero come una specie di velcro.
Esattamente come succede a ragni e gechi, la cui capacità di muoversi su ogni
superficie è stata oggetto di studio da parte degli scienziati italiani,
nell'intento di capire come ricostruire in laboratorio quest'attitudine
naturale. A capo dell'equipe torinese che sta approntando la formula della
«tuta di Spider Man», riportata anche sul «Journal of Physics», c'è l'ingegnere
e fisico Nicola Pugno, che ne ha annunciato la
creazione entro il 2017. Stando alla spiegazione
che lo scienziato ha dato al Times, i nanotubi
combinerebbero tre forze, ovvero la frizione,
l'aderenza dovuta alle forze di van der Waals e
l'aderenza capillare (fenomeno visibile quando liquido
rimane leggermente rialzato rispetto al bordo del contenitore in cui si trova).
Riproduzione [modifica]
Alcune specie si generano per partenogenesi,
con le femmine che sono capaci di riprodursi senza accoppiarsi con il maschio.
Questa particolarità è la causa della grande abilità di diffusione dei gechi su
nuove isole.
Nel geco leopardino (Eublepharis macularius) il sesso del
nascituro viene determinato dalla temperatura, infatti a basse temperature
d'incubazione nasceranno femmine, mentre a temperature alte nasceranno maschi.
Un
geco a Bayahibe,
Rep.Dominicana
Tassonomia
La famiglia dei gechi (Gekkonidae) è suddivisa in
cinque sottofamiglie:
§
Eublepharinae, racchiude i gechi eublefarini (dotati di palpebre mobili);
§
Gekkoninae (Laurenti, 1768), è la sottofamiglia più
vasta i cui rappresentanti sono detti "veri gechi";
Nomi comuni
Le varie specie di gechi sono spesso conosciute con un
nome comune o volgare, che differisce dal nome scientifico. Lo stesso nome
volgare può indicare più specie, che magari non sono distinguibili ad
osservatori non esperti, oppure la stessa specie può essere nota con differenti
nomi volgari. Ad esempio la Tarentola mauritanica, specie diffusa nei
paesi delbacino del Mediterraneo, è nota in Italia con diversi nomi come ad esempio Geco comune, Geco dei muri, Tarantola o Tarantola
muraiola. Allo stesso modo il nome Geco
comune può essere usato per
indicare altre specie simili, o alle isole Canarie il nome Geco dei muri si riferisce alla specie endemica Tarentola delalandii.
Non c'è quindi sempre un rapporto 1:1 tra il nome scientifico ed il nome
volgare.
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