mercoledì 30 novembre 2011

REGISTRO PUBBLICO DELLE OPPOSIZIONI

                        
                        Le nuove regole del Marketing Telefonico
                        (Decreto del Presidente della Repubblica n°178/2010)



CHE COS’E’ ?

Il Registro Pubblico delle Opposizioni è un nuovo servizio concepito a tutela del cittadino, il cui numero è presente negli elenchi telefonici pubblici, che decide di non voler più ricevere telefonate per scopi commerciali o di ricerche di mercato e, in pari tempo, è uno strumento per rendere più competitivo, dinamico e trasparente il mercato tra gli Operatori di marketing telefonico.

A COSA SERVE ?

Tramite il Registro Pubblico delle Opposizioni si intende raggiungere un corretto equilibrio tra le esigenze dei cittadini che hanno scelto di non ricevere più telefonate commerciali e le esigenze delle imprese che in uno scenario di maggior ordine e trasparenza potranno utilizzare gli strumenti del telemarketing.

COME FUNZIONA?

Il sistema è chiaro, di facile accessibilità e semplice fruizione. 
L’Abbonato può accedere al servizio tramite cinque modalità: modulo elettronico sul sito web, posta elettronica,telefonata, lettera raccomandata, e fax

L'Operatore potrà iscriversi al sistema e effettuare tutte le operazioni previste per l’aggiornamento delle liste numeriche da contattare attraverso una serie di servizi disponibili sul sito. 

L’ABBONATO

È il cittadino, persona giuridica, ente o associazione, il cui numero telefonico è presente negli elenchi telefonici pubblici.

L’abbonato potrà iscriversi al Registro se non desidera più essere contattato dagli Operatori di telemarketing, in caso contrario varrà il principio del “silenzio assenso”.

L'OPERATORE

È qualunque soggetto, persona fisica o giuridica, che intende avviare, mediante l’impiego del telefono, attività a scopo commerciale, promozionale o  ricerche di mercato. 
L’entrata in vigore del Registro Pubblico delle Opposizioni obbliga l’Operatore a registrarsi al sistema e a comunicare la lista dei numeri che intende contattare, pena incorrere nelle sanzioni previste dal Codice della Privacy.

IL GESTORE

La realizzazione e gestione del Registro, istituito con il DPR 178/2010, è stata affidata dal Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni allaFondazione Ugo Bordoni attraverso un contratto di servizio che ne sottolinea la natura di ente terzo, indipendente, impegnato in attività di pubblico interesse.


martedì 29 novembre 2011

Rovigliano nel tempo



Rovigliano.


Rovigliano, che anticamente era chiamato "Scoglio di Ercole " apparteneva ad uno dei più nobili signori di Stabia: Ernesto Longobardi. Costui, ogni anno, andava a trascorrere alcuni giorni in quello splendido castello ed era solito farsi accompagnare dalla giovanissima figlia Generosa.

La fanciulla amava moltissimo quella dimora, sospesa fra l’azzurro del mare e quello del cielo e quando divenne più grande, fece costruire, sull'isolotto, una cappella che fu benedetta da S. Catello, in quel tempo Vescovo di Gastellammare.

Gli anni passarono ed accanto alla cappella fu edificato anche un monastero e nell'immenso silenzio della notte lo sciacquio delle onde si confondeva coi canti mistici delle spose di Cristo. Verso il secolo XIV, quando si temeva l'invasione dei Turchi, al centro dell'isolotto fu costruita una torre in pietra calcarea con tre piattaforme per cannoni: Rovigliano diventava così una fortezza per la difesa delle coste stabiesi.

          I marosi, i venti, ogni sorta d'intemperie e specialmente i lunghi anni di abbandono hanno quasi distrutto l'originaria bellezza della cappella, del monastero e della torre.

Antonio Brigante, l'attuale proprietario dell'ex "Scoglio di Ercole"ha tentato alcuni anni fa di trasformare l'isolotto in un centro turistico. Il suo progetto non ha avuto fortuna e oggi Rovigliano è uno scoglio ove si recano solamente pescatori e mendicanti di pace: gli uni, sicuri di fare una pesca abbondantissima, e gli altri, desiderosi di trovare, lontani dal mondo, quella quiete che solo il silenzio può dare...

