Dal "Libero Ricercatore" |
E' un'attività non scomparsa del tutto. Le difficoltà di questi giorni a trovare un posto di lavoro, specialmente per quelli più anziani, portano a riscoprire quello che la civiltà industriale ha in buona parte cancellato.
La storia qualche volta aiuta a risolvere i problemi della contingenza rimettendo in campo idee superate, atteggiamenti dismessi, ripieghi su un modello di vita che aveva valori nell'assenza di spreco basandosi su una vita più morigerata.
A leggere gli annunci
pubblicitari su Internet direi che il mestiere ambulante di gelatiere o
gelataio non è mai scomparso del tutto. In buona parte si è trasformato in
postazioni d’attesa utilizzando non più il carrettino, mosso a pedali a spinta, a forma
di barchetta con il quale il mestierante girava per il paese o per le contrade
o i quartieri di una città che si andava dilatando.
Oggi si utilizzano camper, furgoni di media dimensione,
guidabili con patente b, con allestimento per la vendita ambulante di gelati, granite e altri tipi di
alimenti e bevande che hanno un valore da 25.000,00 € in su, se usati, fino a 12
pozzetti raffreddati da un impianto di refrigerazione su automezzo per 40 Kg di gelato vendibile
contemporaneamente e dotato in oltre di frigoriferi e celle per la refrigerazione
di alimenti e bevande.
Dalle foto raccolte si nota
che questi punti di vendita hanno sede in posti ormai destinati, ma
esistono ancora luoghi dove il carrettino per la vendita delle granite non è
rimasto solamente un ricordo.
Inoltre quanti italiani del nostro nord andavano nei paesi confinanti Francia, Svizzera, Austria, ecc.a vendere il gelato che avevano imparato a fare per rallegrare i momenti di isolamento passati nelle malghe ad accudire il bestiame.
Le regole sono cambiate in garanzia del consumatore che
desidera non solo far fronte ai suoi ricordi ma anche al desiderio di calmare
la propria arsura per mezzo di una granita o di un gelatino artigianale che ha
caratteristiche meno uniformate a quelle della produzione industriale ma molto
più rispondente a quelli della fanciullezza e della genuinità dei gusti
naturali.
L’ambulante negli anni passati era quasi sempre quello che
si improvvisava giorno per giorno venditore di prodotti stagionali che si prestavano nel succedersi delle stagioni. Il più
delle volte iniziava questa attività che chiedeva solamente un po’ di faccia tosta e qualche lira di capitale per sbarcare il lunario, per arrivare
ad accumulare qualcuna per i periodi grami.
Finita la stagione l’ambulante gelataio scompariva, ma te lo trovavi davanti con più coraggio su fronte di un altro prodotto.
Oltre alla disperazione c’era alla base dell’impresa sempre
e comunque una idea vincente e per lui convincente con la quale cercava di attirare a sé più attenzione di
quella che gli altri erano capaci di attuare.
Il prodotto era frutto di acquisti occasionali, ma un
gelato, ancora oggi, non è un prodotto alla portata di tutti nonostante le
macchine messe in commercio.
Portarlo in giro per il paese costituiva la soluzione di una serie di problemi da risolvere che erano già stati risolti da altri, ma che bisognava quantomeno
apprendere e saper condurre per avere un prodotto sempre in linea, come oggi si
dice, con le esigenze di qualità e di vendibilità.
Una granita non poteva e non doveva ne
sciogliersi ma neppure diventare un ghiacciolo, doveva restare tremolante e a
scaglie e per questo era necessario essere sempre fornito di ghiaccio e
salamoia da inserire nella cella
frigorifera costituita da un pozzetto in un pozzetto più grande che conteneva il ghiaccio e la salamoia che andava reintegrata con altro ghiaccio e con altro sale per cui il gelataio o gelatiere era costretto a portare con se una bacchetta di ghiaccio che doveva servire di scorta nei lunghi tragitti
Di tanto in tanto il
pozzetto doveva essere agitato sia in senso orario che antiorario per evitare che il
prodotto potesse diventare un solo blocco di ghiaccio.
Il più delle volte il ghiaccio di scorta costituiva un'altra occasione di vendita: grattandolo con un attrezzo, provvisto di un vano di raccolta, che nella sua forma rassomiglia alla pialla del falegname, veniva venduto cosparso
di sciroppo, denominato cazzibbocchio.
Per attirare i clienti come le mosche, la ricetta della granita doveva risultare esclusiva,
caratterizzata principalmente dalla qualità dei limoni che erano tenuti in bella mostra abbondantemente
sul carrettino per testimonianza di quello che si affermava ed eventualmente
per venderli, da un buon dosaggio dello zucchero e per qualche altro accidenti
che era tenuto sempre segreto per stimolare la fantasia del consumatore.
Non so quanto di vero ci fosse in quello che raccontavano,
ma quei pochi gelati che ho consumato acquistandoli dagli ambulanti ricordo
poco anche se in maniera gradevole. Mi piaceva l’immagine che mi mettevano davanti. I colori in essa contenuti, la sfrontatezza del venditore che era
sicuro di quello che andava gridando in giro per vantare il suo prodotto.
Ricordo il senso di freschezza una volta avvicinato alle labbra e la eventuale
bontà quando il gelato non era molto zuccherato per mascherare l’asprezza del
limone.
La ricetta doveva essere per forza a base di acqua, succo
di limone e zucchero. Non poteva essere diversamente. Gli addensanti naturali
esistevano anche allora, ma il latte se veniva adoperato per rendere la granita più cremosa, proprio non lo si avvertiva.
La purezza dell’acqua è molto importante sulle grandi
quantità per non rovinare la stagnatura del pozzetto che allora era di rame
stagnato, tenuto conto che il rame è il materiale che più si adatta nella
cottura dei cibi per lo scambio rapido di calore o freddo che consente.
Le voci di richiamo erano quelle che si inventavano di
volta in volta gli stessi venditori a seconda della fortuna che incontravano.
Comunque
oltre a risolvere il problema della sopravvivenza a quello che lo praticava era un momento felice della giornata quando lo si incontrava sul proprio tragitto, una macchia di colore che non passava inosservata e non facile da trascurare
come l’oasi in mezzo al deserto nei giorni di caldo estremo e conforto per bambini ed anziani che non ne sapevano fare a meno.
da Internet |
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