Stabiese a San Pietroburgo inseguendo il sogno della ristorazione
di Alessandro Luongo
Un minuto dopo esserti seduto, arriva e ti consiglia con il sorriso e grande gentilezza. Fa uno strano effetto trovare un italiano giovane e così esperto aggirarsi in uno dei ristoranti più belli di San Pietroburgo.
Luigi Barbato, 26 anni, nato a Castellammare di Stabia (Napoli), è il direttore di sala del Mansarda Restaurant, fra i locali più alla moda e di tendenza della città russa. Il cui arredo interno è stato creato dagli architetti di Dolce e Gabbana. Ristorante collocato al quinto piano dell’edificio della Gazprom Neft, con vista mozzafiato sulla cattedrale di Sant’Isacco.
Luigi consegue la maturità scientifica al liceo Don Lorenza Milani di Gragnano (Napoli), ma già a 15 anni comincia a sbarcare il lunario lavorando nel periodo estivo come cameriere della pizzeria il Tris a Gragnano; poi si cimenta come barman presso l’Antico Caffè di Gragnano, in seguito come cameriere presso Villa dei Cesari, elegante dimora storica romana (in via Ardeatina) dove si organizzano cerimonie ed eventi di ogni genere, come matrimoni, compleanni e cene di gala.
A questo punto il giovane campano intende specializzarsi nel settore e frequenta un corso per diventare sommelier. Non va oltre il primo livello come sommelier AIS, purtroppo; «ero troppo impegnato nel lavoro e non ho potuto così ottenere il riconoscimento finale».
Nel 2010 difatti ha fra le mani la prima grande opportunità professionale a Copenaghen, dove è ingaggiato come direttore di sala per sei mesi (tutta la stagione invernale) nel ristorante Il Grappolo Blu, nominato sulla Guida Michelin.
«Ristorante che cercava personale italiano- racconta- e così decisi di partire insieme con due amici chef per questa prima esperienza lavorativa, importante». E così impara la lingua inglese, il servizio in sala e la conoscenza dei vini. Insomma, un primo passo verso la specializzazione.
Nel 2011 arriva finalmente la grande svolta. «Parto per San Pietroburgo, la città dove vive da ormai 15 anni mio padre, il quale è direttore del ristorante Francesco, che fa parte della stessa holding della quale io sono dipendente ormai da allora, la “Ginza Project”».
Al Mansarda, Luigi si occupa della gestione del personale, di public relations, e comunica di continuo con la cucina per discutere di nuovi piatti, consigli e degustazione degli stessi. In sala sfoggia il suo modo affabile e mai invadente di approccio al cliente.
Fonte: http://nuvola.corriere.it/2015/04/30/luigi-da-nap
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