Oggi, più che gli altri anni, mi sono accorto che i cambiamenti nella mia vita e nella storia nazionale ed internazionale, da quand'ero bambino ad oggi, sono stati veramente tanti.
Finita la seconda guerra mondiale, scoppiarono altre guerre, la guerra fredda, la guerra calda, il Vietnam, la guerra in Jugoslavia a due passi da casa, tra Israele e i paesi confinanti, in IRAK, in Afgasnistan e abbattimenti di potere in tanti paesi del medio oriente e dell'area mediterranea
La moneta dal 1939 ad oggi è cambiata apparentemente due volte, in realtà quando sono nato c'erano monete che si chiamavano ancora lire ma portavano impressa l'effige di Vittorio Emanuele. Con la Liberazione ci furono le AM Lire. Finita l'occupazione comparvero monete con la scritta Repubblica Italiana di diverse dimensioni e valore e con l'avvento dell'Euro la nostra moneta ha cambiato nuovamente faccia e valore.
Non so se cambierà ancora. Ma le difficoltà espresse da un sistema monetario con tanti galli a cantare e l'impossibilità reale di svalutare quando ce n'è bisogno mentre la rivalutazione va da sé e va bene anche per chi non la merita, sta creando tanti problemi che ci vorrà del tempo per risolverli per restituire la tranquillità ai paesi che vi partecipano.
Quello che però mi è sfuggito, non avendo più figli piccoli, è quello che succede nella scuola. Forse era fatta male, era essenzialmente nozionistica, non aveva un collegamento reale con la vita di tutti i giorni, ma degli anni passati a scuola ho ancora tanti ricordi che mi fanno ancora sorridere ogni volta che li ricordo.
Quando avevo meno di dieci anni, a Natale e a Pasqua, c'era la consuetudine di scrivere una Letterina di buone intenzioni con la quale ci rivolgevamo a Gesù Bambino per chiedergli un aiuto per dare una lunga e felice esistenza ai nostri genitori e parenti e di renderci più buoni per l'avvenire perdonandoci le marachelle fatte.
La mettevamo con la complicità della mamma sotto il piatto di papà che faceva il finto tonto fino a quando il piatto non veniva rimosso per essere sostituito per il secondo.
Da quel momento incominciava lo spettacolo familiare della lettura delle lettere nell'ordine di sistemazione e la conseguente recita delle poesie che le maestre ci facevano mandare a memoria.
Quando arrivavano i parenti la sceneggiata veniva ripetuta e nelle tasche di noi bambini arrivava ancora qualche soldino che la mamma utilizzava per comprare quaderni, penne ed altri oggetti che erano utili nell'attività scolastica.
Le manifestazioni d'affetto erano tante e tanta anche la commozione che accompagnava ogni recita e lettura della lettera, ma era una cosa simpatica perchè almeno per qualche giorno cercavamo di tener fede all'impegno che avevamo preso nella lettera.
Le poesie erano componimenti che esprimevano sentimenti elementari e passavamo quasi tutto dicembre ad imparale per dar modo anche ai più capoccioni di apprenderla e ripeterla o a pappagallo o a cantilena.
L'acquisto della Lettera era invece come andare come andare alla ricerca di un tesoro in quanto erano quasi tutte ugauli, così se il tabaccaio non non aveva quella giusta si andava alla cartoleria o dal giornalaio, rischiando in ultimo di comprarla identica a quella degli altri.
Ho cercato in Internet un Fac-simile della lettera ma ne ho trovato soltanto di quelli per scrivere a Babbo Natale.
Nella lettera scrivevamo con una calligrafia da scuola elementare, più o meno, cose del genere.
Caro Gesù Bambino, fammi diventare un bravo bambino che ancora non ci sono riuscito con tutti i dubbi che mi accompagnano. Fa che i miei genitori crescano da uomini saggi e si tengano lontani dal male che ci hai messo a fianco, non so perché, come l'ombra e non ci vuole abbandonare.
Facci diventare tutti fratelli, senza privilegi, anche se continuerai a dirci che l'ultimo sarà sempre il primo.
Fa che ognuno di noi possa essere con te nella gloria dell'eternità e che l'infinito non abbia mai fine per poterci accogliere tutti, ma proprio tutti.
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