Dormiva
nell’ombra silente della
casa
con pensieri che andavano
dai tempi al tempo
della sua coscienza
senza insipienze e
condizionamenti dal giorno
intorno
e dalle notti passate
da solo
a declinare il dio
che officiava
senza pensare ad altro
e all’avvenire
con le sue verità.
Non presagiva
la sua morte imminente
di cui Seveso artefice
si stava facendo
vomitando fuoco, lapilli
e lava incandescente
per volontà di chi
non lo sapremo mai
che indifferente
resto agli accidenti
della vita intorno
nel suo commensurarsi,
nel suo determinarsi ogni giorno.
Cosa ci diranno le sue ossa,
il suo cervello
con le parole d’oggi ?
Mi auguro un’idea
che, meravigliosa, potrebbe
avere in seno
il nostro futuro
che non è nella morte
anche se per natura,
come da sempre succede
dura poco.
Sarebbe un avvenire tra le
stelle,
ai nostri genitori
che ancora memori di noi
vagano chi sa dove
dentro un buco nero a rinnovarsi
per rotrovarsi
ancora sulla terra
con le nostre creature
come discendenti
a cui donare
la vita eterna
che continua ad andare
di pianeta in pianeta,
come la nostra terra,
in cerca di quel quid universale
che sale al cielo come una
preghiera
dal nostro lungo andare
per una idea nuova dell’esistere
e consistere con gli altri in
divenire.
24.01.2020 Ostia Lido
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