Castellammare. Arredo urbano : l'evoluzione Stabiese.
" Se nelle ultime due decadi del secolo scorso l' arredo urbano ha trovato una definizione progettuale, culturale ed economica, negli ultimi anni si è assistito a una significativa evoluzione del termine, che ha acquisito nuove accezioni in rapporto a contesti metropolitani e paesaggistici complessi ed eterogenei." ( Treccani - Enciclopedia Italiana - VII Appendice 2006 )
Sembra scritto apposta per la Città delle Acque, un arredo urbano che diventa parte integrante dell'identità locale, di una realtà in decadimento, smantellata fino all'ultima pietra e che non riesce a trovare un modo per risalire da questo ormai scandaloso torpore. Una città che vede i suoi stessi cittadini paladini di un minimo di decoro, cittadini che con scope e paletta cercano di vivere almeno in un minimo di igiene che ormai è giunto a livelli di criticità. Segnaletica scarsa, strade " appezzottate ", marciapiedi che diventano parcheggi, niente verde, niente attrezzature ludiche per bambini, niente cestini e quei pochi che si trovano in giro sono stracolmi e portano il peso della nefandezza gestionale con addirittura una transenna ben fissata con una catena e tanto di lucchetto.Una transenna che indica " zona a traffico limitato " , ma a chi, alla monnezza? Ed ecco che scattano le denunce dei passanti di Via Catello Fusco che increduli guardano una delle tante strane novità cittadine. L'arredo urbano dovrebbe essere un bene primario e solitamente progettato per soddisfare le aspettative di una comunità desiderosa di vivere in un luogo d'eccellenza, luogo in cui si esprime storia e tradizione e forse non si tratta di un caso, forse quella transenna attanagliata a quel cestino, rappresenta proprio il momento storico di Stabia, momento che dura ormai da troppo quasi a diventare tradizione.
Commento: se la monnezza fa arredo gli stabiesi possono andare fieri di quello che ogni giorno fanno e rinnovano. G. Ruocco
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