Monatti
Stiam diventando monatti
perché da sempre distratti
sui problemi
che da sempre ci affliggono.
I nostri deserti
nei quali viviamo
ci offrono un volto
più calmo dei nostri
che persi
nei tanti lacustri
ubriachi
siam diventati
dai nostri mali.
Impotenti,
ma direi incapienti
e ancor sordi
con un ardire
con non farà mai finire
il pianto
rappreso negli occhi
degli sciocchi
ce non sentono
i richiami di quelli
coscienti
di tanto soffrire.
E’ vero che il sole
risana le piaghe, le asciuga
dagli umori nocivi,
ma anche per questo
bisogna riandare
allo stanco soffrire
di ogni passato.
Se bisogna morire
lo voglio fare da solo
senza lasciare agli altri
il mio male
che male mi fa campare.
Se non c’è niente da fare
perché ci illudiamo ?
Perché …
continuiamo ad andare
dove costretti ad andare
non saremo
ne gli ultimi o i primi ?
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 20.03.2019
Dedicata agli irriducili dell'aria aperta per le loro ragioni, per le loro inquietudini che sono sicuramente diverse dalle nostre..... L'autore
Un monatto era un
addetto pubblico che nei periodi di epidemia pestilenziale era incaricato dai
comuni di trasportare nei lazzaretti i malati o i cadaveri. Di solito, i monatti erano persone
condannate a morte, carcerati, o persone guarite dal morbo e così immuni da
esso.
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