Originariamente, nel luogo dove si trova l'attuale santuario, era
presente una piccola chiesa dedicata a San Tommaso
apostolo e Santa Maria
Maddalena[3],
edificata intorno al XIV secolo e affiancata da un monastero delle suore di San Bartolomeo, spostato poi nel 1583, nel centro cittadino
nei pressi dell'omonima chiesa, come
stabilito durante il concilio di Trento. Ben presto la
chiesetta cadde in rovina e nel 1657 tutto il materiale sacro ospitato al
suo interno fu spostato nella cattedrale[4].
Dall'aprile 1717, un muro interno
della chiesa ormai in parte crollata e ricoperta da rovi,
sul quale era affrescata un'immagine della Madonna, fu preso in cura da un'anziana
povera signora, che pagava un bracciante agricolo affinché saltuariamente lo ripulisse
delle erbacce:
ogni giorno la donna pregava davanti l'immagine ed accendeva unlumicino per tenerla illuminata durante la notte. Poco tempo dopo l'anziana
si ammalò gravemente ed i medici non lasciarono alcuna speranza di sopravvivenza[3]:
la stessa donna raccontò poi che la Madonna gli era apparsa in sogno[4]:
« Mi
è apparsa la gran Madre di Dio,e mi ha guarita; mi ha ricordato il muro della
caduta chiesetta di San Tommaso con la sua immagine benedetta; mi ha fatto
sapere che le erbe son cresciute; e soggiungendomi poi: alzati, sei
sana. »
Alcuni giorni dopo la donna guarì miracolosamente e l'avvenuto
prodigo si diffuse rapidamente nelle zone circostanti tanto che il luogo
divenne meta di pellegrinaggi.
Ilvescovo dell'epoca, Biagio De Dura, appurato
il miracolo, iniziò la
raccolta di fondi per la costruzione di una nuova chiesa dedicata a Santa Maria
della Sanità. La prima pietra fu posata da monsignor Filippo Plagese il 10
maggio 1717[5] e solamente due mesi dopo[3],
precisamente il 1º luglio, fu solennemente consacrata; il 9 gennaio1722 venne eretta ad abbazia, mentre nel 1766 al rettore del santuario fu dato il
titolo di abate. Il 20 maggio 1906 iniziarono i lavori di ampliamento
voluti dall'abate Pasquale Cacace e diretti dall'architetto Catello Calvanico: i lavori
riguardarono principalmente il rifacimento dello facciata esterna e del campanile[4];
la chiesa fu nuovamente consacrata il 6 giugno 1908 da monsignor Michele Di Iorio. Il 13
febbraio 1911 il capitolo vaticano concesse
l'incoronazione dell'affresco della Vergine: la cerimonia avvenne il 21 aprile
dello stesso anno. La chiesa subì notevoli danni durante il terremoto del 1980 che la rese inagibile: furono così
effettuate nuove opere di restauro che consentirono la riapertura del tempio
solo il 2 maggio 1991 dal vescovo Felice Cece.
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Descrizione
L'entrata principale è posta lateralmente alla struttura: il portale d'ingresso è protetto da un cancello in ferro e sormontato da un affresco che
riproduce quello della Madonna della Sanità; la facciata, che termina a timpano, è anche caratterizzata da una
piccola finestra rotonda, simile ad un piccolo rosone. L'interno è a navata unica, con pavimento in maiolica e soffitto diviso in vari scomparti
con opere dipinte a tempera da Pietro Russo, su disegno di Gaetano
Cappa[4].
Sull'altare maggiore un dipinto della risurrezione di Gesù, mentre la mensa è
stata realizzata durante gli anni ottanta riutilizzando il materiale marmoreo di quella risalente al 1769; il tabernacolo è dono delle suore di San Bartolomeo.
Sulla destra è l'altare con l'affresco di Santa Maria della Sanità, con corona
d'oro e zaffiri[4],
opera dell'orafo napoletano Vincenzo Catello. Sulle pareti
perimetrali interne sono collocate diverse opere pittoriche con scene religiose. Accanto
all'ingresso principale, accorpato nella struttura, il piccolo campanile.
La chiesa è piccola. Quando abitavo al Vicolo Sorrentino ci andavamo a messa la domenica.
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