...Ma quando il sole tramonta, sciogliendo nel mare i suoi colori e il crepuscolo sfuma i contorni delle cose, la leggera brezza che si leva dalle acque sfiora il vecchio castello e, passando attraverso le fenditure, penetra nell'interno e va  a risvegliare memorie sepolte...tra le vecchie mura si odono ancora le fresche risate di Generosa, il rombo dei cannoni,i mistici canti delle suore che si confondono con lo sciacquio delle onde... .

Anna lozzino

La Medusa.     Anno 1. Da Angoli di Stabia. 1960




Rovigliano dalla foce del Sarno
                                                         

Castellammare oggi: considerazioni.


CASTELLAMMARE DI STABIA – Scorrendo le cronache che di tanto in tanto mi capitano sottomano, mi rendo conto che la vita a Castellammare sta diventando di giorno in giorno sempre più difficile.
L’economia che ristagna non fa bene al paese mentre ad essa si vanno ad aggiungere la recessione internazionale, l’incapacità della classe politica nazionale e locale a risolvere i problemi nazionali e locali, una vocazione assistenzialista della popolazione che da sempre aspetta che qualcuno risolva i suoi problemi mentre scorrono soldi nel settore dell sport che non produce una grande ricchezza locale ma soltanto endorfine per calmare il dolore e una eccitazione che stordisce gli animi  dei disperati e incrementa gli appetiti del malaffare ben noti ed endemici.

Ma chi governa Castellammare ?  Quel poco che si muove viene frenato si dice dalla camorra e quindi le gare di appalto vanno deserte. Lo dice chiaro e tondo il sindaco un tempo pm della Dda napoletana, Lugi Bobbio, da marzo 2010 sulla poltrona di primo cittadino. Il motivo dell'ostruzionismo? Per Bobbio sono le  regole ferree imposte  per avere gare a tasso di infiltrazione malavitoso zero. Ma allora quelle vinte fino ad ieri chi le ha vinte ? E ancora ma a Castellammare ci sono imprenditori puliti o quelli che ci sono sono tutti camorristi e malavitosi ? o ancora quelli che ci sono se non sono pronti a rischiare che tipo di impresa fanno ?
Da sempre i camorristi di Castellammare si sono confusi con gli imprenditori e più di uno li teneva buoni con il caffè al bar, con elargizioni da padre padrone, da capo bastone. Racconti dell’assurdo quando si vogliono spiegare connivenze con tazze di caffè e dabbenaggine per i meno abbienti quando Castellammare sembra un circolo chiuso dove ad incominciare dal primo cittadino non si riesce a trovare il bandolo della matassa.
Se è guerra, deve essere guerra e San Catello che già si fa i fatti suoi, dovrebbe continuarseli a fare e lasciare alle persone che hanno il dovere di farlo di piangere anche qualche morto ma di ripulire la città. Il cancro si era annidato negli anni scorsi fin dentro le famiglie per bene che in cambio di pochi spiccioli per superare le difficoltà immediate erano diventate fiancheggiatrice anch’esse della nuova camorra.
Manco da tanto, ma un acqua della Madonna deserta non l’avevo mai vista e soltanto a Castellammare l’acqua prende fuoco. Quando c’era un varo, anche durante la settimana, a Castellammare era festa. Suonavano le campane, le sirene e tutti a correre per assistere alla discesa in acqua della nave di turno. Ma i santi, le madonne che fanno dentro le chiese ? Se sono venerate per aver salvata la città dai turchi, dalle alluvioni, dalle pestilenze perché non lo rifanno?  Che valore hanno i sentimenti se la maggioranza scappa altrove ogni mattina per altre destinazione e quelli che vorrebbero tornare non ritornano che solo per i morti ?
Ricordo la scritta su un containers che stava alla Starza. “Chi di speranza vive nei containers muore” e questa è la fine che Castellammare rischia di fare se non si scrolla di dosso i residui di una ricostruzione che ha dato forza e coraggio alla malavita locale.

