Quand'ero ragazzo c'era lo stabilimento Malafronte che poi diventò, come qualcuno raccontava, anche padrone dello scoglio.
Davanti Rovigliano andavamo per cannolicchi. Le telline erano poche e i lupini un po' di più. L'acqua era pulita e io la bevevo quando irrigavamo il terreno che i miei nonni materni coltivavano.
Era il tempo del dopo guerra e sulla spiaggia affioravano residui di nafta, ma una volta scomparse le truppe di liberazione finì quel primo disagio e non ne affiorarono fino a quando non arrivarono dalla Svizzera le fabbriche di medicinali Lepetit e poi Fervet che inquinarono la foce. Successivamente ci pensarono quelli dell'interno e i paesi lungo il percorso a rovinarlo del tutto rendendolo il fiume più inquinato della terra.
A guardare i rifiuti raccolti e le condizioni di abbandono in cui si trova l'arenile tra la ferrovia o la campagna e il mare viene da pensare che il territorio può morire sfinito dalle violenze perpetrate su di lui.
Oltre alle canne la plastica sotto forma di bottiglie, giocattoli, taniche, cassette, le siringhe, i copertoni, camered'aria, fusti, giocattoli, sedili, e tanto altro ancora. Materiali a lungo deperimento.
L’operazione è stata promossa
dall’Associazione Scout CNGEI di Trecase e da Let's do it! Itay, patrocinata
dal Comune di Torre Annunziata e dall'Ente Parco Regionale del Fiume Sarno.
Scopo dell’evento, in generale, è modificare il rapporto tra società e modello di produzione e distribuzione.
Ripensare l’uso delle risorse e lo smaltimento dei rifiuti, nell’ottica della loro riduzione, del riuso dei materiali, della riproggettazione delle dinamiche di produzione dei beni di consumo.
Da Il Mattino di Napoli
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