poesie del quotidiano
scritte giorno per giorno
Censimento
Da uno a cento
io non gioco a Bingo
da cento a mille
non ci prendo mai
e tu lo sai qual è la mia fortuna:
quel poco d’amore che mi dai,
che riesco a prenderti dalle mani,
dall’ombra tua,
da dentro ai tuoi pensieri.
Ogni volta che ti vedo assente,
come ieri,
in quale presente sei ?
I vetri scuri degli occhiali
son come muri
e ogni gesto affiora
a mettere in ordine
le pagine sparse
in giro per la casa.
Parole
che tagliano il silenzio
come una litania.
Son come un fiore messo ad asciugare
nell’ombra tiepida di un sogno
che quando si risveglia
lo fa con un sorriso
a conquistare il mondo
ma l’eco che risponde
sono parole
di tanti anni fa.
La stanza è grande
e i metri dichiarati
son come l’infinito
che mi assale
quando la mano mia non ti tocca
e tu col dito sulla bocca
chiedi il silenzio,
di non disturbare.
Ostia Lido 21/10/2011 ore 08,13
Son parole più grandi del tempo….
Son parole più grandi del tempo che abbiamo vissuto
come fosse una vita.
Per appartenerci ho fatto una grande fatica
e ti ho atteso per giorni e giorni
senza stancarmi
per i tuoi ritorni.
Leggevo e misuravo il mio amore su quello degli altri,
ma un giorno mi resi conto che ti eri distratta
che volevi andare altrove,
oltre il muro di cinta dei nostri pensieri.
Dicesti: -Non capisco più niente.
Nessun presentimento sta dentro al mio cuore.
Vivendo d’amore
rischio di restare delusa
per l’uso che se ne fa
l’abuso.
Dire che sono deluso e soltanto un modo perverso
di chiedere aiuto.
Uscire con un saluto come sempre faccio
potrebbe essere il modo migliore
di prendere il treno già in corsa
e salvare la faccia
Ma a quale stazione ….?
Non so dove andare.
Tanto al nord che al sud non ho niente da fare.
Sto ancora cercando un motivo
per non lasciare il tempo sbiadire.
Che dire ? Non capisco più niente.
Da deficiente ho perso quel po’ di ragione che avevo.
Mi resta sol da sognare un’altra vita
in fondo a una strada che corre diritta
e scavalca quel po’ di frontiera
che ci separa ogni giorno fino al ritorno
tra le tue braccia.
A quali parole posso ancora attaccarmi ?
Ostia Lido, 16/10/2011 ore 17,00
Pubblicata il 16/10/2011 singolaremnte
Pubblicata il 16/10/2011 singolaremnte
Quanto tempo resterò a guardare
Quanto tempo resterò a guardare
La vita scorrere senza più pensare
Ai giorni che son caduti addosso
Come una valanga
Al solo fremito dell’aria
Delle parole che hanno espresso dubbi
Sull’immacolatezza del pio pianto
Rattristato davanti all’infame barbaria
di un corpo dilaniato e spento
Lì per terra senza più un respiro ?
Quattro anni di tempo a riflettere
sulla gente ch’era passata affianco
in cerca di quell’ombra sconosciuta
a cui non ho saputo dare un nome.
Non ero io, nessuno mi ha creduto.
Quanto è crudele la gente che cerca un colpevole
Mi guardavo le mani Ed erano vuote
Di tutto quello che mi hanno messo in mano
per uccidere, per arrivare a cristo sulla croce
Per sentir gridare ancora: - crucifigge, crucifigge.
Ero pronto a soffrire, ma non ho mai saputo
le parole per far capire la mia innocenza.
Quante volte non ho saputo amare la mia vita,
m’addormentavo per morire forse
e mi svegliavo stupito e stupido per non capire.
E’ facile morire in questo modo,
ma io so’ ancora vivo a ripensare
come è potuto succedere
se un giuda non c’era alla mia porta
che si apriva ad ogni sorta
per guadagnarmi anch’io il paradiso.
Ostia Lido, 07/10/2011
Se non ti avessi mai amata
Se non ti avessi mai amata
ti avrei messa fuori dalla mia vita
già mille volte
col rischio di non arrivare
alle prime ombre della sera.
Chi ama spera
di diventare eterno,
io invece ti amo
perché ti sento mia
come la follia
che rifiuta gli specchi,
la coscienza
eterna conoscenza
del mestiere di vivere.
Se non fossi sicuro del mio amore
mi metterei seduto
come una sedia
in attesa del tempo
che trascorre
per accogliere
i pensieri dell’attesa,
intemperanza
dell’inquietudine
che gira in tondo
come un ritornello.
Son sempre quello
pronto a togliere la patina dal sogno
e a trasformarlo
in quelle piccole abitudini
che di volta in volta
ci hanno portato
ai margini del giorno
senza troppo rimpianti.
L’amore
si scioglieva in bocca
come una parola
mistica e soave
che bruciava il cuore
senza ferirlo.
Se non t’avessi amato
avrei cambiato verbo
ai miei sospiri.