Non ha mai giovato a nessuno, ma oggi giova  solamente a chi vuole impadronirsi della città e farne tabacco da pipa !

sabato 26 novembre 2011

Grosseto-Juve Stabia 0-3


Grosseto - Stadio Zecchini

Una vittoria che fa bene all’anima di chi è tifoso, esaltante quel tanto che basta a non disperdere l’euforia che delle ultime partite che bene o male hanno portato punti all’ammasso necessari a proseguire la strada per la salvezza che passa inevitabilmente come minimo per 48 punti tenuto conto del numero consistente delle squadre che compongono il torneo. La partita è andata avanti con i vari tentativi che il Grosseto doveva per forza produrre per accertarsi di essere ancora in grado di giocare a pallone. I vari tentativi sono andati tutti a vuoto e le emozioni sono rare anche se Tarantino cerca di mettere scompiglio nella difesa grossetana. Anche il Grosseto ci prova ma è poco lucido.
E’ la ripresa  ad offrire emozioni vere quando Sau infila Narciso facendo esultare i pochi tifosi al seguito. Le reazioni del Grosseto non vanno a segno nonostante l’impegno profuso. E’ invece la Juve Stabia a realizzare ancora con Sau che approfitta di una indecisione della difesa di casa.
Il Grosseto sembra perdere il filo del proprio gioco e all’85′ Scozzarella realizza la terza rete da posizione angolata, con Narciso che accompagna la sfera dentro la porta. L’incontro finisce dopo due minuti di recupero con la sconfitta secca per il Grosseto.

LE FORMAZIONI IN CAMPO

GROSSETO (4-4-1-1): Narciso; Antei, Olivi (17′ Formiconi), Iorio, Giallombardo; Alfageme (53′ Gerardi), Crimi, Zanetti (83′ Bossa), Mancini; Caridi; Sforzini (Mangiapelo, Ronaldo, Consonni, Alessandro) All. Giannini

JUVE STABIA (4-4-2): Colombi; Maury, Molinari, Scognamiglio, Di Cuonzo; Tarantino (58′ Scozzarella), Cazzola, Mezavilla, Mgakogu; Danilevicius, Sau (77′ Zaza) (Seculin, Biraghi, De Bode, Davì, Raimondi) All. Braglia

Arbitro: Di Bello di Brindisi
1°assistente: Longo di Paola
2° Assistente: Tegoni di Milano
4° Uomo: Baracani di Firenze

Reti: 46′ Sau, 68′ e 85′ Scozzarella (Js)
Ammoniti: Mbakogu e Maury (Js), Crimi (G)
Espulsi:
Angoli: 5-3 per la Juve Stabia
Recupero: 1′ p.t., 2′ s.t.

GLI AVVERSARI.

Il calcio a Grosseto ha avuto inizio sotto l'Unione Ginnico Sportiva Grossetana. A livello ufficiale, invece, l'Unione Ginnica Grosseto è stata fondata nel 1912 e il primo campionato federale a cui ha partecipato la squadra maremmana è stato quello della stagione 1921-1922. L'Unione Ginnica vestiva maglie bianconere. L'attuale Grosseto nacque nel 1927, alloquando la squattrinata Unione si fuse col giovane Club Sportivo Grossetano. Fu creata dunque l'odierna Unione Sportiva Grosseto, che adottò i colori cittadini bianco-rossi.
Nel 1946-1947 e nel 1948-1949 il Grosseto andò vicino alla promozione in Serie B: nel primo caso perse gli spareggi finali mentre nel 1948-1949 fu invece penalizzato per non aver disputato un incontro di campionato a causa di un ritardo del mezzo su cui viaggiavano dovuto al passaggio del Giro d'Italia. A parte gli anni della Serie C, il Grosseto ha faticato decenni per tornare tra i professionisti. Nel 1994-1995, ad esempio, dopo aver vinto sul campo il proprio girone del campionato Interregionale (ora Serie D), il Grosseto ha subito una doppia retrocessione (per mancata iscrizione da parte della presidenza Anzidei) dalla Serie C2 (appena conquistata) all'Eccellenza regionale.
L'Unione Sportiva Grosseto Football Club, o più semplicemente Grosseto, è la principale società  calcistica di Grosseto. Milita da cinque stagioni in Serie B, dopo averla conquistata per la prima volta nella sua storia al termine della Serie C1 2006-2007.
Fondata nel 1912, ha come colori sociali il bianco ed il rosso (sebbene in un primo momento la società utilizzasse il bianco ed il nero). Il campo di gioco è lo Stadio Comunale Olimpico Carlo Zecchini, costruito nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma, e che ha una capienza di circa 10.200 posti.

