Blog di cronaca, riflessioni, storia, attualità, arte, avvenimenti, personaggi dentro e fuori del territorio e del tempo di questa città che si dice fondata da Ercole, distrutta dal Vesuvio e rinata senza conseguire quel successo che da secoli meriterebbe per le innumerevolo sorgenti curative e non che danno acqua e refrigerio alla città e a quelli che le attingono.......
Quella che sta per arrivare non sarà una Pasqua all’insegna del bel tempo. In sintesi: Venerdì sera temporali sul Nordest, poi al Centrosud entro sabato. Pasqua instabile al Centrosud. Pasquetta fresca e instabile su tutta la Penisola. «Sarà primavera fino a venerdì con prevalenza di bel tempo – spiega il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara – poi ci sarà un peggioramento del tempo con un abbassamento della temperatura per la Pasqua». «L’alta pressione delle Azzorre non ci interesserà infatti in modo diretto e saremo comunque lambiti dalle grandi perturbazioni atlantiche. Sabato a Castellammare Di Stabia cieli molto nuvolosi o coperti con deboli piogge, in intensificazione dalla sera con rovesci anche a carattere temporalesco, sono previsti 17mm di pioggia. Durante la giornata la temperatura massima registrata sarà di 16°C, la minima di 11°C, lo zero termico si attesterà a 1950 m. I venti saranno al mattino moderati e proverranno da Sud-Sudovest, al pomeriggio moderati e proverranno da Ovest-Sudovest. Mare mosso. Nessuna allerta meteo presente. 3bmeteo
Castellammare di Stabia – Traffico totalmente paralizzato a Castellammare di Stabia, con gravi ripercussioni sulla circolazione della strada statale sorrentina, a causa di un corteo di ex lavoratori delle Terme di Stabia che stanno manifestando in seguito al fallimento della società partecipata del Comune. In piazza anche gli studenti: è comparsa una bandiera nera, simile a quella dell’Isis, sulla quale c’è scritto in giallo «Terme di Stabia».
Circa 500 – secondo i promotori – i manifestanti. In seguito al fallimento 100 lavoratori fissi e 100 stagionali hanno perso il posto. Solo per i primi resta un residuo di cassa integrazione fino alla fine di maggio. Ai manifestanti, che sfilano in silenzio, come per simulare un corteo funebre, si sono unite la delegazione dei lavoratori della Fincantieri, e circa 200 studenti delle scuole superiori con lo striscione:«Salviamo le Terme di Stabia».
«Se ci bloccate il futuro, noi vi blocchiamo la città», urlano gli studenti, in particolare quelli del liceo classico ‘Plinio Seniore’. Il corteo si apre con lo striscione delle Terme, sul quale i lavoratori hanno scritto: ‘Politica corrotta. Politica fallita’. Segue lo striscione della ‘Fincantieri’, qualche bandiera dell’associazione del Movimento Neoborbonico e chiudono gli studenti.
Il corteo, partito alle ore 9 dal complesso delle Terme di Stabia attraverserà l’intera città per chiudere la manifestazione davanti al Comune di Castellammare di Stabia, in piazza Giovanni XXIII.
Bagno di folla, ieri sera, per Vittorio Sgarbi e per la sua Lectio Magistralis sul Rinascimento.
L’evento organizzato alla Reggia di Quisisana per la presentazione del suo libro “Gli anni delle meraviglie” da Piero della Francesca a Pontormo, è stato un successo. Mantegna, Cosmè Tura, Botticelli, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, ma anche Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto e Tiziano insieme alla brillante parlantina con la quale Sgarbi riesce a introdurre qualsiasi tematica, dall’arte alla politica, hanno reso la serata un incontro unico e appassionante.
“Non c’è, probabilmente, nella storia umana e nella sua espressione attraverso l’arte, momento più alto e fervido d’ invenzioni di quello che va dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento, da Piero della Francesca a Pontormo” così il celebre critico definisce gli anni del Rinascimento, anni che a suo dire hanno contribuito a unificare l’Italia molto prima dei moti Risorgimentali, un’unità basata sulla lingua, l’arte e la cultura.
