Migliaia di farmaci rubati messi all'asta su uno yacht nel golfo di Napoli
Sembra la scena di un film, di quelli americani in cui trafficanti e spacciatori di droga al dettaglio trattano partite provenienti dal sud America. In questo caso la droga non c'entra. Anche se ad alcuni degli indagati è stata contestata pure la «detenzione di sostanze stupefacenti». Ma semplicemente perchè sono considerati stupefacenti molti dei costosi medicinali, rubati e venduti a farmacisti compiacenti o all'estero.
I militari della Guardia di Finanza di Fiumicino, pedinando elettronicamente e fisicamente Vincenzo e Pasquale Alfano, hanno accertato che vendevano gli stock di farmaci rubati al migliore offerente. Una specie di asta. I pezzi venivano raccolti nei capannoni dell'hinterland napoletano dopo essere stati sottratti negli ospedali di mezza Italia. Qui avveniva l'inventario. I farmaci ospedalieri non potevano certo essere rivenduti agli ospedali italiani e nemmeno alle farmacie (hanno etichette e confezioni diverse).
Per questo venivano confezionati e inviati in Albania, Ungheria, Bulgaria. Qui c'era chi li acquistava e poneva in vendita sotto costo. Ma in qualche caso gli affari erano anche maggiori perchè all'estero ci sono farmaci che, per la loro difficoltà di reperimento, hanno prezzi di mercato anche doppi rispetto a quelli italiani. Per i medicinali non ospedalieri tutto era più facile. Sono state individuate due farmacie (una a Napoli e l'altra a Salerno) che prendevano i farmaci rubati in «conto vendita» e poi li pagavano sotto costo alla banda.
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