venerdì 25 novembre 2011

Gente di Stabia - Eugenio ESPOSITO: musicista. (029)


Eugenio ESPOSITO, nato a Castellammare di Stabia il 9 sett. 1863, fratello minore del più noto Michele fu anch'egli compositore. Allievo di B. Cesi per il pianoforte e di P. Serrao per la composizione, si diplomò nel 1883 presso il conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli. 

Dopo un soggiorno a Parigi, dove fu assunto come pianista al servizio dei Rothschild, si trasferì in Russia nel 1890. Fu scritturato come direttore d'orchestra presso i teatri di Pietroburgo, Mosca, Kharkov e si dedicò al repertorio operistico russo e italiano, nonché a quello sinfonico.

Compose tre opere su libretti in lingua russa che, in seguito, sono state spesso attribuite erroneamente al fratello Michele: Camorra (libretto di S. I. Mamoilov), Pietroburgo, teatro dell'Ermitage, febbr. 1903; Il turbante nero (Mosca s.d.), opera comica in tre atti su parole di S. Mamontov; Ilborghese gentiluomo, Mosca 1905, commedia musicale in tre atti (da Molière) su libretto di P. De Luca, rappresentata al teatro Solodolnikov di Mosca nel 1905. Quest'ultima opera un anno dopo fu messa in scena al teatro Filodrammatici di Milano ma con scarso successo. 

Eugenio tornò, quindi, in Russia dove continuò ad ottenere numerosi riconoscimenti: vinse il primo premio per una cantata in occasione di una commemorazione di A. Puškin e si fece apprezzare come direttore d'orchestra e compositore nelle numerose località in cui si recò con una compagnia operistica.

Il primo conflitto mondiale lo costrinse ad interrompere tale attività. In seguito alla rivoluzione bolscevica andarono perdute le edizioni delle sue opere; la nazionalizzazione della stamperia musicale, che ne possedeva le tavole metalliche e i clichés, rese impossibile in seguito la ristampa. Non ottenne né la restituzione di tale materiale né alcun indennizzo da parte del governo sovietico e dovette anche subire il sequestro dei suoi personali risparmi. 

Nel 1922 tornò in Italia e si stabilì a Milano dove continuò a comporre e ad insegnare, nel 1941 si ritirò volontariamente nella casa di riposo per musicisti "G. Verdi", dove si spense il 12 ott. 1950.

Compositore di cantate, romanze e piccole composizioni di musica sacra, si espresse con maggiore efficacia nelle opere destinate al teatro; gradevoli e leggere, tutt'altro che strutturalmente complesse, esse si muovono sul piano di una comicità bozzettistica e talvolta caricaturale prediligendo ambienti e argomenti dal colore caratteristico. 

In Camorra, che fu delle tre la più popolare in Russia, la facilità melodica è particolarmente convincente nell'espressione della cantabilità e del folclore napoletano e la funzionalità della musica all'azione scenica evidenzia uno spiccato senso teatrale.

Il successo che le sue opere ebbero in Russia lo affianca alla schiera di coloro che esportarono una musicalità tipicamente italiana all'estero e che rimangono tuttora pressoché sconosciuti nel loro paese.

