Nell'immagine manca davanti alla porta verde il bancone con i bicchieri, i limoni, l'insegna sulla porta e Vincenzo sempre pronto a servirti,
A proposito di "Vicienzo ll'acquaiuolo"
segnalo che, oltre a quella
iscrizione dipinta a mano dove descriveva una buona quantità di acque minerali
e il loro uso medico-terapico, aveva
collocato sul frontone sovrastante la porta anche qualche verso
di D'Annunzio che si dice avesse frequentato anche Castellammare di Stabia per
motivi che non ricordo.
Altro che "acquaiuolo o acquivendolo ". Era un
poeta nell'animo e con le sue combinazioni ti faceva desiderare l'ardente sete
che D'Annunzio cantava nel L'oleando di cui ho riportato lo stralcio che
include la citazione.
Gabriele D’Annunzio
Da ALCYONE
L’oleandro
"O Glauco", disse Berenice "ho sete.
Dov'è la fonte? dove sono i frutti?
Dov'è Cyane azzurra come l'aria?
Dove coglierai tu con le tue mani
l'arancia aurata nella cupa fronda?
Come ci dissetammo! E tanto era soave
il dissetarsi che desiderammo
l'ardente sete. Al par di noi chi seppe
distinguere il sapore d'ogni frutto
e la maturità dal suo colore?
distinguere d'ogni acqua la freschezza
e ritrovar la sua più fredda vena?
e regolar le labbra al vario bere
e il sorso modular come una nota?
Dov'è la fonte? dove sono i frutti?
Dov'è Cyane azzurra come l'aria?
Dove coglierai tu con le tue mani
l'arancia aurata nella cupa fronda?
Come ci dissetammo! E tanto era soave
il dissetarsi che desiderammo
l'ardente sete. Al par di noi chi seppe
distinguere il sapore d'ogni frutto
e la maturità dal suo colore?
distinguere d'ogni acqua la freschezza
e ritrovar la sua più fredda vena?
e regolar le labbra al vario bere
e il sorso modular come una nota?
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