Stabiae e
Pompei, due episodi verificatisi tra il 2005 e il 2010 che hanno in comune i
ritrovamenti in seguito alla realizzazione di due opere pubbliche, ma con
epiloghi diversi.
E' molto
frequente durante l'esecuzione delle opere pubbliche nella piana del Sarno e in
particolare nell'area stabiese, l'ager stabianus, imbattersi nelle rovine
romane. Possiamo dire che la costruzione dell'autostrada NA-SA e la linea
ferroviaria Circumvesuviana sono state spesso oggetto di ritrovamenti. I due casi
che mi hanno incuriosito riguardano il ritrovamento di via Ponte San Benedetto
a Stabiae e quello di Moregine a Pompei. Mi hanno incuriosito per i diversi
sviluppi che hanno avuto i due ritrovamenti: quello fortunato di Moregine con
il ritrovamento degli argenti e quello passato nel silenzio di Ponte San
Benedetto a Stabiae. Nel primo caso il clamore, la mostra negli Stati Uniti e
poi quella nella Palestra Grande di Pompei; nel secondo caso il silenzio e
nessuna traccia visiva dei ritrovamenti.
La vicenda di Moregine è suggestiva per come si sono svolti i fatti nell'arco di ben 50 anni, dal 1959 al 2010. Infatti, si racconta che nel 1959 nel corso dei lavori di costruzione dell'autostrada NA-SA, ripresi nel 1999, venne ritrovata una gerla in vimini che sembrava piena di fango eruttivo, la gerla venne conservata con cura. Solo una radiografia fece emergere la presenza di argenti. Il materiale recuperato venne inviato negli Stati Uniti per una mostra durata 5 anni, fino al 2015. Poi l'esposizione nella Palestra Grande di Pompei, con fiumi di articoli e personalità del mondo della cultura a commentare il valore dei preziosi ritrovati. Si è riuscito a scoprire anche la famiglia proprietaria della Domus i "Sulpicius" puteolani. Si riesce a stabilire l'età del bambino che giaceva accanto alla gerla, 4 anni, e tante altre informazioni.
Veniamo adesso a Stabiae, il ritrovamento effettuato nel corso del raddoppio della ferrovia circumvesuviana nella periferia nord di Castellammare di Stabia, in via Ponte San Benedetto. Si tratta di lavori di scavo finanziati dal Ministero dei Beni Culturali, Direzione Generale di Archeologia. Gli scavi sono durati ben tre anni, dal 2009 al 2011, tra l'indifferenza dei media e il silenzio delle autorità, comprese quelle locali. Al termine dei lavori di scavo lo studio del sito venne pubblicato sul sito della Direzione Generale Archeologica. Nella relazione si legge di una domus con cucina e complesso termale, di cui furono indagati 24 ambienti della pars urbana, pars rustica e pars fructaria. Vennero rivenuti numerosi oggetti, tra cui anfore, vasellame sigillato, vasellame da mensa e servizi da portata (non è specificato di che materiale). Ambienti decorati in II e III stile. Si consideri che le pareti della struttura giacciono a m 1 dal piano di campagna. Tutto quì, non si è riusciti a risalire ai proprietari della domus e nessuno è riuscito a vedere gli oggetti ritrovati, non è indicato il luogo nel quale sono stati conservati gli oggetti ritrovati. Quel luogo negli anni verrà dimenticato e sepolto da altre opere pubbliche. Infatti, la struttura dovette essere già scoperta nel corso dei lavori del primo binario della circumvesuviana e della S. S. 145, allora denominata Corso Italia.
Meritava almeno un articolo sulla testata nazionale o quanto meno sui giornali locali?
La vicenda di Moregine è suggestiva per come si sono svolti i fatti nell'arco di ben 50 anni, dal 1959 al 2010. Infatti, si racconta che nel 1959 nel corso dei lavori di costruzione dell'autostrada NA-SA, ripresi nel 1999, venne ritrovata una gerla in vimini che sembrava piena di fango eruttivo, la gerla venne conservata con cura. Solo una radiografia fece emergere la presenza di argenti. Il materiale recuperato venne inviato negli Stati Uniti per una mostra durata 5 anni, fino al 2015. Poi l'esposizione nella Palestra Grande di Pompei, con fiumi di articoli e personalità del mondo della cultura a commentare il valore dei preziosi ritrovati. Si è riuscito a scoprire anche la famiglia proprietaria della Domus i "Sulpicius" puteolani. Si riesce a stabilire l'età del bambino che giaceva accanto alla gerla, 4 anni, e tante altre informazioni.