G.S. - Michele ESPOSITO: musicista (028)


ESPOSITO, Michele

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993)

di Carla Di Lena
ESPOSITOMichele. - Nato a Castellammare di Stabia (Napoli) il 29 sett. 1855 da Domenico e da Rosa D'Angelo, rivelò presto spiccate doti musicali e iniziò gli studi pianistici regolari sotto la guida di F. Simonetti a Napoli. 
Ammesso come allievo interno e vincitore di una borsa di studio presso il conservatorio S. Pietro a Majella, ebbe come insegnanti B. Cesi per il pianoforte e P. Serrao per la composizione.
La sua brillante carriera scolastica scandita dalle tappe di nomina a maestrino a quattordici anni e di primo alunno a sedici, si svolse di pari passo a quella del compagno di studi e amico G. Martucci e si concluse nel 1873 con il premio d'uscita consistente in una pensione governativa di tre anni. A quell'anno risale la sua prima composizione, una Fantasia per pianoforte sull'opera "Benvenuto Cellini"di Lauro Rossi (l'allora direttore del conservatorio), eseguita in concerto con successo e pubblicata l'anno dopo a Napoli.
Parallelamente si affermava come pianista e didatta: nel gennaio 1874 ebbe occasione di essere ascoltato in veste di direttore d'orchestra e pianista da Anton Rubinstein, recatosi a Napoli per concerti, e fu da lui molto apprezzato e incoraggiato a recarsi all'estero. 
Prima che si attuasse tale proposito, si esibì più volte in un duo pianistico col Cesi e tenne con questo un importante concerto a Torino nell'inverno 1876-77; in quella città poté anche eseguire il suo Quartetto per pianoforte e archiOp12. Fu in seguito all'acquisto delle sue composizioni da parte della casa editrice Lucca di Milano che l'E. ebbe la possibilità nell'ottobre del 1878 di recarsi a Parigi dove visse quattro anni. 
Tenne concerti nelle prestigiose sale Herz e Pleyel e nei numerosi circoli privati che animavano la vita musicale della città. Frequentò la casa del pittore G. De Nittis dove conobbe molti artisti tra cui i musicisti Ch. Gounod, C. Saint-Saëns, J. Massenet, ed ebbe modo di frequentare il Rubinstein. In questo periodo particolarmente ricco di scambi culturali compose alcune romanze per canto e pianoforte su testi di Th. Gautier, V. Hugo, e L. Stecchetti e si occupò della pubblicazione presso gli editori Lucca e Ricordi di opere pianistiche scritte precedentemente.
Nella primavera del 1882 accettò la cattedra di pianoforte offertagli dalla Royal Irish Academy of music, Accademia di musica di Dublino; ebbe inizio un lungo periodo di intensa attività didattica alla quale l'E. affiancò importanti iniziative di diffusione musicale: nel 1886 si fece promotore di una società di concerti da camera e nel 1889 fondò la Dublin Orchestral Society.
Nel contempo, alla fama di apprezzato concertista, si unì quella di valido compositore e fu più volte premiato in importanti concorsi: nel 1897 per la cantata Deirdre al festival irlandese (eseguita subito dopo a Londra e Chicago); nel 1907 per la Sonata in mi minore per violino e pianoforteOp68 alla Société nouvelle di Parigi (eseguita da I. Thibaud e A. Cortot, componenti della giuria); nel 1908 alla Reale Accademia filarmonica di Bologna per il Quartetto in do minore per archiOp60.
Si dedicò anche alle trascrizioni e alle revisioni di un vasto repertorio orchestrale e pianistico pubblicate dalla casa editrice C. E. Edition da lui fondata durante la prima guerra mondiale; musiche, peraltro, eseguite da un'orchestra d'archi che in quegli anni difficili continuò a Dublino la sua attività concertistica.