Presentialla serata, organizzata da Allegra Ammirati, il giornalista Giuseppe Giorgio che ha presentato la serata, la critica letteraria nonché operatrice culturale dott.ssa. Annella Prisco e il sindaco Nicola Cuomo.
Prima di tenere la sua presentazione, Sgarbi ha anche visitato il piano terra della Reggia che contiene importantissimi reperti archeologici provenienti dalle varie Ville Romane di Stabia. Reperti, testimonianze e sale reali : “fredde e adibite a stanzoni da operai, quasi come se non si volesse meritare di avere a pochi passi così tanta bellezza”. Queste le parole di Sgarbi che con sottile ironia ha voluto criticare la conservazione e la tenuta della Reggia Borbonica. A seguire, durante la seconda parte della serata, si è tenuta la cosiddetta CENA SGARBATA dove, riprendendo un po’ i costumi e le tradizioni conviviali del Rinascimento, sono stati presentati tutti i prodotti tipici del territorio campano. Uno show-cooking realizzato per rispecchiare l’originalità dell’illustre ospite.
Ma, come detto, a fare notizia è stato il giudizio di Sgarbi per come è conservata la Reggia di Quisisana ed i reperti in essa esposti. A questo punto,da molti si è levato il coro di richiesta alla politica dell’annullamento, o la revisione, dell’utilizzo di palazzo reale per eventi gastronomici o cene di gala, specialmente se il “tenore” igienico, sanitario e di sicurezza degli ambienti reali è quello che oggi si presenta ai visitatori.
«Il programma oggetto dell’accordo con Carnival è in assoluto uno dei più importanti per l’industria italiana nel suo complesso e ci rende orgogliosi del lavoro svolto in questi anni, che ha contribuito a fare di Fincantieri un’eccellenza mondiale».
Così l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha commentato l’accordo strategico con Carnival Corporation per la costruzione di 5 navi da crociera. Affari che garantiranno occupazione e introiti nei cantieri del Nord del Paese, e che non avranno ricadute su quelli del Sud, in particolare su quello di Castellammare di Stabia. Cantieri in crisi dei quali Bono nemmeno ne parla.
«Queste 5 navi, che si aggiungono alle altre 16 che annoveriamo nel portafoglio ordini solo nel comparto crocieristico – ha continuato Bono -, potrebbero portare quindi a 21 il totale, assicurandoci il pieno sviluppo e una prospettiva strategica di lungo periodo».In ogni caso, ha aggiunto l’ad di Fincantieri, «per continuare a fronteggiare con successo i nostri competitor, è necessario che al nostro interno le competenze di processo e di prodotto si arricchiscano ulteriormente di contenuti». Per questo, secondo Bono, è necessario «che tutti operino con il massimo impegno, perché questa è l’unica via per difendere le posizioni di leadership conquistate». Un piano di rilancio di Fincantieri, che però ha dimenticato Castellammare.
Arcadia Yacht non è solo una barca, è un nuovo modo di vivere il mare. L’impresa è nata nel 2008, proprio quando soffiava forte il vento della crisi economica mondiale. Ma Ugo Pellegrino, creatore e amministratore unico di Arcadia, non si è scoraggiato e ha tirato dritto nel suo progetto di creare una imbarcazione “ecofrendly ed ecotech”.
