Terremoto:
perché aziende e cittadini dovranno restituire le tasse non versate
Il 15 ottobre le
vittime del terremodo del centro Italia dovrebbero restituire in un'unica
tranche le tasse non pagate tra giugno e ottobre
8 ottobre 2019 - Si torna a parlare
dei terremotati del Centro Italia. E, purtroppo, le notizie
non sono delle più positive per le vittime del sisma che ha colpito alcuni
comuni del Lazio, dell’Umbria e delle Marche tra l’agosto 2016 e il gennaio
2017.
Come accade in queste occasioni,
infatti, lo Stato interviene fornendo diverse misure di supporto (come
il Sismabonus, ad esempio) agli sfollati e alle aziende che insistono
all’interno del “cratere sismico”. Oltre alle operazioni di consolidamento
degli edifici rimasti in piedi, alla rimozione delle macerie e alla costruzione
di nuove soluzioni abitative, lo Stato sospende il pagamento
di ogni tipo d’imposta, dall’IRPEF all’IRAP fino ad arrivare ai
contributi previdenziali. Questo tipo di intervento viene definito come “busta paga pesante“, dal momento che il contribuente
percepisce il loro del proprio stipendio e non il netto.
La ratio di questa decisione, attuata
anche in occasione di altri eventi sismici che hanno colpito il nostro Paese, è
chiara. Consentire ad aziende e cittadini di avere maggiori introiti per
periodi di tempo più o meno lunghi (si va da un minimo di 12
mesi a crescere) e favorire così la ripresa del tessuto economico dell’area
colpita dal terremoto. Come detto, però, si tratta di una sospensione e
non di una cancellazione delle imposte. Ciò vuol dire che,
terminato il periodo di sospensione, i contribuenti dovranno pagare il dovuto
secondo piani di rientro di diversi anni.
Cosa, però, che sembra non essere accaduta per i terremotati del Centro Italia.
Il prossimo 15 ottobre, infatti, scatta la data di restituzione della prima tranche delle tasse non pagate e
molti contribuenti si ritroveranno nella condizione di dover pagare senza
rateizzazione gli importi per i mesi di giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre.
Cinque mesi in un’unica rata. “Una vera e propria follia”, secondo i portavoce
del Coordinamento dei comitati del terremoto centro Italia.
“E’ a tutti evidente – si legge nella
nota del Coordinamento – che nel cratere non vi è né
ricostruzione né ripresa economica, e
viste le tante difficoltà che nel vissuto quotidiano ci troviamo a dover
affrontare dopo tre anni dal sisma”, i comitati chiedono al Presidente Conte “un tavolo risolutivo sulla problematica della restituzione della
busta paga pesante, confidando che sia l’ultima volta che le
scadenze e il tema vengano trattati in urgenza a ridosso dei termini”.
Il Coordinamento, inoltre, chiede che lo
stesso trattamento riservato alle vittime di altri eventi sismici venga
adottato anche nei loro confronti, garantendo così una sostanziale
decurtazione del totale da restituire.
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