sabato 3 agosto 2013

Gelaterie a Castellammare di Stabia

La vita nei giorni di festa passava attraverso i negozi per gli acquisti, nei cinema al sabato quando il clima era inclemente e la domenica sul lungomare e la villa chiacchierando all'infinito mentre si tenevano d'occhio le ragazze  che si corteggiavano alle quali si faceva sentire la propria presenza e assiduità.

Durante il via vai che poteva andare dall'inizio del lungo mare (vedi palazzo del sole) fino all'acqua della Madonna e ritorno, era quasi obbligatorio fermarsi a una delle gelaterie poste lungo il percorso.

Prima del 1980, anno del terremoto che devasto anche qualche palazzo sul lungomare, tra le gelaterie che ricordo, c'era quello del Mago del gelo, quella, quasi a fianco della famiglia Palumbo, rilevata successivamente dal signor Luigi Pacelli, e il Gran caffè Napoli che apriva durante l'estate un banco di vendita dal lato della villa. A quel tempo era l'unica gelateria a vendere sia il gelato artigianale che quello confezionato.

All'epoca andava di moda tra noi ragazzi un gelato a stecco della Eldorado chiamato CAPPUCCINO che veniva consumato in grande quantità. Era ricoperto da una strato sottile di cioccolato che a contatto con i denti scrocchiava e un corpo delicato e confortante a base di panna e caffè.

Dopo il terremoto, fatto salvo il recuperabile, il mago del gelo si trasferì a via Brin, dove ancora resiste e sullo stesso marciapiede sorse, ma ne ignoro le origini, il Kappa 2 che continua a fare concorrenza al suo vicino con un prodotto che ha delle ottime qualità ed è generosamente abbondante.

Non so quanto coni croccanti vendono al giorno in quanto quelli che ne escono hanno in mano al 99 % un cono con almeno tre gusti di gelato sormontati da una valanga di panna ad immagine e somiglianza della famosa cima del Karakorum, il K2.

Le altre gelaterie incontrate sul lungo mare o in giro per la città, ad eccezione di quella posta sul lungomare nel fabbricato dove prima c'era il mago del gelo, non mi forniscono nessuna emozione residua.

Fuori o dentro hanno tutte armadi  o pozzetti frigo per la vendita del confezionato che ha sempre i suoi estimatori ed è capace con pochi soldi di toglierti dall'impaccio quando si va in visita e si vuole regalare qualcosa di gusto a prezzo contenuto, come una torta, un tronchetto, ecc. ecc.

Dal passato mi arriva ancora il ricordo dell'esperienza del carissimo amico Ferdinando che in attesa di un posto di lavoro fisso e continuativo andava a lavorare presso la gelateria del signor Pacelli per realizzare i coni "fatti in casa". 

La ricetta era semplice ed efficace. Una volta preparata la pastetta e portai a temperatura i due fornetti, metteva una cucchiaiata di essa sulla paletta che, una volta chiusa inseriva tra le griglie.
Quando il tempo di cottura si era esaurito estraeva la paletta dal forno, ne asportava  la pastetta ormai cotta ma ancora morbida e l'arrotola intorno alla forma dei un cono metallico dal quale la rimuoveva solamente dopo qualche minuto di raffreddamento che ne assicurava la consistenza.

Lavorando otto ore al giorno riusciva a fare quasi mille in quanto non era possibile manovrare il prodotto rapidamente e ancora a temperatura superiore a quella che le mani potevano sopportare.








 




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