Camorra, estorsioni e usura dei clan Loreto-Ridosso e Cesarano: confermati gli arresti
13 gennaio 2017 11:18
13 gennaio 2017 11:18
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Scafati. Clan Loreto-Ridosso e alleanze con i Cesarano: nessuna libertà per i sedici arrestati. Il Tribunale della Libertà di Salerno, dopo aver valutato le istanze di scarcerazione per i sedici presunti esponenti delle due cosche, arrestati il 5 dicembre scorso, ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Pietro Indinnimeo su richiesta del pubblico ministero Giancarlo Russo. Associazione per delinquere di stampo camorristico ed estorsioni messe a segno tra il 2010 e il 2016, alleanze tra clan per mettere sotto torchio commercianti in difficoltà economiche e imprenditori costretti a pagare il pizzo: l’indagine dell’antimafia di Salerno nata grazie al supporto del collaboratore di giustizia Alfonso Loreto. Un giro di estorsioni e di usura tra Scafati, Castellammare e Pompei, aveva portato in carcere e ai domiciliari 16 persone. In carcere Luigi Di Martino, alias Giggino ‘o profeta, reggente del clan Cesarano di Pompei-Castellammare, Nicola Esposito, detto ‘o mostro, anch’egli della cosca di Ponte Persica, Giovanni Cesarano, detto Nicola, e poi gli esponenti del clan Loreto-Ridosso, Roberto Cennatiempo, Gennaro Ridosso, Luigi Ridosso (1986), Salvatore Ridosso, Fiorentino Di Maio. Ai domiciliari: Francesco Paolo D’Aniello, Alfonso Morello, Vincenzo Pisacane e Dario Spinelli. Il Gip aveva emesso anche delle misure interdittive nei confronti di Giacomo Casciello, Giovanni Immediato e Mario Sabatino, prestanome della cosca scafatese e, intestatari di imprese utilizzate per imporre il servizio di pulizia in grosse aziende e nelle sale Bingo di Scafati e Pompei.
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