Ostia Lido, 06/10/2011 ore 19,00
Pubblicata nel blog il giorno 06/10/2011
Non ho altra voglia
Non ho altra voglia
che pensare a te.
Ci siamo scambiati
più cartoline che baci.
Da una terra straniera
che mi teneva
lontano da casa,
e m’impediva
i fine settimana
come una terra promessa.
Ci siamo conosciuti a poco a poco
in mezzo al fuoco della passione
che ci prendeva
solo a guardarci.
Quello che sapevo
era un motivo semplice:
t’amavo
senza prestarmi al gioco
del film da girare.
Soli eravamo
a prenderci e ad amarci
come due corpi spinti alla follia,
esausti e ancora folli
alla ricerca
di un amore vero,
del nostro vero amore.
Sincero ero sincero
come tu tra le mie braccia
fino in fondo
a bruciare il sentimento
che aveva alimentato i nostri baci,
le cartoline a fiume.
Seduto col caffè davanti
aspetto il tuo risveglio
per acquietare la mia malinconia,
trovare un compromesso
che rimandi all’infinito
la fine di un amore
senza fine.
2 ottobre 2011 ore 05.00
Pubblicata nel blog il 02/10/2011
in questi giorni / diventati brevi
Per consolarmi
mi accarezzi ancora,
mi entri dentro l’anima
e mi porti via
quello che resta
dei miei pensieri
che come sogni vivono
l’eternità dei giorni.
Lo sai che me ne andrei al mare
col tuo profumo appresso
per non restar depresso
al solo pensiero di non trovarti più
in questi giorni
diventati brevi,
corti
un po’ morti e un po vivi
dove il pensiero di evadere non guasta,
dove la festa
non è mai un fastidio,
che evito
per non sentirmi addosso
gli anni che ho
gli acciacchi
procurati da incosciente.
Vorrei trovare il senso ad ogni cosa
con lo stesso passo del poeta
Sulla neve soffice
che cade
e l’avvolge
per lasciarlo al pianto, alla nostalgia delle parole.
Mi sento ancora come un bambino
che guarda attorno stupito
dalla farfalla che vola,
dal passero che canta
con le stesse parole
che io non so dire ancora.
La mia vita è durata un’ora.
Se la vivo ancora
è pura meraviglia
figlia della voglia
di esserci ancora per qualche minuto
per un saluto breve e intenso
per dare un senso fino all’infinito
che mi sta aspettando
come l’uccello che canta
e dura solo un giorno.
Ostia lido 30/09/2011
Pensieri sull’architettura.
Immaginare a terra quello che per aria si avvera
è impresa a dir poco ardua e severa
per dare alle forme la stessa leggiadria,
la stessa possanza
la stessa essenza
in grado di sfidare
secondo natura
gli avventi avversi
fino a farsi rimpiangere
nella perdita
ed esultare nell’atto della riedificazione.
Consistente nell’aria
nell’aria che l’avvolge,
leggera sotto i passi
che la percorrono,
ardita come un sogno
che spera di avverarsi
sale la forma
trepida nel cielo.
L’aria è stupita
il vento ne va fiero
come il pensiero
che sorpreso
l’aspetta
in alto nel cielo
con i piedi per terra
per contrastarsi
nell’ebbrezza
e la possanza.
Volare
e sempre ferma ad aspettare
la sorpresa di occhi
che fino ad ieri
non erano convinti
del piacere
trovato sulla piazza
fiero di ergersi
e donarsi agli sguardi
di chi vuole andare
al di la dell’idea
e non si arrende
alla triste osservanza
delle norme.
Ostia Lido 30/09/2011
Per farla breve
Non so più cosa offrirti
oltre il mio tempo
che mi resta da vivere.
Giorno per giorno
a piene mani
cerco di accontentare
le tue voglie
i tuoi desiderati.
Ho svuotato tutti miei pensieri
per darti il meglio delle mie parole
che come le viole del pensiero
ti sorridono
per darti la mia gioia.
A piene mani
voglio darti ancora
quel po di amore
che fa grande un uomo.
Donarsi è come avere
un'altra vita in cambio,
non una cento volte,
tutte le volte
che diventa amore.
E ti ho guardato
e ancora io ti guardo
con gli occhi di chi
non vuole perderti,
di chi pensa di amarti
all'infinito
dentro il letto
che ancora mi sorprende
tutte le volte
che mi avvicino a te.
Tepore e fuoco ardente,
tormento e amore
di una vita assieme
che dal torpore
ogni volta si sveglia
per prendersi
la parte che le spetta.
Per farla breve
io non ho fretta.
Se ti guardo negli occhi
il mio cuore si aspetta
ancora tanta dolcezza
e la gioa di sentirsi amare
anche se domani
fosse l'ultimo sospiro
che ti posso dare.
Ostia Lido 30/09/2011
La mia delusione
La mia delusione
è quella di trovarti
ancora a colazione
col piatto davanti
per essere servito
mentre rivolti
fiumi di parole
che ti capitano a tiro
con il sospiro di chi
non vede in fondo ad esse
la giusta causa
per farla finita
come ogni pensiero.
