venerdì 29 gennaio 2016

Lengua napulitana / Lingua napoletana di Amedeo Messina e


Nota di Gioacchino Ruocco

Nel mio percorso di scrittura, lettura e apprendimento del napoletano  ho dovuto fare i conti con una mancata formazione culturale specifica. Per gli anni che avevo dieci anni, era impossibile, ma sono arrivato comunque a farmi promuovere in napoletano dal mio professore di italiano Giuseppe Iorio  nel 1956 che fu incuriosito da un mio compagno di scuola che per non fare lezione gli racconto che scrivevo poesie in napoletano. 

Ho appreso giorno per giorno sui libri che mi capitavano tutto quello che volevo sapere. Ho scoperto di avere un quasi parente come compagno di strada assieme a quelli che mi ero scelto tra i più noti.

Quelli che preferiscono esprimersi in altre lingue hanno problemi che non mi interessano. Quando le loro richieste mi arrivano  dò ad intendere bonariamente che non li capisco con le uniche due espressioni che ho appreso duramte gli anni di studio. Il mio orecchio percepisce soltanto il napoletano e l'italiano.

Venendo al napoletano, specialmente oggi, quelli che appaiono colti mettono su una loro scuola di pensiero pontificano sull'ortografia e imprecano contro chi non la pensa come loro. 
Tutti gli scritti che mi sono passati per le mani non parlano di accenti e dicono cose che in buona parte vengono contrabbandate come proprie quando fanno comodo per dare sostegno cattedratico alle loro dissertazioni.

Chi invece sta sulla sponda opposta e non è accultro scrive le parole ignorando i suoni muti che sono arrivati dalle nostre parti nei secoli dei secoli ad incominciare dal tardo latino, dal greco, dagli arabi, dai lanzechinecchi, dagli spagnoli, dal toscano, dai tedeschi, dagli zingari e da tutti gli altri che ci hanno invasi o liberati, sfruttati e derubati lasciandoci un po della loro cultura  e dei loro sentimenti, del loro malessere e quelo che non sono riusciti a portar via.

Vivendo mi sono accorto che a distanza di pochi chilometri di distanza da Castellammare si parla con accento di verso da quello stabiese, con inflessioni che ricordano litanie o mal di pancia, articoli che hanno alta scrittura un 'e che diventa i, un o che diventa u e maschili che diventano femminilie e viceversa.

Il  posso del verbo putè diventa in penisola pote, termini del secolo scorso che hanno ceduto il passo ad altri di oggi vengono ancora adoperati mettendo a repentaglio la comprensione di quelli che abitano un po' più su o un po' più giù nel paese.

Internet ha fatto il resto, un " per " è diventato un X,  bene  bn e tante altre abbreviazioni ancora.

Io provo a vivere la mia poetica e i professori dicessero quello che vogliono, tanto non li  capisco!

                                                                         Gioacchino Ruocco  29/01/2016



Amedeo Messina

Chi sono

Bisbigli e grida Blog riservato alle culture dei linguaggi della Campania e del napoletano in particolare. Accoglie solo posizioni, analisi o ragguagli militanti e riflessivi Zuzzurre e strille Bloggo arreservato p’’e cculture r’’e lenguagge r’’a Campania e d’’o nnapulitano mparticulare. Accoglie sulo pusizzione, analese o ammasciate particiane e refressive



Proposte per una ortografia della lingua napoletana



La grafia del napoletano è attualmente svincolata. Una scrittura franca perché, non essendo questa lingua popolare entrata mai negli usi dei linguaggi ufficializzati, a nessun gruppo di intellettuali è nei secoli venuto in mente di dettare norme che la uniformassero con regole precise. Con il risultato di trovarci innanzi a una scrittura talmente libera, oscillante tra la tradizione letteraria e la ricerca di un rapporto dei grafemi coi fonemi, da permettere d’imbattersi, perfino nella stessa opera di un solo illustre autore, in molte rese grafiche diverse di medesime parole o locuzioni. Bisogna tuttavia dar merito a proposte personali che ci sono state tanto nel passato quanto di recente, anche se a volte assai bizzarre e quasi sempre prive del consenso necessario a un tentativo di unificazione ortografica della lingua.

