Rovigliano.
Rovigliano, che anticamente era chiamato "Scoglio di Ercole " apparteneva ad uno dei più nobili signori di Stabia: Ernesto Longobardi. Costui, ogni anno, andava a trascorrere alcuni giorni in quello splendido castello ed era solito farsi accompagnare dalla giovanissima figlia Generosa.
La fanciulla amava moltissimo quella dimora, sospesa fra l’azzurro del mare e quello del cielo e quando divenne più grande, fece costruire, sull'isolotto, una cappella che fu benedetta da S. Catello, in quel tempo Vescovo di Gastellammare.
Gli anni passarono ed accanto alla cappella fu edificato anche un monastero e nell'immenso silenzio della notte lo sciacquio delle onde si confondeva coi canti mistici delle spose di Cristo. Verso il secolo XIV, quando si temeva l'invasione dei Turchi, al centro dell'isolotto fu costruita una torre in pietra calcarea con tre piattaforme per cannoni: Rovigliano diventava così una fortezza per la difesa delle coste stabiesi.
I marosi, i venti, ogni sorta d'intemperie e specialmente i lunghi anni di abbandono hanno quasi distrutto l'originaria bellezza della cappella, del monastero e della torre.
Antonio Brigante, l'attuale proprietario dell'ex "Scoglio di Ercole"ha tentato alcuni anni fa di trasformare l'isolotto in un centro turistico. Il suo progetto non ha avuto fortuna e oggi Rovigliano è uno scoglio ove si recano solamente pescatori e mendicanti di pace: gli uni, sicuri di fare una pesca abbondantissima, e gli altri, desiderosi di trovare, lontani dal mondo, quella quiete che solo il silenzio può dare...
...Ma quando il sole tramonta, sciogliendo nel mare i suoi colori e il crepuscolo sfuma i contorni delle cose, la leggera brezza che si leva dalle acque sfiora il vecchio castello e, passando attraverso le fenditure, penetra nell'interno e va a risvegliare memorie sepolte...tra le vecchie mura si odono ancora le fresche risate di Generosa, il rombo dei cannoni,i mistici canti delle suore che si confondono con lo sciacquio delle onde... .
Anna lozzino
La Medusa. Anno 1. Da Angoli di Stabia. 1960
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