Imparare lavorando: la strada dell'apprendistato
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La Fritz Studer SA, con sede a Thun, impiega 75 apprendisti in diversi settori. (swissinfo)
Da piccolo, Joel Zwahlen aveva costruito un orologio tutto suo, a scuola, assemblando con precisione ogni singolo elemento. Gli piaceva lavorare il metallo. Oggi questo ragazzo ha 15 anni e segue un apprendistato per diventare meccanico.
Tre giorni a settimana, Joel prende il treno alle sei del mattino alla stazione di Münsingen, la sua città natale. Direzione: Thun. È in questa città del canton Berna che da qualche mese è impiegato come apprendista presso la ditta Fritz Studer SA, leader del mercato e della tecnologia della rettifica cilindrica (macchina di precisione usata in meccanica). Assieme a lui lavorano altri 74 tirocinanti.
In Svizzera sono circa 232'000 i giovani apprendisti che scelgono il sistema duale – che combina formazione e lavoro – invece di iscriversi a una scuola a tempo pieno. Le opzioni sono numerose: dall'impiegato d'ufficio al macellaio, dal muratore all'elettricista, dal cuoco al parrucchiere.
In Svizzera sono circa 232'000 i giovani apprendisti che scelgono il sistema duale – che combina formazione e lavoro – invece di iscriversi a una scuola a tempo pieno. Le opzioni sono numerose: dall'impiegato d'ufficio al macellaio, dal muratore all'elettricista, dal cuoco al parrucchiere.
Dalla scuola al lavoro
Secondo l'Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT), il programma di apprendistato «impartisce una solida preparazione per il lavoro a due terzi dei giovani in Svizzera».
La formazione duale è gestita congiuntamente da Confederazione, cantoni e organizzazioni professionali. «Una delle caratteristiche di questo sistema è che unisce una formazione pratica sul posto di lavoro con una più teorica sui banchi di scuola», spiega Barbara Stalder, assistente professore all'Istituto di psicologia del lavoro e delle organizzazioni di Neuchâtel.
«È un modello unico e molto apprezzato dagli apprendisti. Molti giovani, terminata la scuola obbligatoria, hanno infatti voglia di lavorare. L'apprendistato ha inoltre permesso di mantenere il tasso di disoccupazione giovanile in Svizzera a livelli relativamente bassi».
Ad attirare l'attenzione di molti adolescenti è soprattutto la grande flessibilità del sistema di apprendistato svizzero, spiega Michael Kraft, consulente presso la Società svizzera degli impiegati di commercio, il più grande settore di tirocinio.
«La Confederazione ha aumentato il livello di permeabilità del sistema. Il fatto di poter costruire una carriera passando da una formazione all'altra, senza dover decidere già a 15 anni la strada da seguire, è decisamente il più grande risultato ottenuto nell'ultimo decennio».
La formazione duale è gestita congiuntamente da Confederazione, cantoni e organizzazioni professionali. «Una delle caratteristiche di questo sistema è che unisce una formazione pratica sul posto di lavoro con una più teorica sui banchi di scuola», spiega Barbara Stalder, assistente professore all'Istituto di psicologia del lavoro e delle organizzazioni di Neuchâtel.
«È un modello unico e molto apprezzato dagli apprendisti. Molti giovani, terminata la scuola obbligatoria, hanno infatti voglia di lavorare. L'apprendistato ha inoltre permesso di mantenere il tasso di disoccupazione giovanile in Svizzera a livelli relativamente bassi».
Ad attirare l'attenzione di molti adolescenti è soprattutto la grande flessibilità del sistema di apprendistato svizzero, spiega Michael Kraft, consulente presso la Società svizzera degli impiegati di commercio, il più grande settore di tirocinio.
«La Confederazione ha aumentato il livello di permeabilità del sistema. Il fatto di poter costruire una carriera passando da una formazione all'altra, senza dover decidere già a 15 anni la strada da seguire, è decisamente il più grande risultato ottenuto nell'ultimo decennio».
Dall'apprendistato all'università
Deborah Sigrist è all'ultimo anno di apprendistato presso la Fritz Studer SA. Ha 18 anni e lavora come impiegata di commercio. Per due giorni a settimana segue le lezioni scolastiche, mentre il resto del tempo lo trascorre in fabbrica, rispondendo alle domande dei clienti, fissando appuntamenti, imparando i segreti del mestiere.
«La prospettiva di non avere alcuna esperienza pratica mi è sempre sembrata particolarmente bizzarra. Così ho pensato che sarebbe stato bello iniziare con un apprendistato», spiega Deborah. «In questo modo posso davvero lavorare a fianco di professionisti e non restare tutto il tempo seduta a un banco di scuola».