La barca Arcadia ha la sovrastruttura in cristallo, che trasforma l’ambiente interno in una sorta di giardino d’inverno e ti fa sentire all’aria aperta anche se sei al coperto. E provoca un abbattimento della temperatura di 18 gradi tra ambiente esterno e interno. I pannelli solari integrati ai vetri apportano circa 4 kw di energia pulita, che permette all’armatore di limitare l’uso dei gruppi elettrogeni. Il tutto grazie a progetti sviluppati in sinergia con la facoltà di Ingegneria dell’università di Napoli. La prima barca prodotta nello stabilimento di Castellammare di Stabia è stata presentata alla fiera di Dusserdolf nel gennaio 2010, tra lo scetticismo dei concorrenti che scommettevano sul fallimento dell’impresa di Pellegrino. Invece, 10 minuti dopo l’apertura dei cancelli, la prima barca era già venduta. Quattro anni dopo, navigano già 11 Arcadia da 85 piedi, quattro da 115 piedi, uno da 100 piedi.
Furto alla scuola di Vico Equense. I carabinieri arrestano uno dei ladri
Nelle prime ore della mattinata odierna, i carabinieri della stazione di Vico Equense hanno arrestato Leo Mario, 50enne di Ponticelli, con precedenti per reati contro il patrimonio, in esecuzione di un’ordinanza cautelare in carcere emessa dal g.i.p. del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura della Repubblica in quanto ritenuto responsabile dei furti di materiale informatico presso una scuola di Vico Equense e di un’autovettura avvenuti il 03 dicembre 2014. L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata e condotta dalla stazione carabinieri di Vico Equense. L’attività, avviata immediatamente dopo la denuncia del furto di materiale informatico dalla scuola “Pascoli” di Vico Equense, ha permesso agli investigatori di dimostrare, in breve tempo, come il reo, unitamente ad altri due complici in fase di identificazione, aveva asportato, nella notte tra il 2 ed il 3 dicembre 2014, personal computer, fotocamere e videocamere dall’istituto scolastico per un valore di oltre 6.000 euro, dopo essere penetrati all’interno dello stesso da una finestra, avere forzato due armadi metallici e praticato un buco nella parete dell’aula di informatica. L’analisi dei sistemi di videosorveglianza privati e comunali presenti in zona compiuta dai carabinieri ha permesso di ricostruire i movimenti dei ladri che erano giunti in auto nei pressi della scuola, avevano compiuto il furto e, successivamente, avevano anche rubato una autovettura parcheggiata sulla pubblica via nelle vicinanze per trasportare il materiale rubato ed allontanarsi, sui due veicoli, dalla penisola sorrentina. E’ emerso, inoltre, che nei giorni precedenti i malviventi avevano anche effettuato due sopralluoghi nelle vicinanze della scuola prima di commettere il reato. Elemento importante nelle indagini è stato il ritrovamento da parte dei carabinieri di Vico Equense, nel primo pomeriggio del giorno del furto, dell’auto rubata parcheggiata sulla pubblica via a Napoli, quartiere Ponticelli, proprio nei pressi dell’abitazione dell’indagato.
Una barca al largo di Castellammare di Stabia. A bordo ricettatori e acquirenti di farmaci. Lontano da occhi indiscreti.
Sembra la scena di un film, di quelli americani in cui trafficanti e spacciatori di droga al dettaglio trattano partite provenienti dal sud America. In questo caso la droga non c'entra. Anche se ad alcuni degli indagati è stata contestata pure la «detenzione di sostanze stupefacenti». Ma semplicemente perchè sono considerati stupefacenti molti dei costosi medicinali, rubati e venduti a farmacisti compiacenti o all'estero. I militari della Guardia di Finanza di Fiumicino, pedinando elettronicamente e fisicamente Vincenzo e Pasquale Alfano, hanno accertato che vendevano gli stock di farmaci rubati al migliore offerente. Una specie di asta. I pezzi venivano raccolti nei capannoni dell'hinterland napoletano dopo essere stati sottratti negli ospedali di mezza Italia. Qui avveniva l'inventario. I farmaci ospedalieri non potevano certo essere rivenduti agli ospedali italiani e nemmeno alle farmacie (hanno etichette e confezioni diverse).