Veniamo adesso a Stabiae, il ritrovamento effettuato nel corso del raddoppio della ferrovia circumvesuviana nella periferia nord di Castellammare di Stabia, in via Ponte San Benedetto. Si tratta di lavori di scavo finanziati dal Ministero dei Beni Culturali, Direzione Generale di Archeologia. Gli scavi sono durati ben tre anni, dal 2009 al 2011, tra l'indifferenza dei media e il silenzio delle autorità, comprese quelle locali. Al termine dei lavori di scavo lo studio del sito venne pubblicato sul sito della Direzione Generale Archeologica. Nella relazione si legge di una domus con cucina e complesso termale, di cui furono indagati 24 ambienti della pars urbana, pars rustica e pars fructaria. Vennero rivenuti numerosi oggetti, tra cui anfore, vasellame sigillato, vasellame da mensa e servizi da portata (non è specificato di che materiale). Ambienti decorati in II e III stile. Si consideri che le pareti della struttura giacciono a m 1 dal piano di campagna. Tutto quì, non si è riusciti a risalire ai proprietari della domus e nessuno è riuscito a vedere gli oggetti ritrovati, non è indicato il luogo nel quale sono stati conservati gli oggetti ritrovati. Quel luogo negli anni verrà dimenticato e sepolto da altre opere pubbliche. Infatti, la struttura dovette essere già scoperta nel corso dei lavori del primo binario della circumvesuviana e della S. S. 145, allora denominata Corso Italia.
Meritava almeno un articolo sulla testata nazionale o quanto meno sui giornali locali?
Mi piaceVedi
altre reazioni
Commenti
Massimo Santaniello Certe
scelte di opportunità proprio non le capisco, i reperti di Stabiae in mostra al
Museo di San Pietroburgo hanno avuto un successo incredibile, in un anno alcuni
milioni di visitatori, nei dieci anni penso abbia fruttato all'Heremitage
incassi per decine di milioni di euro. Ma di turisti Russi (da non
confondere con studenti in convenzione) a Stabiae non vi è traccia. La mostra
dei reperti di Stabiae negli Stati Uniti, al Museo di Washington, altro
successo di pubblico, 3 milioni di visitatori solo nel 2004 tra i vari musei
statunitensi per milioni di euro di incassi, ma di turisti americani a Stabiae
non vi è traccia. Mi chiedo: ma che tipo di accordo è stato stipulato?
Auguriamoci che a breve la mostra venga allestita nel Museo di Quisisana, se
200 reperti hanno attirato l'attenzione di milioni di Russi e Americani, 8000
reperti dovrebbero essere sufficienti a portare incassi per sostenere i costi
del Museo. Non dico milioni di visitatori ma quanti bastano a sostenere
l'iniziativa. Insomma, la mostra dei reperti di Stabiae all'estero, nel suo
complesso ha fruttato più milioni del Grande Progetto Pompei. Su questo le
autorità dovrebbero riflettere.
Mi piaceVedi altre reazioni
· Rispondi · 22 h · Modificato
Maria Oddone La
notizia di Ponte San Benedetto venne riportata da Metropolis per un paio di
volte ma anche a me è rimasta la curiosità di sapere e vedere, nel tempo mi
sono fatta l’idea che i nostri reperti giramondo fanno comodo a tanti.
Mi piaceVedi altre reazioni
Massimo Santaniello Antonio
hai sicuramente evidenziato alcune criticità, ma vorrei precisare che se
volessimo elencare tutti i difetti e le carenze strutturali di Castellammare ci
vorrebbe una giornata. Invece se volessimo elencare le bellezze del patrimonio
storico-archeologico e paesaggistico ci vorrebbe almeno una settimana.
Visualizzazioni: 4.622.549
Grazie all'ampliamento del sito, i
visitatori di Pompei sono aumentati del 31% #investEU
Mi piaceVedi altre reazioni
Annamaria Nastro Ecco
quello che ci vorrebbe per Stabiae !!!
Mi piaceVedi altre reazioni
· Rispondi ·
Nessun commento:
Posta un commento