mercoledì 31 gennaio 2018

La politica a Castellammare....

La politica a Castellammare di Stabia ha fatto più danni che non migliorie sia per il mondo del lavoro sia nell'urbanistica e i danni sono arrivati sia dalle amministrazioni di destra e centro sia dalla sinistra che oggi è nuovamente nella stanza dei bottoni a manovrare e a fare e disfare paesaggio e tradizioni, mondo del lavoro con opere che arricchiscono pochi e danno lavoro a qualcuno.

Castellammare è stata sempre una città che è vissuta di riflesso utilizzando, consciamente o incosciamente, la sua bellezza naturale  per attirare sul territorio i regnanti delle epoche passate che costruirono prima la Reggia di Quisisana e in epoca sannitica e romana i miliardari del momentio  che vennero a godersi l'aria del sito, l'aqua della montagna che continua a sgorgare copiosa e varia nei sapori, il latte delle capre con le quali riempivano gli stabii, i ricchi che giravano intorno ai Borboni e gli Angiò che a turno provvidero a portare la ferrovia e ancora prima i Cantieri navali e la Maricorderia che  davano lavoro a quelli che di mestiere non facevano i pastori, i contadini, i panettieri, i calzolai , gli artigiani e a quelli che in condizioni subalterne si prostravano per lavorare e sopravvivere.

Le posizioni di rendita dei nenestanti proveniva da i beni immobili e dalle proprietà asseganate loro o pervenute per discendenza o acquisizioni. Al tempo dei Borboni Castellammare si riempiva di rappresentanze consolari e di subalterni al regnante facendo arrivare personaggi che hanno lasciato tracce indelebili nella storia della nostra città.

Sorsero a Castellammare diversi pastifici (Ruocco, Apuzzo) e cantieri navali per barche in legno da diporto o commerciali sia davanti al rivolo Gragnano, sia sulle spiaggette di Pozzano, dove resiste ancora il rudere di calcara a testimoniare quest'altro mestiere  che negli anni successivi al primo dopoguerra, diede vita alla Calce e Cementi le cui reliquie sono state trasformate da un magnate del nord in luogo di residenza per ferie.

Una città che ha avuto le caratteristiche elettive di restituire con le sue acque e col suo clima la salute ai suoi abitanti e a chi ci viene e ne beve e a chi, in passato, ne ha goduto e scritto oltre al clima e la spensieratezza a cui invitano il verde delle zone premontane e circostanti come Quisisana e monte Pendolo, il lungomare e la campagna che continua a offrire, con le residue zolle di terreno che sopravvivono all'edilizia abitativa, prodotti che sono i capostipiti  di alimenti ortofrutticoli con qualità eccezionali e dal gusto superiore a qualsiasi altro della stessa specie e i fiori che hanno  conquistato i mercati olandesi guadagnandosi rispetto e consisderazione, oggi si perde o rischia di perdersi, si fa per dire, in un bicchiere d'acqua.

Le terme vecchie sono inoperose da tempo o sottoutilizzatee.  Quelle al solaro, che costarono milioni e milioni delle vecchie lire  alla Cassa del Mezzogiorno, non sono più operanti e e rese inutilizzabili dai continui saccheggi fino all'esurimento delle sue apparecchiature installate al suo interno; la Cirio chiusa da anni, i molini abbandonati e in via di demolizioni per costruire altre case, le attività che insistevano su quello che oggi si chiama Cso Alcide De Gasperi, eliminate nel dopoguerra ad una ad una, la compagnia Meridionale del Gas scomparsa anch'essa, gli oleifici che lavoravano i semi derivanti dai pomodori, un'area di imprenditorialità che nei secoli ha fatto da culla ad imprese che si sono arricchite nel momento che lavoravano (cantieri metallurgici, Avis ed altre) oggi è diventata un coacervo di deliquenza che nel secondo dopoguerra faceva ancora sorridere con i suoi guappi, mentre oggi riesce ad arrivare anche all'estero, vedi Romania, Russia, Medio Oriente, operando imprese che lasciano il segno nell'attività della falsificazione adoperando un ingegno e una temerarietà che produrrebbe ammirazione se fosse utilizzata a livello produttivo e non a danno di chi ne subisce le conseguenze.

La forza della prepotenza si è allocata anche a livello politico per procurarsi il consenso necessario per farla da padrone in una cittadina martoriata e stordita dove ancora si manifestano atteggaiamenti politici occasionali per conquistare, per alcuni, almeno la pagnotta che la poliicaca offre a senso alterno.
Penso che se quelli che si sono allontanati da Castellammare per motivi di spravvivenza tornassero a casa bisognerebbe costruire una nuova città, ma ogni volta che un ritorno si avvera scompaiono dalla scena altre iniziative come la chiusura di una libreria, una biblioteca che non trova la voglia di nascere, il Gran Caffè Napoli di cui non si sa se riaprirà, che alludano a progetti sottotraccia volti ad eliminare anche i più irriducili nella lotta per la democrazia di potere e quelli che annaspano fanno progetti per andarsene in Russia, in Olanda prima che gli spiccioli verranno a mancare.

Intanto c'è la metà della popolazione che ogni mattina prende un treno o sale su una macchina per una destinazione altrove per continuare a sopravvivere o a sognare una rinascita che ad ogni tornata di elezioni diventa sempre più dura da portare avanti.

Castellammare è l'unica città al mondo dove l'acqua si incendia quando qualcuno la incendia, mentre altri con la poca acqua che riescono ad attingere dal sottosuolo fanno vivere intere comunità lavorative.
Il porto, anistante i cantieri navali, pero è pieno di barche, ma quale ricchezza rappresentano.
                                                                                             
 Gioacchino Ruocco

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