Per molti questo stato delle cose sembra autorizzare una licenza di massacro della lingua, quale a tutti è dato di poter leggere in graffiti sopra i muri, sulle insegne dei servizi commerciali, in versi pubblicati, nelle prose di romanzi, in manifesti pubblicitari e addirittura in locandine rilasciate con il patrocinio comunale. In verità qualcuno obietta che, in assenza di una normativa, sia possibile lasciarsi andare in libertà a ogni forma di scrittura, in base al presupposto di memoria brocardiana che non c’è crimine né pena senza legge preventiva. Tuttavia le scorrettezze tutte in giro sono tali in quanto vanno a stravolgere non solo il “letterale” della lingua, ma perfino il senso stesso delle sue espressioni.

Se si vuole che il napoletano venga tutelato da una legge, che allo stesso tempo garantisca promozione e insegnamento della propria lingua, occorre in primo luogo scegliere e adottare un alfabeto che si possa utilizzare per la forma scritta. Scelta resa necessaria dalle molte differenze intercorrenti tra segni grafici e unità linguistiche dell’italiano standardizzato, quasi mai corrispondenti alla realizzazione fonica degli stessi grafi nel napoletano. C’è bisogno perciò di dare una ortografia alla lingua partenopea che recuperi un rapporto tra la caratteristica pronuncia e la scrittura, in modo da evitare, quanto più fosse possibile, incertezze o errori gravi e offrire al tempo stesso sicurezze in questa nuova alfabetizzazione.

La nostra tradizione letteraria ha fin dal Quattrocento impresso sulla forma scritta del napoletano il marchio della toscanizzazione come l’unico modello cui rifarsi. Il risultato è all’attenzione di coloro che s’intendono di lingue. Alle origini vi erano dei segni ben diversi per trascrivere fonemi peculiari del linguaggio nostro che peraltro tali son rimasti. Si privilegiava, in altri termini, una ortografia fonetica che facilitava la traduzione scritta del volgare regionale orale. kelleterreNon a caso la scrittura della lingua di Campania  X secolo, a noi nota come placito capuano, traslitterava «sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene...», una formula connessa a un giuramento orale riportato nel verbale di una controversia giudiziaria.

Per restare nello stesso esempio va chiarito come l’occlusiva velare sorda /k/ opposta all’affricata palatale sorda /c/, che la lingua nazionale scelse di risolvere scrivendole comunque con la sola /c/, fu abolita dai toscani al fine di evitare gli esiti diversi delle forme quali “amico” e “amici”, in cui non è la desinenza sola che verrebbe a essere mutata, ma perfino la radice (amik-, amic-). Il plurisecolare adeguamento scriteriato della grafia napoletana alla scrittura del volgare fiorentino ha comportato che, dicendo un tempo i locutori nostri “ammike” il plurale maschile di “ammiko”, hanno dovuto prima scriverlo come “ammiche” e poi risolverlo in un assurdo ipercorrettismo “amice” che ha del tutto imbastardita la parola originale.

Altri esempi, forse di evidenza anche maggiore, sono i tre diversi suoni della /s/ consonante. Oltre al valore suo di sibilante sonora o sorda, quando precede una vocale o le dentali -d- e -t-, essa assume anche quello palato-alveolare o prepalatale fricativo non intenso della s- preconsonantica, come accade in scola, sfugliatella e spavo, simile soltanto in parte alla pronuncia nostra fricativa palato-alveolare sorda non intensa di parole derivanti dal latino fl-, scritte come sciato, sciore e sciummo, ma con esito del tutto differente dal toscano sciopero o sciupìo. C’è poi quello palatale fricativo sonoro, uguale al suono della /j/ in francese, che si pronuncia innanzi a consonanti labiali e velari (-b-, -g-, -l-, -m-, -n-, -v-) come in sbariamiento, sgarro, slugatura, smorfia, sninfia, svacantato.

L’accresciuto numero delle pubblicazioni a stampa di  canzoni, di poesia, di narrativa e di drammaturgie in lingua napoletana ha posto in evidenza sempre più la non uniformità della scrittura, addirittura di quella che, sulla carta, avrebbe i titoli per dirsi letteraria. Non vi è autore, dai più grandi ai minimi e ai minori, che non scriva in un modo tutto proprio, e molto spesso con le forme assai diverse, le medesime occorrenze nello stesso testo. Tutto ciò di per sé allontana sia gli eventuali autori sia i probabili lettori dall’impegno di scrittura o di lettura. Tra l’altro vi è di ostacolo maggiore il brusco salto dall’idioma vivo dei parlanti alle diverse forme del napoletano scritto in cui non si riscontra mai una grafia fonetica che aiuti a riconoscersi nella propria lingua.

