Caccia fuorilegge a Castellammare e dintorni
Posted On 27 Nov 2016
Ancora numerosi gli episodi di caccia fuorilegge segnalati al WWF Terre del Tirreno
La sede del WWF Terre del Tirreno continua ad essere destinataria di segnalazioni dei cittadini Castellammare di Stabia circa l’attività di numerosi cacciatori a cui sono state contestate violazioni in materia di mancata annotazione della giornata sul tesserino regionale venatorio e caccia in orario non consentito, elevando decine di sanzioni amministrative.
I controlli si sono intensificati sul Monte Faito per tutelare la preziosa fauna selvatica in migrazione. Ma i controlli continuano senza sosta anche negli altri territori: sulle montagne di Gragnano dove è stato individuato un cacciatore fuorilegge che esercitava l’attività venatoria con l’ausilio di un richiamo elettroacustico riproducente il verso del tordo. Nelle campagne di Pompei invece è stato individuato un noto trafficante di uccelli protetti. Nella sua dimora sono stati rinvenuti circa 50 cardellini detenuti illegalmente, assieme ad altre specie protette, in condizioni incompatibili con la loro natura
Quello dell’uccellagione e del traffico di cardellini sono fenomeni di palese illegalità duri a morire. In questo periodo gli uccellatori si dedicano alla facile cattura dei cardellini utilizzando trappole e reti. I volontari del WWF e i Forestali si sono specializzati nella lotta a questo fenomeno di bracconaggio, seguendo le segnalazioni dei cittadini e le proprie indagini, ogni anno organizzano controlli mirati, poiché il fenomeno del bracconaggio sta crescendo in maniera impressionante.
“E’ assolutamente impossibile confondere un’Aquila con qualsiasi altra specie cacciabile – ribadisce Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno – “Se tali animali vengono abbattuti lo sono deliberatamente, e questo ci dovrebbe far riflettere sulla professionalità e la civiltà inesistente da parte di diverse persone che continuano ad imbracciare indebitamente e pericolosamente un’arma da fuoco, incentivati dalla scarsità di controlli repressivi e dalla certezza di restare impuniti”.
Anna Giusti
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