La punizione è stata meno pesante di quella richiesta, ma sempre di punizione pesante si tratta. La squadra illecitamente aveva tratto un vantaggio da un risultato aggiustato e gli organi federali hanno preso i provvedimenti sanzionatori che hanno ritenuti opportuni penalizzando sia il Sorrento di 2 punti e 20.000,00 € di multa e la Juve Stabia di 5 punti che dall’illecito ha tratto il massimo vantaggio nella speranza che altri non ripetano il reato.
Abbiamo scritto alcuni giorni addietro che il provvedimento così com’era stato richiesto non lo si poteva tollerare contro una persona giuridica, ma i provvedimenti contro le persone fisiche, se i ricorsi non avranno ragione contro le accuse, non sono state trascurate anche se chi si rende responsabile degli illeciti sportivi a qualsiasi titolo andrebbe espulso dall’attività con diffida a frequentare gli ambiti sportivi professionistici e dilettantistici.
La prova contro il Torino, qualunque sarà il risultato, dovrà essere la rinascita della squadra e della società. I recenti abbandoni di alcuni giocatori hanno sicuramente una motivazione diversa da quella fornita. La malavita a Castellammare deve finire. Bisogna trovare il modo di sconfiggerla e allontanarla dal calcio. Una cittadina come Castellammare non può cedere le chiavi della città a chi la seppellisce nella vergogna per procurarsi guadagni illeciti che come controindicazioni nocive hanno solamente il carcere e la morte violenta.
E’ vero che Castellammare è una città in crisi, e il fatto che la mala vita non basta neppure a se stessa dovrebbe far riflettere le forze dell’ordine per accerchiarla e ridurla in manette nei luoghi di pena adatti a non far proliferare il malaffare.
Il campionato era partito da -1, oggi riparte da – 6, ma non mi tremano più i polsi come all’inizio dei miei commenti. Chi mi fa tremare è la dirigenza che dovrebbe prendere coscienza della propria condizione e non diventare nelle mani della malavita locale “strumento cieco di oculata rapina” com’era solito dire l’ingegnere Gioacchino Terzolo che conobbi nel 1963 a Torino quando ero alle dipendenze dell’ANCC (Associazione nazionale per il controllo della combustione) a proposito del nostro lavoro di preventori sugli apparecchi a pressione. Per alcuni di questi i controlli erano superflui tanto è vero che furono aboliti con DM del 21/05/1974 per cui pagavano un canone annuale che non avrebbero dovuto pagare in quanto il nostro controllo era superfluo.
Chi si abbassa i pantaloni rischia di diventare connivente….. il resto da fare lo lasciamo alle coscienze sane che si ancora motivo di credere che esistono ancora...
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