Il processo involutivo dei linguaggi regionali, ancora vivacissimi sulle bocche dei parlanti, sembra inarrestabile anche a causa dell’analfabetismo che vi si accompagna. Non voglio certo dire che potrà bastare una forma interdialettale di ortografia unificata per bloccare il rischio d’estinzione di una lingua. Sono però convinto che la volontà dei locutori e una politica linguistica sul piano regionale non potranno conseguire un pieno e libero sviluppo, se manchevoli di mezzi idonei a una reale alfabetizzazione nei linguaggi originari. Riflettere su questo è tanto più oggi necessario, se si vuol metter mano ad una legge di tutela e insegnamento nelle scuole del napoletano e dei dialetti territoriali, procedendo verso un’ortografia divulgativa in grado di adottare, con semplicità dei segni usati, una completa rispondenza alle pronunce in equilibrio tra plurisecolare tradizione scritta e varietà parlate nei contesti più diversi.

Ritengo che bisognerà puntare sugli esempi delle nuove pubblicazioni a stampa e con il massimo della divulgazione anche pubblicitaria, generando con criteri innovativi una ortografia non prescrittiva del napoletano regionale, in grado di rappresentare tutte le varietà fonetiche presenti nella maggior parte della Campania ed oltre, e tuttavia tale da escludere la possibilità di standardizzare in un modello unico parlate estemporanee proprie di ogni singolo territorio. Occorre in altri termini evitare in ogni modo, nei locutori intenzionati ad alfabetizzarsi, le difficoltà inattese nell’apprendimento di scrittura e di lettura dei linguaggi regionali. 

Si te penzo ancora

Si te penzo ancora


Cerco ‘e avè pacienzia
e sto aspettanno ch’’e ceveze ammaturano
pe te purtà stu frutto prelibato
ca leva ‘a cuollo tanti ‘e chilli guaje
ca nun m’arraggio cchiù proprio pe niente,
pure si ‘o cielo se fa scuro, ‘e notte
e se ne care ‘nterra
chiagnenno  comme a marzo,
cchiù pazzo ‘e me ca tutto nfuso rido.

Ma qua penziere ponno cagnà sta vita
si voglio bbene e so’ vuluto bbene ?
Si ‘e ppene songo l’ombra ‘e chistu bbene,
io cagno via e arrivo ‘o stesso a casa.
Trase e trovo a te ca staie aspettanno
pure si so’ passate dduje minute
tu tiene ‘a freva ‘e n’anno
dint’a ll’uocchie
e cchiù sperute e quanno songo asciuto.

Che r’è ll’ammore ?
E’ comme ‘a freva ‘e quanno
i me ne esco
e tu, tu vuò sape addo vaco.
Sott’’o frisco ‘e n’albero, ‘o ciardino
ca stà a dduie passe proprio ccà vvicino
pe vedè si te penzo ancora
a doppo nu minuto
o na mezora.

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido                       
29/01/2016



giovedì 28 gennaio 2016

Il ciliegio e la spada




Il Bushidō, la Via del Samurai con il suo codice di comportamento, la sua simbologia, la sua etica rigorosa e i suoi eroi leggendari, non nacque insieme alla figura del guerriero giapponese, ma si formò nel corso dei secoli. Ne seguiremo il percorso attraverso le gesta degli uomini straordinari – e qualche donna – che portarono le arti della spada a diventare un modo di vedere il mondo, un modello di vita inarrivabile e una fonte perenne di racconti e di immagini.

Il ciliegio e la spada 
Sei lezioni sull’estetica giapponese del guerriero tra leggenda e realtà
con Carmen Covito
13 marzo
Taira no Masakado: il primo samurai
10 aprile
Minamoto no Yoshitsune: la nobiltà della sconfitta
8  maggio
Fūrinkazan: l’epoca degli stati combattenti
22 maggio
Miyamoto Musashi: lo zen e la manutenzione del vuoto
12 giugno
Uomini onda: il fascino del rōnin
3 luglio
Sakamoto Ryōma: i samurai affilano la mente
Tutti gli incontri si tengono la domenica mattina dalle ore 10,30 alle 12,30
Heiji-monog.-p.-Kamakura
Costi di partecipazione:
1 incontro: 25 euro
pacchetto di 2 incontri a scelta: 45 euro
abbonamento all’intero corso: 120 euro
È necessaria la prenotazione: preghiamo le persone interessate di prenotare al più presto perché il corso sarà attivato solo se raggiungeremo il numero minimo di abbonamenti.
via Tranquillo Cremona, 27
20145 Milano
(MM1 linea rossa Buonarroti o Pagano)
Per informazioni e iscrizioni:
segreteria tel. 392.36 69.620
segreteria@centroculturaledo-hajime.com
Yoshitoshi-Waseda-201-2369

