Per farne un monumento
Ho messo la mia ansia
sopra un piedistallo
per farne un monumento
alla mia ignavia
di essere
che non ne vuol sapere
per non soffrire
delle pene altrui
e proprie
accumulando dentro casa
simulacri di gioie
che non sono tali,
tarli
che stanno dilaniando
ogni giorno
quello che resta
della mia esistenza.
Quando me ne esco
è per vedere gli altri
cosa fanno,
quale impervia natura
è la loro,
se tutto è un dramma
o rassomiglia
alla commedia dell’arte
che beffeggia e sbeffeggia
il re di turno.
Il vestito che indosso
non è avaro di compiacenze
e più di uno
ha messo in campo
il suo benessere.
Quindi che faccio ?
Ritorno alla mia trappola
mortale
o alleggerisco il sogno
di chi mi vuole
in una storia nuova ?
Quando ritorno
e trovo le mie piume
sopra al letto
per dispetto resto
per non morire di malinconia
nei giorni che verranno
e intanto unisco il danno al
danno
e vado avanti
in uno sceneggiato
ch’ è una serie
di trovate e sotterfugi
senza una fine
da mille puntate,
da giorni alterni
che hanno l’infinito
come destino prossimo
alla fine.
Ruocco Gioacchino
Ostia Lido 03/07/2012
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