Per questo venivano confezionati e inviati in Albania, Ungheria, Bulgaria. Qui c'era chi li acquistava e poneva in vendita sotto costo. Ma in qualche caso gli affari erano anche maggiori perchè all'estero ci sono farmaci che, per la loro difficoltà di reperimento, hanno prezzi di mercato anche doppi rispetto a quelli italiani. Per i medicinali non ospedalieri tutto era più facile. Sono state individuate due farmacie (una a Napoli e l'altra a Salerno) che prendevano i farmaci rubati in «conto vendita» e poi li pagavano sotto costo alla banda.
Castellammare di Stabia. Un delitto, un movente preciso ed un assassino, ma con l'arma mai ritrovata arriva una condanna ben più lieve delle richieste. Ieri mattina è arrivata la sentenza per Pasquale Rubicondo, il 56enne accusato dell'omicidio di Luigi Belviso – 48 anni, zio del pentito di camorra Salvatore Belviso, uno dei sicari del consigliere comunale stabiese Gino Tommasino ed ex braccio destro del boss Vincenzo D'Alessandro – e del ferimento del figlio 21enne Francesco.
Il gip Elena Conte, a chiusura del processo celebrato con rito abbreviato che prevede uno sconto di un terzo sulla pena, ha deciso di condannare a 16 anni (anziché 24) di reclusione l'unico sospettato di quell'omicidio dai tratti non ancora completamente chiari. Il grave episodio di sangue si verificò nel novembre 2013 tra via Pietro Carrese e via Virgilio, pieno centro di Castellammare di Stabia. Rubicondo e i Belviso si erano incontrati già in precedenza promettendosi a vicenda un nuovo chiarimento.
Al centro della disputa c'era una somma vicina ai 300 euro per una prestazione da badante che Rubicondo non aveva intenzione di pagare alla moglie di Belviso. La questione accese gli animi e sfociò in un accenno di rissa che – come dimostrano anche alcuni fotogrammi delle telecamere di un supermercato – improvvisamente si trasformò in tragedia. Dalle immagini non è chiaro se ci fossero spranghe o altre armi, ma i Belviso aggredirono Rubicondo che, però, estrasse una pistola e sparò alla cieca diversi colpi. Quelli che andarono a segno, uccisero Luigi, mentre un altro ferì lievemente il figlio Francesco. Rubicondo si allontanò velocemente dal luogo del delitto a piedi, percorrendo le strade del centro.
Arrivò in una zona della periferia stabiese, lanciò la pistola in un canale per l'irrigazione e, dopo alcune ore, si consegnò alla polizia ammettendo di essere stato lui a sparare. Ma di quella pistola non è mai stata trovata traccia e, senza l'arma del delitto, la richiesta dell'ergastolo avanzata dalla pm Francesca Sorvillo non poteva essere che respinta. Ai 16 anni incassati da Rubicondo – difeso dagli avvocati Francesco Romano e Michele Cerabona – si aggiunge una provvisionale da 10mila euro ciascuno per le parti civili, rappresentate dal penalista Francesco Schettino che pure aveva chiesto «una pena esemplare, ma non il carcere a vita» al gip del tribunale di Torre Annunziata.
Inizia la sua attività giornalistica presso la redazione napoletana de l'Unità, per cui lavora dal 1975 al 1982, avvicinandosi alla corrente politica del migliorismo. Nel 1982 lascia Napoli per assumere l'incarico di responsabile dell'inserto regionale dell'Emilia-Romagna, venendo poco dopo chiamato alla sede romana del quotidiano.
Nel 1988 passa a la Repubblica, di cui resta vice-direttore di Eugenio Scalfari prima e di Ezio Mauro poi. Responsabile dell'edizione on-line del quotidiano e corrispondente da Londra, nel 2002 lascia la testata per fondare e dirigere Il Riformista, giornale della sinistra moderata (che lui ha definito "arancione").