Castellammare, giovane studente aggredito e derubato a Piazza Giovanni XXIII; arrestati i colpevoli





Castellammare, giovane studente aggredito e derubato a Piazza Giovanni XXIII; arrestati i colpevoli


UN GIOVANE STUDENTE DEL LUOGO STAVA ASPETTANDO L’AUTOBUS IN PIAZZA GIOVANNI XXIII PER FARE RITORNO A CASA.
MENTRE ERA SOTTO LA PENSILINA, E’ STATO AGGREDITO DA DUE GIOVANISSIMI, CHE GLI HANNO PUNTATO UN COLTELLINO A SERRAMANICO COSTRINGENDOLO A CONSEGNARE I SOLDI CHE AVEVA NEL PORTAFOGLI.
I CARABINIERI DELLA STAZIONE DI CASTELLAMMARE, APPOSTATI NELLE VICINANZE IN ABITI CIVILI – COME FANNO ORMAI DA TEMPO NEI PRESSI DI FERMATE DI AUTOBUS E CIRCUMVESUVIANA PER PREVENIRE E REPRIMERE REATI DI QUESTO GENERE – SONO PIOMBATI IMMEDIATAMENTE ADDOSSO AI DUE GIOVANI RAPINATORI, ARRESTANDOLI PER RAPINA.
SI TRATTA DI G.L., 18ENNE DEL LUOGO E A.F., 16ENNE DI S. ANTONIO ABATE, ENTRAMBI GIA’ NOTI ALLE FORZE DELL’ORDINE
IL MAGGIORENNE E’ STATO TRADOTTO AI DOMICILIARI IN ATTESA DI RITO DIRETTISSIMO; IL MINORE E’ STATO ACCOMPAGNATO NEL CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA DEI COLLI AMINEI.

Castellammare, furto al Viale Europa. Dei malviventi hanno…


pistola

Ennesimo furto a Castellammare di Stabia. Questa volta nel mirino dei rapinatori è finito un negozio di articolo per bambini del centralissimo Viale Europa. Il tutto è accaduto in pieno giorno: erano da poco passare le 14.00 di mercoledì 27 gennaio, quando due rapinatori hanno fatto irruzione nel negozio portando via l’incasso.
I malfattori sarebbero entrati nel negozio, probabilmente da qualche ingresso secondario, eludendo i sistemi di videosorveglianza e soprattutto evitando di farsi notare dai passanti che a quell’ora frequentano la zona nevralgica della città delle acque, tra ospedale e uffici pubblici.
E’ questo l’ennesimo episodio di un’escalation di furti e rapine che stanno alzando sensibilmente il livello di allarme nelle strade stabiesi.

NOTIZIE DI CASTELLAMMARE DI STABIA.


Gianluca Myo e Carmine Cascone hanno pubblicato qualcosa in NOTIZIE DI CASTELLAMMARE DI STABIA.
   
Gianluca Myo
22 gennaio alle ore 19:12
Riportiamo i risultati del questionario sulla città postato dall’Associazione Myo in autunno. Ringraziamo quanti hanno partecipato e risposto.
Vivo a Castellammare di Stabia…
1. Quale aspetto apprezzo della mia città?
La posizione geografica, il mare, il territorio, il patrimonio storico, la villa, tutto, centro antico, la cordialità,la natura, le terme,
*** nulla
2. Quale aspetto detesto della mia città?
Disordine,traffico,disoccupazione,spazzatura,camorra,egoismo,indifferenza,amministrazione, illegalità,villa comunale,cattiva gestione delle risorse,ignoranza dei cittadini, droga
3. Cosa potrei fare di concreto per migliorarla ?
Giornate ecologiche, uso della bici, zone a traffico limitato,istruzione ed educazione alla cittadinanza, pulizia, pitturazione edifici, lavaggio strade, dare l’esempio, restauro centro antico,dare lavoro
*** Iniziare da zero
Considerazioni sul questionario :
Domanda n° 1 - Tutti gli intervistati sono consapevoli delle straordinarie risorse della città
Domanda n° 2 – Varie sono le risposte ma è interessante come molti intervistati percepiscono la mancanza di educazione alla cittadinanza,sentimenti vari come l’indifferenza e l’ignoranza(mancanza di conoscenza delle risorse e dei problemi della città).
Domanda n° 3 - Emerge il bisogno di dare esempi tangibili, ecologici. Restauro di edifici e monumenti, infine il lavoro
*** Ci piace evidenziare anche la rabbia in alcuni intervistati il cui sentimento di disincanto, sfiducia, smarrimento azzera gli aspetti “apprezzabili” e offusca la visibilità di proposte ed iniziative. E’ interessante notare anche il bisogno di rinascita.

