prima che il vento e la neve copra i miei sogni
d’oblio.
Ridateci la villa con i suoi giardini
aiuole fiorite multicolorate su cui le vespe
e le farfalle più belle, grandi e piccine
succhiassero il nettare volandoci attorno
nudi bambini.
Ridateci il mare che ci accarezzava
nudi bambini
Vestiti di rena
che ci piaceva vederci neri
dagli occhi fino ai piedi e ci tuffavamo nel mare
che toccava i piedi e avanzavamo sempre più in là
per non toccare il fondo spruzzandoci l’acqua in faccia
fino al tramonto del sole e un genitore ci riportava
prendendoci in braccio con il fiato alla gola
baciandoci che ci aveva ritrovati e l’avevamo fatto soffrire. Ridateci il mare che ci accarezzava felici di giocare fino al veloce avvicinarsi della sera.
Ridateci la banchina e la scarpetta
dove annodavamo i pesciolini
nei fazzoletti incoronati ai quattro lati
che prima di andare via ributtavamo a mare
dicendo : Ci vediamo domani.
Ridateci il mare che senza sapere credevamo pulito.
Ridateci il punto cruciale dei raggi di sole che ci spogliava lesti lesti e ci affrettava i giochi che non perivano mai. Ridateci le barche e le reti dei pescatori
che ci regalvano le vrognole e le altre conchiglie rossostriate che ci si costruiva una chiesetta con la madonnina.
Ridateci l’infanzia tolta a tantissimi ragazzini
Vi pregherei di fare presto prima che i miei nipotini crescano
e non sappiano che era tutto vero il mio racconto e non solo sterpaglie secche, rami aridi e fumosi, bugie di un nonno pazzo di gioia e dolore, che ama Castellammare.
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