Sars-CoV-2, fase 2: come correre e pedalare in sicurezza
Mantenete le distanze di sicurezza, almeno 4 mesi da chi vi precede, e non esagerate con gli allenamenti: i consigli degli esperti
Federico MeretaGIORNALISTA SCIENTIFICO
+
Non è il “liberi tutti”. Dobbiamo continuare a rimanere a casa il più possibile e soprattutto dobbiamo fare attenzione a mantenerci sempre a distanza di sicurezza, indossando sempre guanti e mascherine che non debbono mai mancare quando ci troviamo nei luoghi chiusi. Ma il lockdown più stretto per frenare la diffusione del virus Sars-CoV-2, responsabile del temuto Covid-19, è alle spalle a meno che non si sia una ripresa dei contagi.
A gioire sono soprattutto gli sportivi: il nuovo Decreto permette infatti l’attività fisica, con corse nei parchi e in bici, secondo le indicazioni. Ma anche questa ripresa deve essere “intelligente” e rispettosa degli altri.
Non forzate dopo il riposo
L’errore più grande che si può fare, mettendo a repentaglio il benessere di muscoli e articolazioni magari leggermente “arrugginiti” dall’assenza quasi totale di attività fisica, è ripartire come se nulla fosse avvenuto.
L’organismo ha bisogno di riprendersi progressivamente per sopportare al meglio l’intensità della prestazione fisica, altrimenti si rischiano piccoli problemi, a partire dalle semplici contratture muscolari, con fasci che diventano improvvisamente rigidi e dolenti, oppure con crampi legati proprio all’inattività. Il tutto, per non parlare dello stimolo che si può creare sulle articolazioni, ovviamente più esposte a piccoli traumi in seguito all’inattività, specie se si corre su sentieri accidentati.
“Ciò che più conta è ripartire con gradualità senza riprendere immediatamente dalle prestazioni cui si era abituati prima di fermarsi a casa – spiega Michelangelo Giampietro, docente presso lo Scuola dello sport del Coni di Roma. Qualcosa si è sicuramente perduto e bisogna porsi l’obiettivo di tornare entro 10-15 giorni ai livelli pre-lockdown”.
Cosa significa in pratica questa indicazione? Bisogna ripartire da un punto più basso di allenamento e poi risalire. “E non dimenticate che a volte il riposo può anche essere positivo perché l’organismo si può affaticare troppo” – ribadisce l’esperto. A prestare attenzione, in ogni modo deve essere soprattutto chi comincia a fare sforzi fisici prolungati.
L’attività fisica può essere pericolosa per chi non è allenato, perché può condurre ad un sovraccarico cardicircolatorio e quindi ad un affaticamento per il cuore oltre che ad un aumento dell’accumulo di acido lattico nei muscoli e quindi un maggio rischio per tendini e articolazione. È quindi fondamentale iniziare con calma, partendo da sforzi brevi di tipo aerobico (che cioè consentono di rifornire l’organismo di ossigeno) come corsa lenta, bicicletta o, quando sarà possibile, nuoto.
Tenete le distanze di sicurezza
Un metro non basta quando si corre. E due potrebbero non essere sufficienti per preservare sé stessi e gli altri da un possibile contagio dal virus. Quando vi muovete, per calcolare bene le distanze, considerate le condizioni esterne e il clima se volete evitare che droplets contenenti il virus possano raggiungere occhi, naso e bocca. Il vento, solo per citare un semplice ed intuitivo esempio, potrebbe influire sulla disseminazione del virus.
Ma soprattutto state attenti all’effetto “risucchio” che si può avere quando si corre uno dietro l’altro. In queste condizioni, la distanza di sicurezza aumenta.
A dare queste indicazioni, sulla scorta di esperimenti mirati, è una ricerca dell’Università di Tecnologia di Eindhoven e dell’Università KU di Lovanio. Un dato emerge chiaramente: quando ci si muove, ed ancor di più se il movimento è veloce, occorre aumentare le distanze dagli altri.
Se andando fianco a fianco possono bastare i due metri, quando si corre dietro a un’altra persona sarebbe auspicabile almeno raddoppiare questo distanziamento: insomma, non state a meno di quattro metri da chi vi precede e vi segue ma se le distanze aumentano è solo meglio, così come almeno dieci metri sarebbero da consigliare a chi viaggia veloce in bicicletta. In tutti i casi, per chi corre con la mascherina, i rischi per gli altri calano. “E non pensate che correre con la mascherina tolga il fiato – sottolinea Giampietro. È più che altro una sensazione. Ciò non toglie che con fiato sudore e respiro la mascherina si bagna e quindi va sostituita al termini della prestazione fisica”.
Nessun commento:
Posta un commento