Quanto è importante l’aspetto umano nell’era digitale, e quanto la digitalizzazione ha limitato il nostro essere umani? Dal coaching online alla leadership di impresa, due temi cari al mondo del management di impresa, il mondo digitale agevola l’apertura a mondi che studiano il rapporto uomo-tecnologia. Una tecnologia che a volte limita enormemente l’apertura del cuore e dei sentimenti che si provano verso il mondo esterno. Rendere più umana la tecnologia può essere una soluzione efficace a questo problema, ma bisogna tener conto che rendere umano ciò che è asettico è molto complesso. Partendo dall’aspetto umano, il risultato sarà migliore, e ottenuto in tempi più brevi.
Argomento caro a tutti gli scrittori di fantascienza, l’Intelligenza Artificiale e la robotica stanno entrando sempre più nelle nostre vite, complice anche l’incredibile mole di dati che ognuno di noi lascia ogni giorno in rete. Se ormai venti anni fa Garry Kasparov venne sconfitto da Deep Blue in una memorabile partita a scacchi fra umano e computer, è anche grazie alla mole di partite pregresse che erano state caricate nel sistema di Deep Blue per insegnargli a giocare a scacchi. Ora, con la mole di dati disponibili, è possibile insegnare qualunque cosa all’IA, ed essa inizierà a imparare autonomamente nuove cose.
Esempi di adozione dell’Intelligenza Artificiale nella vita quotidiana li troviamo ad esempio nel settore pubblico, come quello di un’agenzia governativa in UK che utilizza l’intelligenza artificiale per automatizzare il processo di apertura dei numeri di casi all’interno dei propri call center. Allo stesso tempo il Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Cincinnati utilizza analitiche avanzate di AI per ottimizzare la risposta medica, suggerendo se l’intervento debba avvenire in loco o in ospedale, sulla base di elementi quali il tipo di chiamata, la posizione, i modelli di traffico e le condizioni meteorologiche.
L’intelligenza alla base è forse il cuore pulsante dell’evoluzione del lavoro e della società, consentendo in molti casi di migliorare i servizi offerti con budget estremamente ridotti, implementando soluzioni innovative, grazie alla capacità di analisi dei Big Data, la mole di informazioni che tutti noi creiamo, anche inconsapevolmente, ogni giorno. Allo stesso modo, l’IA è in grado di ripetere in modo continuato processi di routine, delegando all’intervento umano solo la supervisione e il controllo. Esattamente su questa linea si pongono i chatbot, sistemi che automatizzano in maniera estremamente naturale il servizio clienti, sgravando i call center dalle richieste più comuni e diffuse, limitandone l’uso solamente nei casi in cui l’intervento umano sia fondamentale.
Ascoltiamo dalle parole di Stefano Pigolotti, Professional Coach e Imprenditore, questo tema di grande attualità, che coinvolge in chiunque abbia cara l’innovazione e il nostro futuro.
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