Castellammare di Stabia:
E’ stato un piacevole e inaspettato diversivo, a poche decine di miglia dal porto di Castellammare di Stabia. Dove i soci dell’associazione Ardea erano usciti per raccogliere dati all’interno del progetto “Avifauna campana”, coordinato da Davide De Rosa. Nei pressi della dove del fiume Sarno, allo spettacolo del volo delle marzaiole in migrazione e degli aironi cenerini in volo sullo scoglio di Rovigliano, se n’è aggiunto un altro, ancora più suggestivo e certamente insolito: l’avvistamento di un gruppo di delfini. Nello specifico tursiopi, che banchettavano proprio dove il Sarno, considerato peraltro tra i fiumi più inquinati d’Italia, si immette in mare. Un tratto di costa bocciato da “Goletta verde” e non distante dagli scarichi abusivi, individuati in queste ore dalla Guardia Costiera nei territori di Ercolano, Torre del Greco e Portici. «E’ la prima volta che avvistiamo cetacei durante i nostri monitoraggi nel Golfo di Castellammare» racconta De Rosa. Che, insieme agli altri ricercatori, stava osservando alcune berte minori in alimentazione, quando è stato attirato dai salti dei tursiopi. Una specie non rara, per la verità, nelle acque del basso Tirreno, che popola in particolare – insieme con stenelle e un gruppo di delfini comuni, ma anche capodogli e balenottere – il canyon di Cuma, la profonda valle sottomarina che, partendo aree prossime ai Campi Flegrei, arriva alle isole di Ischia e di Ventotene. Stavolta, i tursiopi si erano avvicinati alla terraferma, in cerca di cibo.Quanto al progetto “Avifauna campana”, lo scopo è quello di produrre una fotografia aggiornata dello status di tutte le specie di uccelli che sono presenti in Regione Campania, attraverso un’indagine sul territorio e spedizioni mirate alla raccolta di dati inediti. Proprio come quella alla foce del Sarno, diversivo compreso.(Pasquale Raicaldo)
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