IL GIORNO DEI MORTI E DELL’ IPOCRISIA DEI VIVI – AL CIMITERO UNA VOLTA ALL’ANNO
Il giorno dei morti…il giorno dell’ipocrisia dei vivi. La sera prima a festeggiare Halloween, mascherati da zombi, streghe, a divertirsi fino all’alba, il giorno dopo si va al cimitero, sfoggiando abiti eleganti e visi con falsa espressione addolorata. Ogni anno si ripete, come in un vecchio monologo, questo rito che va ad accompagnare la ricorrenza del 1 e 2 Novembre, giorno di Ognissanti e dei defunti. Tutti si recano al cimitero, quando non lo fanno in altri giorni dell’ anno. Una sorta di ” struscio” tra i viali cimiteriali, sotto gli occhi fermi dei cari estinti, nelle foto affisse sulle tombe. Mazzi di fiori, luci che illuminano lapidi solo per l’occasione, tombe lustrate, bambini coinvolti, a loro insaputa in un contesto, che dovrebbe essere laico, libero da moda, concorrenza, falsità ma che per due volte l’anno diventa il luogo di ritrovo di uno sciame di persone che seguono una tradizione in voga per lo più al Sud. Recarsi al cimitero, luogo dell’eterno riposo, è dovere di ogni cristiano. Far visita ai cari estinti dovrebbe essere un bisogno non un obbligo, un dovere nei riguardi di chi nella vita è stato amato, apprezzato per ciò che ha rappresentato, rispetto del ricordo che ha lasciato e non semplicemente un gesto legato a una ipocrita consuetudine..
Ruocco Michele
Caro Michele, la vita è questa! Pensare alla morte come un castigamatti è un atteggiamento che non condivido.
Polvere siamo e tale ritorniamo. Del cimitero potremmo anche fare a meno se non fosse per i nostri sentimenti finchè siamo vivi.
Evitera atteggiamenti stupidi perchè le ossa non riposano a lungo. Dopo un certo numero di anni, quelle che non hanno un luogo per durare, verranno distrutte come rifiuti rifiuti speciali. Soltanto queslli che sono diventati famosi, forse dureranno in eterno nel ricordo e in qualche ossario.
Quelli della preistoria non sono mica tanti e le mummie del museo egizio di Torino stanno ancora lì a suscitare curiosità per il modo come sono state conservate e non per altro.
Io mi sono sempre commosso ogni volta che accompagnavo qualche parente a visitare il museo, mi sembravano ormai dei parenti per le tante volte che le ho viste. Ne sento quasi la mancanza. Non per questo son morti diversi dai nostri. Se abitassi più vicino a Castellammare visiterei il cimitero molto spesso per incontrare i miei parenti di oggi che conosco poco. La tua faccia l'ho conosciuta su Internet, mai da vicino. Comunque non occorre essere cristiani per avere pietà. Se non la troviamo in noi, troviamo almeno il coraggio di sottrarci alle cose che non sentiamo di fare. Le usanze non sempre procurano gioia, a me danno noia se non sono quelle che mi fanno godere. Capito ?
Caro Michele, la vita è questa! Pensare alla morte come un castigamatti è un atteggiamento che non condivido.
Polvere siamo e tale ritorniamo. Del cimitero potremmo anche fare a meno se non fosse per i nostri sentimenti finchè siamo vivi.
Evitera atteggiamenti stupidi perchè le ossa non riposano a lungo. Dopo un certo numero di anni, quelle che non hanno un luogo per durare, verranno distrutte come rifiuti rifiuti speciali. Soltanto queslli che sono diventati famosi, forse dureranno in eterno nel ricordo e in qualche ossario.
Quelli della preistoria non sono mica tanti e le mummie del museo egizio di Torino stanno ancora lì a suscitare curiosità per il modo come sono state conservate e non per altro.
Io mi sono sempre commosso ogni volta che accompagnavo qualche parente a visitare il museo, mi sembravano ormai dei parenti per le tante volte che le ho viste. Ne sento quasi la mancanza. Non per questo son morti diversi dai nostri. Se abitassi più vicino a Castellammare visiterei il cimitero molto spesso per incontrare i miei parenti di oggi che conosco poco. La tua faccia l'ho conosciuta su Internet, mai da vicino. Comunque non occorre essere cristiani per avere pietà. Se non la troviamo in noi, troviamo almeno il coraggio di sottrarci alle cose che non sentiamo di fare. Le usanze non sempre procurano gioia, a me danno noia se non sono quelle che mi fanno godere. Capito ?
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