Le prede
che belli mostriamo
fanno fede
sulla nostra imbecillità,
di un raccolto
inopportuno
dall’orto dietro casa
o dal mare
o dal cielo
quando il tempo
non è ancora maturo.
Ogni cosa vive per se
e per dare al vento
la sua voce in ogni momento
di cosa rappresenta,
degli odori che hanno
che alimentano
l’immaginazione del vivere,
di essere
i padroni del mondo
quando usiamo
o abusiamo
di tutte le cose
senza misura
e poi parliamo
di rispetto della natura
quando in un eccesso
di raccolto
buttiamo al macero
quello
che non utilizziamo
senza pensare a quelli
che potrebbero sfamare.
Non esagerare col basilico
sopra ai pomodori.
Oltre al profumo
ne avverto i dolori
nell’aroma che danno
per farmi saziar l’appetito,
condito ormai
più da pensieri
maturati ieri
prima del loro tempo di cottura
o della masticatura come occorre
fare
declinando la loro essenza
che senza ne avrei fatto a meno
come una balla di fieno
in una mangiatoia.
A volte la vita che noia,
vista dal lato sbagliato
o dal punto più avaro
che dell’amaro
conserva il rancore
dell’impossibile ribellione
dell’altro.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 21.08.2020
da “Il cuore delle cose”
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