Nella foto riconosco mio cugino Raffaele e le moglie,
ma non il luogo dove sono riuniti per giocare a tombola.
La tombola la giocavamo in famiglia o più famiglie assieme che lo spazio all'interno delle abitazioni consentiva mentre il braciere riscaldava la casa con un tepore ricco di odori di bucce di mele annurche o dei mandarini che non finivano tutte per marcare i numeri usciti sulle cartelle dei più fortunati.
Le cartelle riproducevano e riproducono ancora una combinazione di 15 numeri dei novanta che sono nel cartellone elencati tutti di seguito. Sono i numeri che vengono estratti da un panierino di vimini a forma di pigna a fare la differenza dando a chi conduce il gioco le stesse opportunità di vincita.
Il monte premi viene costituito con le piccole quote che i partecipanti la gioco pagano per ogni cartella.
Spicciolo che servono a tener desta l'attenzione dei partecipanti per accaparrarsi i premi in danaro mentre si comsumano una fetta di dolce o di panettone, struffoli, vino bianco, bibite di cario tipo come aranciate, coca cola, the, limonata, frutta secca o frutta di stagione che sono stati offerti dagli ospitati ai padroni di casa che a loro volta li mettono a disposizione di tutti i convitati per far fronte alle necessità del rifocillamento serale.
Il monte premi viene di regola suddiviso in cinque quote di valore diverso e inferiore a quello successivo.
Quando tra i partecipanti ci sono molti bambini i premi vengono incrementati di numero dando luogo a due o tre ambi, a tre terni, a quattro quaterne, due cinquine, una tombola e un tombolino.
Alla fine tutti si saranno divertiti e ognuno avrà vinto qualcosa oltre ad aver passato una serata in famiglia e tra amici.
I numeri sono novanta e chi ha incarico il cartellone per averlo acquistato al prezzo di sei cartelle, dopo aver richiamato l'attenzione dei partecipanti da luogo alle estrazioni dal bussolotto con un numero per volta per non favorire nessuno.
Quando il vincitore dell'ambo dichiara la sua vincita deve dire su quale cartella i numeri sono posizionati e se sono il linea fra loro. Il vicino o i vicini una volta certificata la vincita, passano al fortunato l'importo che gli tornerà utile per il giro successivo.
Molte volte, ma tutti se lo augurano che il conduttore delle estrazioni sia capace di rallegrare la serata accompagnando i numeri con i riferimenti suggeriti dalla smorfia che assegna ad ognuno di essi.
Tombola napoletana
La tombola napoletana nacque nel 1734, da una diatriba sorta tra il re di Napoli e Sicilia Carlo III di Borbone e il frate domenicano Gregorio Maria Rocco. Il primo aveva l'idea di ufficializzare il gioco del lotto nel Regno fino a quel momento clandestino, per tentare di porre fine alla sottrazione di introiti che il gioco causava; mentre il secondo riteneva il gioco un "ingannevole ed amorale diletto", e credeva che, in un paese in cui si cercava sempre di rispettare gli insegnamenti cattolici, ciò distraesse i fedeli dalla preghiera.
Alla fine la spuntò il re, al patto che il gioco venisse però sospeso nelle festività natalizie, sempre per il motivo di non dover distrarre i fedeli dalla preghiera. Tuttavia i cittadini non vollero rinunciare a giocare, così fecero del lotto un gioco a carattere familiare: le 90 tessere numerate venivano messe in un cesto di vimini, detto "panariello", e disegnati i numeri sulle cartelle. Da qui il comune nome "Lotto" cambiò in "Tombola", grazie alla forma cilindrica della tessera di legno numerata e dalla somiglianza della stessa col tombolo di una volta. In seguito ad ognuno dei 90 numeri fu attribuito un simbolo diverso. Questi oggi possono variare di città in città.[2][3][4]
CARTELLONE
Vedi: La tombola a Castellammare di Stabia 2)
Colgo l'occasione per ricordare gli abbinamenti alcuni dei quali provocano ilarità e piccanti annotazioni
da parte dei partecipanti alla tombolata.
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