Martedì, 18 Novembre 2014 19:18
Il CAT porta in scena "Ferdinando" di Annibale Ruccello
Scritto nel 1985, Ferdinando è considerato il capolavoro di Annibale Ruccello (1956-1986), attraverso la vicenda di donna Clotilde e del giovane Ferdinando, Ruccello racconta l’ascesa della nuova classe sociale, la borghesia rampante e senza scrupoli, che nell’Italietta liberale scalza definitivamente la decadente società aristocratica, dopo che i suoi rappresentanti (i Savoia) avevano scacciato i legittimi sovrani preunitari. Il Ferdinando del titolo è un giovane, lontano nipote di donna Clotilde, che porta un raggio di sole nella grigia e monotona vita dell’ipocondriaca padrona di casa, relegatasi a letto ed accudita dalla nipote Gesualda (una parente povera accolta in casa, ma costretta al rango di governante), il cui unico diversivo è la quotidiana visita del parroco, don Catello. I tre personaggi sono legati da poco affetto e molto interesse, per cui esiste un reciproco, forte astio ed una rabbia che continua ad emergere. Donna Clotilde ritiene che entrambi mirino all’eredità e che questo sia l’unico motivo che costringe sacerdote e nipote ad essere cortesi con lei. La routine viene infranta dall’arrivo del ragazzo, inizialmente visto come una benedizione, come un segno divino che porta nuova linfa in una famiglia avvizzita e destinata a scomparire, ma i rapporti che si instaureranno tra i quattro personaggi sfoceranno in ulteriori tensioni, gelosie ed invidie, fino al doppio finale tragico che riporterà le due donne alla triste vita di ogni giorno. Il lavoro potrebbe essere letto come una metafora del Mezzogiorno doppiamente stuprato e derubato dall’invasione piemontese; come esempio dell’incapacità di reagire di un’aristocrazia, quella borbonica, ormai infiacchita e chiusa nello sterile ricordo del glorioso passato; come passaggio – non solo dal punto di vista generazionale, ma soprattutto culturale – del potere da una classe corrotta sì, ma ancora capace di riconoscere alcuni principi (anche se li trasgredisce), ad una nuova leva invece assolutamente priva di qualsiasi scrupolo morale.
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