Un riconoscimento ufficiale alla sua attività fu il conferimento del titolo di "Doctor of music" da parte dell'università di Dublino nel 1905.
Continuò ad esibirsi in pubblico come pianista e direttore d'orchestra con regolarità fino al 1928, anno in cui fece ritorno definitivamente in Italia (dopo trent'anni di assenza fatta eccezione per qualche breve soggiorno) stabilendosi a Firenze.
Attivo come didatta, concertista, compositore e organizzatore, lavorò principalmente in Irlanda e nell'ambito del panorama musicale di quel paese costituisce una figura di fondamentale importanza. Formatosi alla migliore scuola napoletana egli operò, come Martucci, nel senso di una rinascita della musica strumentale; strada già tracciata nel campo pianistico dal loro comune insegnante B. Cesi.
Molte sono le composizioni da lui lasciate nei generi cameristico, orchestrale e teatrale. La produzione per pianoforte occupa un ampio spazio: fin dalle prime opere (Scherzo Op. 3, Allegro Op4Allegretto OpNotturni Op13, pubblicate a Milano nel 1879), la scrittura pianistica è brillante ed espressiva al tempo stesso; composizioni brevi e graziose quali i Tre pezzi Op26, (Milano 1882), le Sei canzoni Op23, (ibid. 1880), il Valzer Op14, (ibid. 1879), si affiancano ad altre di maggior impegno e proporzioni come lo Scherzo Op28, (Dublin s.d.), la Suite Op34, (Leipzig 1902), le Tre ballate Op.59, dedicate a Martucci (Milano 1907). L'Op71 My Irish sketch book, (Dublin s.d.), si ispira al mondo irlandese al cui folclore attingono anche le Irish melodies Op41 (ibid. s.d.) per canto e pianoforte, la suite Roseen Dhu per canto e pianoforte (London 1901), la Rapsodia irlandese per violino e pianoforte Op54, (Milano 1909) e la Irish Suite Op55 per orchestra (Dublin 1915). Scrisse inoltre due sinfonie e due concerti per pianoforte e orchestra, il primo dei quali fu eseguito a Napoli nel 1878 da F. Rossomandi sotto la direzione di B. Cesi.
Nelle sue composizioni che, scrive V. Gui, "non nascondono la derivazione dai modelli classici della musica tedesca", un senso melodico spontaneo si unisce a una raffinata sensibilità armonica mantenendo una costante naturalezza discorsiva. Si dedicò anche al teatro musicale e la sua operettaThe postbag fu eseguita a Londra e Dublino nel 1902; ancora a Dublino, nel 1910 fu rappresentata con molto successo l'opera The tinker and the fairy, su libretto di H. Douglas, il cui soggetto fiabesco è tratto da un'antica leggenda irlandese (teatro Gaité, 29 marzo 1910). Numerose le revisioni di composizioni pianistiche in particolare di clavicembalisti italiani, autori sui quali tenne anche conferenze.
Diversi manoscritti inediti sono conservati nella Biblioteca del conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli tra cui quello di un Corso di contrappunto registrato nel 1875.
La sua molteplice attività diede un importante impulso alla vita musicale irlandese e allo sviluppo di una scuola nazionale; l'allievo più insigne fu Hamilton Harty.
In Italia non è conosciuto e apprezzato in maniera adeguata. La sua personalità, nella quale al valore musicale si unisce un'alta statura morale, è invece fortemente rappresentativa: essa ha, infatti, operato a livello europeo esprimendo i valori positivi della musica strumentale italiana tra i due secoli.
Morì a Firenze il 19 nov. 1929.