Una volta terminato il suo apprendistato, nel giugno 2013, Deborah ha diverse possibilità. Può entrare direttamente nel mondo del lavoro, con un diploma d'apprendista, oppure continuare gli studi seguendo una maturità professionale per poi terminare all'università. L'ambizione di Deborah, per ora, è quella di ottenere la maturità professionale.
«La prospettiva di non avere alcuna esperienza pratica mi è sempre sembrata particolarmente bizzarra. Così ho pensato che sarebbe stato bello iniziare con un apprendistato», spiega Deborah. «In questo modo posso davvero lavorare a fianco di professionisti e non restare tutto il tempo seduta a un banco di scuola».
Una volta terminato il suo apprendistato, nel giugno 2013, Deborah ha diverse possibilità. Può entrare direttamente nel mondo del lavoro, con un diploma d'apprendista, oppure continuare gli studi seguendo una maturità professionale per poi terminare all'università. L'ambizione di Deborah, per ora, è quella di ottenere la maturità professionale.
Offerta e domanda
Secondo Roger Leuenberger, consulente professionale presso la Fritz Studer SA, c'è una forte domanda da parte dei giovani per i posti di apprendistato nel settore commerciale e meno per quelli meccanici. Questo squilibrio tra domanda e offerta è una delle principali sfide che dovrà affrontare il sistema duale svizzero nei prossimi anni, sottolinea dal canto suo Barbara Stalder, dell'università di Neuchâtel.
«Penso che ci sia un divario crescente tra il settore manuale e artigianale, dove la richiesta di posti di tirocinio è più bassa, e il settore terziario, sempre più ambito», prosegue Stalder.
«È una grande sfida riuscire ad adattare questi programmi ai bisogni del mercato del lavoro e agli interessi dei giovani».
«Penso che ci sia un divario crescente tra il settore manuale e artigianale, dove la richiesta di posti di tirocinio è più bassa, e il settore terziario, sempre più ambito», prosegue Stalder.
«È una grande sfida riuscire ad adattare questi programmi ai bisogni del mercato del lavoro e agli interessi dei giovani».
Ruolo delle imprese
Alla Società svizzera degli impiegati di commercio, Michael Kraft gestisce una hotline per gli apprendisti, gli imprenditori e i genitori che hanno domande relative al programma di apprendistato. Non è raro che il consulente riscontri un certo divario tra la formazione che le imprese dovrebbero garantire e l'esperienza diretta degli apprendisti.
«Talvolta penso che sarebbe bene assicurarsi che tutte le aziende siano consapevoli del fatto che assumere un apprendista significa prendersi a carico parte del suo sviluppo personale e della sua carriera professionale. Nel 90 per cento dei casi funziona tutto nel migliore dei modi. Ma nel 10 per cento sopraggiungono dei problemi».
Nell'azienda Fritz Studer SA, Roger Leuenberger assicura che tutti gli apprendisti partecipano al lavoro quotidiano, mentre in parallelo acquisiscono nozioni teoriche a scuola. Nel terzo e quarto anno di formazione, molti lavorano già alle macchine che saranno poi vendute ai clienti e alcuni hanno l'opportunità di viaggiare all'estero.
«In questo modo, gli apprendisti sono integrati nel processo lavorativo e sono responsabilizzati», prosegue Leuenberger. «Controllano da soli il loro lavoro e non è necessario che qualcun altro stia dietro le loro spalle. Questo è un passo importante nel processo formativo. Non è soltanto il curriculum professionale a contare, ma anche il fatto che questi giovani acquisiscano maggior fiducia in loro stessi e delle competenze più ampie».
«Talvolta penso che sarebbe bene assicurarsi che tutte le aziende siano consapevoli del fatto che assumere un apprendista significa prendersi a carico parte del suo sviluppo personale e della sua carriera professionale. Nel 90 per cento dei casi funziona tutto nel migliore dei modi. Ma nel 10 per cento sopraggiungono dei problemi».
Nell'azienda Fritz Studer SA, Roger Leuenberger assicura che tutti gli apprendisti partecipano al lavoro quotidiano, mentre in parallelo acquisiscono nozioni teoriche a scuola. Nel terzo e quarto anno di formazione, molti lavorano già alle macchine che saranno poi vendute ai clienti e alcuni hanno l'opportunità di viaggiare all'estero.
«In questo modo, gli apprendisti sono integrati nel processo lavorativo e sono responsabilizzati», prosegue Leuenberger. «Controllano da soli il loro lavoro e non è necessario che qualcun altro stia dietro le loro spalle. Questo è un passo importante nel processo formativo. Non è soltanto il curriculum professionale a contare, ma anche il fatto che questi giovani acquisiscano maggior fiducia in loro stessi e delle competenze più ampie».
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