Nel 2006, in vista delle elezioni politiche, si candida come senatore con Democrazia è Libertà - La Margherita e viene eletto nella circoscrizione Campania. Nella XV legislatura ricopre l'incarico di segretario della III Commissione Permanente del Senato della Repubblica, Affari Esteri, Emigrazione. Le sue iniziative legislative si sono sempre concentrate su temi di attualità, tra cui il famoso Ddl contro i “Fannulloni” della Pubblica Amministrazione e l'uso delle intercettazioni telefoniche.
Nel 2007 viene eletto segretario cittadino della Margherita a Napoli. Nel 2008, nonostante le richieste della Margherita, rifiuta di ricandidarsi al Senato tornando a dirigere "Il Riformista" che aveva lasciato durante l'esperienza parlamentare. Fa parte di numerosi think-tank ed associazioni internazionali, tra i quali "Policy network", "Les Progressistes" e Aspen Institute.
Il 30 dicembre 2010, in vista di un cambio di proprietà del giornale, annuncia le sue dimissioni da direttore del Il Riformista.
Premio Tatarella a Polito. Placido legge Sofocle per ricordare il 'ministro dell'Armonia'
A Roma consegnato il premio per il giornalismo politico all'editorialista del Corsera. In tanti ricordano 'Pinuccio'
Roma, 19 mar. (AdnKronos) - Antonio Polito, editorialista del 'Corriere della Sera' e direttore del 'Corriere del Mezzogiorno', è il vincitore del 'Premio Giuseppe Tatarella' per il giornalismo politico.
Al giornalista di Castellammare di Stabia, nel corso della cerimonia che si è svolta a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, è stato consegnato un olio su tela del Maestro Gennaro Picinni. A fare gli onori di casa la signora Angiola Filipponio, vedova di Giuseppe Tatarella, il 'ministro dell'armonia' scomparso nel 1999.
Tantissime le personalità presenti, dal mondo della politica a quello del giornalismo e dell'editoria. Da Gianni Letta, all'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, passando per i tantissimi ex An presenti al Palazzo delle Esposizioni: Mario Landolfi, Italo Bocchino, Roberto Menia, Roberta Angelilli. E poi l'ex sottosegretario al Lavoro Pasquale Viespoli, il senatore di Ap Aldo Di Biagio. Tutti in campo con Tatarella nella stagione della nascita e dell'affermazione del centrodestra, nella prima metà degli anni '90. Centrodestra a cui lo stesso Tatarella, tra i fondatori di An, diede grande impulso, da vicepresidente del consiglio nel primo governo Berlusconi e poi numero due della Commissione bicamerale per le riforme.
In sala anche Francesco Schittulli, europarlamentare di Fi candidato in Puglia per la presidenza della Regione, l'ex deputata azzurra Gabriella Carlucci, l'editore dell'Adnkronos Giuseppe Marra. Attesi anche Luciano Violante, Massimo D'Alema, Angelino Alfano e Raffaele Fitto. Presenti inoltre il regista e attore, Michele Placido, anche lui pugliese come il politico di Cerignola e lo chef Gianfranco Vissani. Il riconoscimento, alla sua prima edizione, è promosso dalla Fondazione e dall'Associazione Giuseppe Tatarella, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Puglia, e i Comuni di Bari e Cerignola, la città dove era nato Tatarella nel 1935.
Incendio presso l’Hotel delle Terme. Dal secondo piano della struttura abbandonata da diversi anni sono apparse improvvisamente lingue di fuoco che hanno fatto scattare l’allarme. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, polizia municipale e carabinieri della compagnia di Castellammare, agli ordini del capitano Gianpaolo Greco e del tenente Carlo Santarpia.
Il rogo è stato domato dai pompieri che procederanno poi nel verificare le condizioni generali dell’edificio. I militari hanno già effettuato i primi rilievi. Nei locali dov’è divampato l’incendio si trovavano alcuni maCterassi e diverso materiale facilmente infiammabile.
Il vecchio albergo è utilizzato talvolta come riparo da parte di alcuni senzatetto e non è esclusa la pista del rogo accidentale. La struttura è di proprietà della partecipata comunale Sint, è in disuso da molti anni e una volta serviva la clientela delle Nuove Terme di Stabia.
