Se per andare
si segue
il proprio istinto
e il mio di donare
se stesso agli altri,
perché seguire
un altro ?
Eravamo compagni di strada
perché strada facendo,
tornando dalla scuola,
facevamo la stessa via
per arrivare a casa,
ma non di intenti.
Litigavamo
con diversi accenti
perché diversi
uno dall’altra,
dal basso in alto
fino al monumento
sul quale ti ponevi
e io dall’alto in basso
per non guardarti
quando ti opponevi
venendo meno
ai tuoi comandamenti
ai quali ti appendevi.
Ci siamo ritrovati
soltanto per dannarci.
Le linee di politica economica
sono rimaste eguali:
tu concretamente
ed io sempre a sognare
parlando di uguaglianza.
La mia ignoranza
tradotta in poesia
mi fa tristezza
quando avanza
ancora la certezza
di essere eguali
o diventar lo.
Che brutto tarlo
io mi porto appresso.
Lo lascerò andare
quanto prima
se no depresso
me lo trovo appresso
anche da curare.
Gioacchino Ruocco
18.11.2019 Ostia Lido
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