Fonti e Bibl.: Necr. in Bolldell'arte pianistica, 31 dic. 1929, p. 11; La Musica (Napoli), 20 genn. 1877; A. Longo, Artisti italiani all'esteroME., in L'Arte pianisticaI (1914), 3p7; Id., ME., ibid., 21, pp. 1 s.; K. van Hoek, MEmaestro of Dublin, in Irish Monthly, LXIX (1943), p. 223; G. L. Aiello, Al musicista ME., Castellammare di Stabia 1956 (contiene saggi dello stesso Aiello, di V. Gui, di O. Calbi; per Eugenio pp. 34 s., 62, 78 s.); Id., Castellammare di Stabia nella storiaarte e costume, Castellammare di Stabia 1956, pp. 214-217; A. De Angelis, Dizdei musicisti, pp. 193 s.; C. Schmidl, Diz.univdei musicisti, I, p. 504; Suppl., p. 283; U. Manferrari, Dizunivdelle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 359; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, III, coll. 1537 s.; The International Cyclopedia of music and musicians, New York 1956, p. 513; Bakers's biographical Dictionary of musicians, New York 1958, p. 448; The New Grove Dictof music and musicians, VI, p. 251; Dizdella musica e dei musicisti, p. 677.

Tratto da www.Treccani.it

martedì 22 novembre 2011

Le parole non sono mai assurde - da "L' Equilibrista...poesie dal quotidiano"



Le parole non sono mai assurde

Le parole non sono mai assurde,
siamo noi che le rendiamo tali
con il nostro modo di vivere.
Perciò è inutile dirti che ti amo
Se tu mi dici che non ti amo affatto.
Sarà affetto in difetto Di amore
che sento diversamente da te.
Ma perché crucciarsi
Sul da farsi.
In un giorno così fatto,
dove mi distraggo ogni momento,
dove mi poni tutte le domande
che mi potresti fare senza affanno
in altre occasioni,
non sento le pulsioni che ti aspetti
Se vuoi riconsidera le cose
E poi mi dici quello che vuoi fare,
ma non tornare a dirmi
che forse
perché coi forse e con i ma
non trovo il tempo
per andare avanti
nella mia ricerca del tempo per amarti
almeno quel tanto che ti basta.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido       20/11/2011



lunedì 21 novembre 2011

G.S. - CARMEN D' AURIA: pittrice. (027)


CARMEN D' AURIA

Carmen D'Auria
(Castellammare di Stabia (NA)1975)

Artista polivalente, i suoi interessi in arte, oltre la pittura e il disegno,sono la fotografia, la cartapesta e le tecniche dell'incisione e della stampa.
Quando ci si trova davanti ad un suo lavoro, siano esse foto, sia pittura o papier maché, ci si trova davanti ad un filo conduttore unico, l'erotismo, ma nei suoi autoscatti non c'è un erotismo becero, tutt'altro, lo definirei un eros fine, raffinato , cortese, educato che ci riporta all'immagine "antica" da cui emanano atmosfere retrò, tra il lasciar vedere e l'immaginare, provocandoci un'emozione contenuta "censurata" e piacevolmente "bloccata", come l'effigie stessa, signorile, aristocratica e direi addirittura nobile, nel significato astratto e più classico del termine stesso.
Stessa cosa si ha e si prova davanti ai suoi "papier maché" sculture in cartapesta come : gioielli, vasi specchi, lampade che hanno nel loro intrinseco una carica "lussuriosa" e barocca.
Diverso il discorso sulla sua pittura che pur mantenedo quella forza "erotica", sembrerebbe quasi, in questo caso, che l'artista si lasciasse "sfuggire" la mano per andare oltre , e sconfinare nell' eros senza sottintesi, rappresentando esplicitamente situazioni e congiunture in assemblaggi dell'atto sessuale, ma non è così, in quel caso l'artista è suffragata e sostenuta dalla composizione onirico surreale, al tal punto da "ribaltarne" l' atto stesso, per riportarlo "astrattamente" sul piano della decenza, correttezza e misura.


Augusto Marchetti



Nella foto ANIME VAGANTI - Inchiostro su carta - CM 45x65 - ANNO 2005

 

http://www.carmendauria.com/ 

A novembre il Secondo Acconto IRPEF






Fra qualche giorno ricorre l’obbligo di versare a completameto il secondo acconto delle tasse dell’Unico 2011. Se abbiamo già versato il 40% ci toccherà versare il rimanente 60%.
Se al rigo RN 33 l’importo è superiore a 52 euro ed inferiore a 257,52 euro si può versare a novembre, se non l’avete già fatto, in unica soluzione.
Se avete pagato l’acconto con ravvedimento operoso l’importo del primo acconto deve essere depurato della maggiorazione degli interessi.
Se avete sbagliato cogliete l’occasione per scorporare gli interessi dalla rata che dovete pagare.