Solidarietà – Castellammare: L’Albania è qui

Postato da  il 22 gen 2016 in ArticoliCastellammare di Stabia,Primo Piano
Solidarietà – Castellammare: L’Albania è qui !



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a cura di Amos Donner
I social network intercettano un malcontento cittadino sulla solidarietà in Albania. Anche qui c’è tanto da fare. Tuttavia i poveri della globalizzazione non hanno confini
Quando nel XVI Secolo Sant’Ignazio di Loyola inviava i missionari per le Indie ad annunziare il Vangelo, San Filippo Neri si rifiutò perché riteneva che c’era bisogno di evangelizzare anche nella città dei Papi.
Il brevissimo aneddoto che abbiamo introdotto ci aiuta a capire che i problemi che attanagliano l’umanità sono in realtà universali. Certo, le terribile sciagure che costringono milioni di bambini del Terzo Mondo a morire di fame non sono certo paragonabili a sofferenze dell’opulenta società occidentale. Eppure, nel nostro quotidiano, agli angoli delle strade della nostra città non è inconsueto trovare persone e bambini in situazioni estrema indigenza, una condizione così paradossale che la riteniamo inaccettabile nel contesto in cui viviamo, motivo per cui non le guardiamo e soprattutto non le accettiamo.
Ma a qualcuno questo dettaglio non è sfuggito. In particolare parliamo della recente iniziativa di Don Pasquale Somma della Chiesa del Carmine, che vede coinvolti giovani e grandi per la raccolta fondi e alimenti per sostenere un campo Rom vicino Tirana (Albania). La questione che ha già suscitato qualche polemica si è anche trasposta sulle bacheche dei Social Network, visto che è stato fatto un vero e proprio elenco dei viveri e dei vestiti da destinare in beneficenza.
Se a ciò aggiungiamo il concerto, tenuto nella parrocchia medesima il 18 Gennaio con una bandiera dell’Albania sull’altare, che ha raccolto la cifra  di euro 500, il senso di imbarazzo e di leggera indignazione ha già pervaso alcuni residenti e fedeli i quali non si sono fatti attendere per tirar pietre all’indirizzo dell’iniziativa, in quanto avrebbero preferito una solidarietà prima cittadina e poi fuori dal confine; cosa del resto già postata, come sopra affermato, su alcune bacheche facebook.
Ma a rendere ancora più curiosa la vicenda, è la partecipazione del Segretario Sel a questa opera di solidarietà. Ovviamente lodevole il gesto di aiutare i bisognosi, ma sarà sicuramente difficile farlo capire ai cittadini stabiesi, perché quando si indossa la tunica del politico la priorità dovrebbe spettare alla comunità che si vuole governare, visto che ci sono situazioni di estrema miseria, e non pochi, nei vari quartieri della città.
Questo è stato il messaggio, in sintesi che durante tutta la manifestazione ha serpeggiato tra i residenti, i quali dimenticandosi che si può partecipare anche a titolo personale, hanno visto questo gesto come una cercata visibilità.
Le opinioni restano opinioni, ma con l’approssimarsi della campagna elettorale, il sasso nello stagno è stato buttato dalle bacheche dei social network per una più ampia riflessione.
Del resto, la copiosa storia dei Santi è stata abbondantemente esaustiva nell’elargire innumerevoli esempi di uomini e donne eccezionali che avevano sicuramente lo sguardo rivolto al cielo, ma non tanto distratto da non dare un contributo nel luogo in cui vivevano.

