Castellammare - Si all'housing sociale, no ai ghetti
Sica (FdI): «Noi siamo in parte d'accordo con il progetto degli ex mulini Daunia, che il prossimo consiglio comu- nale si troverà a discutere. ma solo a certe condizioni».
martedì 27 marzo 2018 - 09:15
La Legge Regionale n. 19/2009, meglio conosciuta come “Piano Casa”, prevede anche la realizzazione di appartamenti per Housing sociale, vale a dire che il 30% degli alloggi devono essere venduti a prezzo calmierato. Tale norma è applicabile solo agli immobili dismessi da almeno tre anni. Nell'intento del legislatore si è data l'opportunità di riqualificare immobili fatiscenti che costituivano motivo di degrado delle città, nel contempo realizzare immobili a prezzi più accessibili anche per le categorie più disagiate.
«Nel caso di Castellammare di Stabia – spiega Ernesto Sica , esponente di Fratelli d'Italia - gli immobili che presentano i requisiti di legge sono ubicati lungo la Ferrovia dello Stato, ad esempio la ex Cirio e ex Mulini Nuova Daunia. L'area a ridosso di Corso de Gasperi, il waterfront, è ormai interessata da interventi pubblici e privati per la trasformazione degli edifici esistenti in attività turistiche e terziarie. La realizzazione di appartamenti a ridosso del Corso de Gasperi aiuterà a ripopolare una ex zona industriale altrimenti destinata ad essere come il centro direzionale di Napoli, vivace di giorno e spento di notte. Inserire anche tra gli edifici turistici una percentuale di residenze stabili servirebbe a creare una continuazione della città e non un quartiere turistico che potrebbe essere frequentato solo in particolari mesi dell'anno, restando inattivo in altri mesi, con tutti i rischi di un quartiere non frequentato. Per noi creare le condizioni per il turismo e' fondamentale.
«Nel caso di Castellammare di Stabia – spiega Ernesto Sica , esponente di Fratelli d'Italia - gli immobili che presentano i requisiti di legge sono ubicati lungo la Ferrovia dello Stato, ad esempio la ex Cirio e ex Mulini Nuova Daunia. L'area a ridosso di Corso de Gasperi, il waterfront, è ormai interessata da interventi pubblici e privati per la trasformazione degli edifici esistenti in attività turistiche e terziarie. La realizzazione di appartamenti a ridosso del Corso de Gasperi aiuterà a ripopolare una ex zona industriale altrimenti destinata ad essere come il centro direzionale di Napoli, vivace di giorno e spento di notte. Inserire anche tra gli edifici turistici una percentuale di residenze stabili servirebbe a creare una continuazione della città e non un quartiere turistico che potrebbe essere frequentato solo in particolari mesi dell'anno, restando inattivo in altri mesi, con tutti i rischi di un quartiere non frequentato. Per noi creare le condizioni per il turismo e' fondamentale.
Invece, per quanto concerne l'Housing sociale sarebbe opportuno non creare dei ghetti, nel senso di non concentrare le abitazioni ad Housing in alcuni edifici, ma fare in modo che ci sia un mix tra appartamenti ordinari e quelli in Housing. Inoltre, una percentuale degli immobili potrebbero essere ceduti al comune a scomputo degli oneri concessori, tali unità potrebbero essere utilizzate per i casi di emergenza abitativa per calamità naturali o per problemi strutturali, e solo per un tempo determinato fino alla risoluzione del problema. Tali immobili potrebbero essere realizzati dall'impresa esecutrice anche in proprietà pubblica. Tale ultimo aspetto rappresenta per noi quello di maggiore importanza. Piu' volte ci siamo occupati della questione abitativa concentrandoci su numerosi nuclei familiari che rischiano la vita a causa delle condizioni estremamente pericolanti delle proprie abitazioni. Diverse famiglie attendono invano una destinazione in case popolari che purtroppo a Castellammare mancano o sono illegittimamente occupate. Gli stabiesi indigenti hanno bisogno di case popolari. Noi siamo in parte d'accordo con il progetto degli ex mulini Daunia, che il prossimo consiglio comunale si troverà a discutere ma alle condizioni sopra indicate, evidenziando in particolare l'esigenza di nuovi alloggi popolari da assegnare agli indigenti aggiudicatari. Non possiamo attendere di piangere una nuova tragedia a causa di crolli di abitazioni pericolanti, bisogna intervenire con l'edilizia popolare» ha concluso Sica.
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