Partendo dalla nota postata l'altro giorno dal titolo "Prima gli Stabiesi" e postando questa nota di Pierluigi Fiorenza che oltre a vendere libri cerca di affiancare alla sua attività la presentazione di nuovi libri sia per la loro promozione e sia per tenere vivo l'interesse per la cultura da qualunque parte arrivi, mi vien da chiedere se è stata mai scattata un'istantanea sugli interessi che hanno gli stabiesi. ? Che potenialità numerica hanno e dove li vanno a soddisfare quando hanno qualche soldo in tasca ?
Al di là di quelli che si sono dati al commercio e all'attività di malavita, quelli che hanno raggiunto qualche risultato restando sul posto sono i ragazzi che si sono dati al remo, alla ginnastica, all'arte scenica.
Dagli anni della mia fanciullezza a Castellammare non sono più sorte aziende, anzi sono scomparse la Maricorderia, il cementificio, CIRIO, i cantieri metallurgici, le terme. Le aree agricole sono per superfice la metà di quelle di una volta. La produzione di fiori è quasi scomparsa, quella dei carciofi é al lumicino pur vantando una qualità, il Catellammare, che ci viene copiata nell'agro pontino. Siamo gli unici che siamo tiusciti a incendiare l'acqua della Madonna. Certo è una battuta, ma a Castellammare prosperano aziende che non danno lavoro se non agli amici degli amici, vedi il porto turistico, mentre quello commerciale non è più frequentato se non sporadicamente da personaggi che hanno un interesse non confessato per la nostra città. La partenza di merci via mare per le isole vicine, mentre nel porto antistante l'Acqua della Madonna sono cresciute in maniera esponenziale le barche da diporto. Da Castellammare è espatriata buona parte della delinquenza storica trasferitasi sul Mar nero in cerca, nell'Europa unitaria che dovrebbe garantiti ugualitari diritti e doveri per tutti, paradisi con regimi fiscali meno pesanti dei nostri.
Cosa fanno invece i benpensanti della politica locale ? Proclamano il principio di "Prima gli stabiesi", ma per fare cosa ? Se a Castellammare quelli che fanno politica pensano soltanto a se stessi tirando a campare dando alla popolazione locale e a quella del circontado l'idea della città gaudente produrrà qualche spicciolo nelle tasche di chi vende gelati, qualche pizza o qualche pacco di biscotti. ma non produrrà mai una nuova economia. Il turismo inoltre non ha mai prodotto lavoro di massa. E' un lavoro stagionale parcellizzato.
Castellammare è stata da sempre una città dormitorio. Quelli di "Quisisana" arrivavano soltanto d'estate e le categoeie lavorative dell'epoca eranoa rtianali, I treni dalla Vesuviana portano, al mattino, gli stabiesi a Napoli o negli altri comuni vicini, ma non turisti e la sera li riportano a casa. I tentativi fatti in passatiìo di creare dei professionisti da utilizzari nel Cantiere navale hanno prodotto un manufatto attualmente occupato per altra destinazione d'uso e la deportazione dei tanti ragazzi che si diplomarono a Monfalcone o altrove.
La ferrovia dello stato fra poco diventerà un monumento inutile se i cantieri navali non avranno più bisogno di difornirsi via terra.
FARE POLITICA non significa abbatiarea alla luna, ma lavorare sul territorio per realizzarne al meglio la fisionomia elettiva e le attività di supporto privileggiando quelle che guardano al futuro realisticamente o per iesumare quelle potenialità residue di passate iniziative per non scaricare a mare milioni di litri d'acqua, riproporre una industria conserviera nella misura sopportabile, rilanciare il turismo garantendone la vivibilità espellendo dal territorio ui soggetti negativi, favorendo quelle tradizioni ancora sostenibili con uno sguardo alle esperienze praticate in altri territori ed ancora migliorando l'attività amminstrativa dando ragioni ai soggetti sani del panorama cittadino e a quelli che vi vogliono investire.
Gioacchino Ruocco
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