Se dall'Unico 2011 risulta un credito non chiesto a rimborso ora potete utilizzarlo per pagare meno o addirittura niente.


ESEMPIO 1
calcolo dell’acconto

Rigo Differenza (RN33) di Unico 2011 3.100 €
Acconto Irpef dovuto (99% di 3.100) 3.069 €
Acconto dovuto a luglio 2011
(40% di 3.069) 1.227,60 €

ESEMPIO  2° acconto 1.841,40 €
da versare entro il 30/11/2011 (60% di 3.069)

Se non siete in grado di effettuare l’operazione nei giusti termini correte presso un centro di assistenza, ma non dimenticatevi di pagare perché, come dice la pubblicità, pagando tutti pagheremo di meno, in un prossimo futuro, aggiungo io.

sabato 19 novembre 2011

Juve Stabia – Modena: 2 - 2







Passano gli anni, cambiano i giocatori, ma la mentalità resta sempre la stessa. Quando tutto sembra prendere la piega giusta, dimentichiamo che abbiamo tra le mani un ferro da stiro troppo arroventato che appoggiato per un attimo di troppo sul tessuto lo brucia o lo macchia.

Passata la tempesta, recuperati due punti di penalizzazione, arriva invece la smobilitazione e le ultime due partite ci fanno perdere quattro punti che avrebbero portata la squadra più avanti in classifica.

Analizzando la partita viene da dire che c’è ancora voglia di fare, che i risultati si possono conseguire, ma l’amministrazione del gioco deve avere interpreti più attenti, meno stanchi, meno svogliati, meno presuntuosi, ma più quadrati.

Dall’analisi dei commentatori si annotano aggettivi che rasentano lo squallore e Braglia, non ce ne voglia, deve adoperarsi per trovare le motivazioni giuste anche nei morti di sonno per tenerli svegli. Non si può pensare che chi sta dietro di noi e più debole. Bisogna pensare invece di non farsi sorpassare e giocare con attenzione, senza trucchi, per arrivare a questo risultato, senza sprecare la grazia di Dio del condono arrivato che ha addormentato il collettivo.

E’ anche vero che non si possono conseguire sempre vittorie, ma è anche vero che non si può rischiare di perdere la partita che si stava vincendo per la seconda domenica e in casa dove la tifoseria è pronta a dare cuore anche a chi lo ha dimenticato altrove.
In vantaggio al 22’ con Mezavilla, pari al 63’ quando Stanco del Modena beffa Colombi. Nuovo vantaggio al 70’  e un rigore contro al 79’ che rimette le squadre in parità.





Gli avversari

Nel 1908 sorgono a Modena due club calcistici: l'Associazione Studentesca del Calcio Modena e il Football Club Audax Modena. Dopo pochi anni, però, le due società decidono di fondersi ed il 5 aprile 1912 la fusione venne ufficializzata dagli organi informativi competenti.
Inizia così la storia del Modena Football Club. Nei primi anni di vita, il Modena sfiorò subito l'impresa di portarsi a casa la Coppa Federale (istituita al posto del Campionato) già nel 1916, durante la Grande Guerra.
Pochi anni dopo, a guerra finita, i canarini sfiorarono addirittura il primo scudetto, quando nella stagione 1924-25 il Modena chiuse al 2º posto con un solo punto di distacco dal fortissimo Genoa nel girone A di I div. Lega Nord e con risultati clamorosi tra cui un clamoroso 5-0 rifilato all'Inter. Fece molto scalpore, poi, l'esordio in Serie A di Alfredo Mazzoni a soli 16 anni.
In 91 stagioni sportive disputate a livello nazionale dalla fine della Prima guerra mondiale, compresi 11 tornei di Prima Categoria Nazionale e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A), e 1 campionato di Serie C2. In precedenza il Modena aveva partecipato a tre tornei di Prima Categoria dei Comitati Regionali Veneto e Lombardo.

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