Ospedali di Castellammare di Stabia e Nola In arrivo la risonanza magnetica

Ospedali di Castellammare di Stabia e Nola  In arrivo la risonanza magnetica   


L’annuncio del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e margine di una   riunione con il commissario straordinario Asl Napoli 3 Sud Antonietta Costantini
Gli ospedali di Castellammare di Stabia e Nola saranno dotati di apparecchi per effettuare la risonanza magnetica.
L’importante annuncio è stato fatto dal Governatore campano Vincenzo De Luca a margine di una riunione tenuta oggi con la commissaria straordinaria Asl Napoli 3 Sud Antonietta Costantini e il neo commissario della sanità campana Joseph Polimeni.
È stata la stessa manager Costantini a porre la questione al Presidente evidenziando la mancanza sull’intero territorio aziendale di strumenti per la risonanza.
La scelta va nella direzione di colmare il gap nell’offerta di servizi sanitari in aree densamente popolate con bisogni assistenziali crescenti.
“I tempi per la piena operatività – assicura la commissaria Costantini – saranno brevi accedendo al mercato Consip che ha già espletato la gara per l’acquisto di apparecchi per la risonanza da destinare alla sanità pubblica campana”.

C.mare: gli Stabiesi, potrebbero non rivedere ma più la loro Villa Comunale. Ecco perchè…

C.mare: gli Stabiesi, potrebbero non rivedere ma più la loro Villa Comunale. Ecco perchè…

(di Genny Manzo) stabia24
Castellammare di Stabia – Un documento di 11 pagine dove, la società prescelta per la validazione del progetto di restyling della Villa Comunale, in base a quello che apprendiamo in anteprima, avrebbe riscontrato tutta una serie di prescrizioni al progetto esecutivo presentato dalla Rf Appalti Srl. Assenza di un computo metrico e cronoprogramma,  tra le prescrizioni riscontrate dalla società, più altre sei. Adesso, il Comune di Castellammare di Stabia (Direttore dei Lavori e Responsabile del Procedimento), avrebbero concesso, pena risoluzione, sette giorni di tempo alla Rf Appalti Srl, per le controdeduzioni. Castellammare e gli Stabiesi, purtroppo, potrebbero non rivedere ma più la loro Villa Comunale. Chissà che fine hanno fatto gli attivisti virtuali? Ah, saperlo!


lungomare1

mercoledì 27 gennaio 2016

Benvenuti in questo ambiente - Carmen Covito - Bompiani 1997


Le ragazze di Pompei - Carmen Covito - Barbera editore 2012



Carmen Covito - Del perchè i porcospini attraversano la strada - Bompiani - 1995


Inps di Castellammare di Stabia, una criticità regionale

Inps di Castellammare di Stabia, una criticità regionale

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Flora Beneduce interviene sui disservizi della sede Inps di Castellammare: « il problema va affrontato e risolto»

InpsI disservizi della sede INPS di Castellammare di Stabia sono l’oggetto dell’audizione richiesta da Flora Beneduce, consigliere regionale della Campania e componente dell’Ufficio di presidenza, a Tommaso Amabile, presidente della commissione che si occupa di Istruzione, Cultura, Ricerca e Politiche sociali.
«Sono al servizio delle istanze dei cittadini e non posso ignorare le difficoltà dei Commercialisti della Penisola Sorrentina, che hanno denunciato le gravi disfunzioni nelle modalità di resa dei servizi della sede INPS di Castellammare di Stabia – dice Flora Beneduce (Fi) -. La disorganizzazione gestionale della sede di Castellammare comporta gravi ripercussioni sulle prestazioni rese dai commercialisti a danno delle imprese e dei cittadini utenti. Per questo motivo, ho richiesto che il problema venga affrontato dalla sesta commissione consiliare».
L’obiettivo è quello di individuare criticità gestionali, per risolverle in modo tempestivo.
In audizione dovrebbero intervenire il Direttore regionale INPS Campania, Alberto Scuderi, ed il Direttore della filiale di Coordinamento stabiese, Rossella Pellegrino.

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Incidente a Pozzano: una persona muore nello scontro

Incidente a Pozzano: una persona muore nello scontro

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Accertata una vittima nell’incidente mortale verificatosi a Pozzano. Al momento ancora sconosciuta la dinamica. Sul posto Vigili, Carabinieri e due ambulanze

incidenteAncora confuse le notizie sul grave incidente avvenuto a Castellammare di Stabia, in zona Pozzano. Le voci al momento accertate riguardano solo la presenza di una vittima deceduta in seguito allo scontro.
Ignote inoltre le cause e il numero di persone coinvolte. Sul posto sono accorsi polizia municipale, carabinieri per verificare la dinamica dei fatti e due ambulanze.
Esther Pollio
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NON E' UNA RECLAME - Come togliere velocemente il ghiaccio dal vetro della vostra auto

  Come togliere velocemente il ghiaccio dal vetro della vostra auto Con un acquisto di pochi euro si risolve un problema piuttosto frequente...