Gli inquirenti hanno già avviato le indagini per individuare i responsabili ed è probabile che nelle prossime ore verranno acquisiti i filmati delle telecamere della videosorveglianza cittadina posizionate in zona.
Bollette salate che nascondono contratti di energia elettrica e gas falsi oppure, peggio ancora, mai firmati. È allarme nell’area stabiese, come segnalato dalle associazioni consumatori attive sul territorio.
Sarebbero decine i casi di contratti non richiesti stipulati al telefono o con firme contraffatte. Del resto, bastano pochi dati per attivare un servizio non richiesto e intascare il premio produzione.
Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Dimensione Civica, con un esposto dettagliato inviato alla procura della Repubblica di Torre Annunziata, che ha aperto un’inchiesta. «Il signor G.M. è un nostro associato – dice il coordinatore Terenzio Morgone – e alcuni giorni fa ha ricevuto l’avviso da una società di recupero crediti perché non avrebbe pagato il passaggio da un gestore all’altro di energia elettrica. Il contratto sarebbe stato firmato in un giorno di luglio, in cui il contraente non era nemmeno a casa perché in vacanza al mare. Per di più – continua – una volta recuperato il contratto è emerso che la firma era contraffatta e lo stesso arrecava un indirizzo completamente sbagliato». In alcuni casi, i contratti fasulli erano invece intestati addirittura a defunti o, comunque, a finte identità. A destare scalpore è anche il caso di un cittadino gragnanese, residente in via Lamma.
In questa circostanza nella lettera inviata dalla società in questione era chiaramente ripetuta più volte la dicitura «via dei Lammi», strada inesistente nella città dei Lattari. «A questo punto – afferma Vincenzo Gentile, responsabile legale di Dimensione Civica – abbiamo deciso di presentare l’esposto e nel contempo abbiamo avviato le pratiche per chiedere i danni alle società, che riteniamo responsabili di una vera e propria truffa». Ma come si fa ad avere un nuovo contratto, con nuove clausole, se non si è firmato nulla? Il punto è che spesso gli autori dei misfatti sono alcuni agenti commerciali, a cui le aziende energetiche appaltano la vendita e la promozione dei propri prodotti. Insomma quei signori che si presentano alla porta e propongono cambi di tariffe o cambi di gestore.
Nell’area stabiese è accaduto anche che alcuni di questi agenti abbiano addirittura compilato di loro pugno i nuovi contratti, prendendo nomi e cognomi dai campanelli delle abitazioni. Basta poi una firma falsa ed è fatta: la famiglia di turno si ritrova con un nuovo contratto, magari meno conveniente, e senza nemmeno saperlo.
Secondo le associazioni intervenute sulla vicenda, «nell’area stabiese ci troviamo di fronte a una situazione molto strana. Quel che è certo è che una società di gestione d’energia non si è minimamente posta il problema che vi sia l’assenza del documento d’identità in allegato al contratto stipulato. Inoltre bisogna sottolineare la mancanza di professionalità di alcune società che, nonostante siano state presentate delle intimazioni a far riattivare l’utenza distaccata per morosità, non hanno preso alcun provvedimento, causando problemi alle famiglie coinvolte.
Attendiamo nuovi sviluppi in merito – concludono – ma nel frattempo questi cittadini, attraverso l’associazione, hanno deciso di sporgere denuncia alle autorità competenti». Intanto, secondo i dati ufficiali, il fenomeno sarebbe in netto aumento in tutta la Campania, dove diverse procure stanno indagando per falso in scrittura privata. Nell’84% dei casi il fenomeno riguarda le famiglie. E gli autori dei misfatti sono alcuni agenti commerciali. Le aziende energetiche non gestiscono in proprio la rete di vendita e i centralini di procacciatori e si affidano su appalto a rappresentanti e società di rivenditori.