Se faccio in tempo
cerco di ritrarmi
per non offenderti
con gli avanzi di ieri
con quei mestieri
che ormai san fare tutti.
Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.
Mentre avanza la sera,
la mia inquietudine è severa
e annovera pensieri
che mi fan tremare i polsi.
Vado giù quando approccio
un tuo richiamo, il senso di potere
che metti in tutte le parole
che cancellerei
dal dire e dal fare
degli uomini e delle donne
per sorprenderti mentre vai a piedi
tra i sentieri delle tue pretese
delle attese spasmodiche
che non sanno attendere il tempo
che vuole altro tempo
per essere crudele.
La mia delusione
è che pretendi ancora
di dire una parola e di cambiare il mondo.
Ruocco Gioacchino 15/09/2011
Le mie paure
Le mie paure
così disumane
da sembrare incredibili
le avevo messe nelle tue mani
che col tuo amore
dovevi vincerle
e calmare.
Sei entrata ed uscita dalla mia vita
tutte le volte che hai voluto
e mi lasciato anche le tue
che non son da poco.
Esco di casa
appena si fa giorno
portandole appresso
senza fingere con gli altri
come se andassi
per l’ora d’aria
come i carcerati.
Corrono i cani,
ma io non so correre,
appresso alle parole
trovo pensieri inutili
ormai depennati dalla moda.
Soltanto io
osservo regole e procedure
e le dure parole che mi consegnasti
stanno al sicuro
per ritornartele appena ti rivedo
anche se dovessi apparire
dal buio
come sempre fai
per prenderti quest’anima.
G. Ruocco 13/09/2011
Ostia Lido ore 13,00
Consigli quasi inutili...
Scendere dal tran tran
ancora in corsa
può far cadere
e rompere le ossa.
A bocce ferme
puoi prendere la mira
e tirar dritto,
ma il cuore
deve stare zitto
non dare l’ansia
come tutt’i giorni.
Devi poter guardare
la vita in faccia
senza entusiasmo
per capire
se veramente piace
quello che stai per fare.
Non ti dannare l’anima
se alla prova dei fatti
tutto ritornerà lo stesso.
Circonflesso il primo
e un po’ depresso il secondo
che ha girato in tondo
sui suoi disservizi.
Se poi bisogna scendere
qualunque è la fermata
e farsi a piedi
il resto della corsa
la borsa non può
diventare un’ossessione
per tutta giornata.
La strada a volte è lunga.
Guardati intorno
e non trovare scuse.
Quelli che ti aspettano
non han bisogno d’altro.
Se sei a un bivio
prendi la strada
che ti porta a mare
e sarai libera di sognare
anche con le tempeste
che il giorno dopo
portano altri odori
sotto le finestre.
Gioacchino Ruocco
04/09/2011
Ostia Lido ore 16,00
.... per una donna innammorata che non vuol guarire...
Dov’è il paradiso…
Anche più su
sempre coi muri messi a recingere,
a recludere dappresso
la gelosia.
Sull’altro versante
un verde che acceca
un azzurro di cielo
che stordisce e sorprende.
Dov’è il paradiso,
l’idea che mi son fatto
della mia terra
piena di fiori che afferrano l’anima
e la perdono in un profumo
assordante ?
All’istante mi giro
e sotto rivedo il paesaggio
che ho appena lasciato
pieno di grida e sussurri,
di sguardi e di gesti
che parlano ancora
di troppi rancori.
Qui su gli amori
son cose spontanee:
ti perdi nei campi
e sei già un amante felice.
Il cuore mi dice
di non tornare più a valle,
di seppellirmi qua sopra
su questo crinale
dove il vento mi porta le voci di passo
e gli uccelli stordiscono il cuore
per non farmi sentire il dolore
che ancora ricordo.
Non credere che scordo il tuo volto,
ho tutto risolto
col cuore e la mente
chè la gente mi parla ancora di te.
Gioacchino Ruocco
31/08/2011 Ostia Lido, 08/50
Solamente di passaggio…
Sono solamente di passaggio.
Nel raggio di pochi metri
non c’è più nessuno
con quella goccia d’acqua
di cui avrei bisogno.
L’ape mi vizia
e tu invece mi uccidi
col fiele
che mi scateni dentro.
Sono il centro del mondo
e invece sono solo
nel continuo stupore
che sommerge il giorno.
Io non lo sapevo
e invece tu lo sai
che mi fai male,
che un altro giorno
non posso più tornare.
Il miraggio non sempre si avvera
e la sera
nell’ombra più nera
abbrevia il mio cuore
che nel torpore si stende
e scompare
senza rumore,
senza la voce
che appena ricordi
che ancora vorresti
sentire,
che l’eco ha tradito…
G. Ruocco 30 agosto 2011
Ostia lido ore15,20
Un sogno…
Di un paese si ha sempre bisogno
e di un sogno che porta
un po’ ovunque
per scordare i malanni vissuti,
i momenti perduti
nei fuochi di guerra,
quella vera,
non quella finta
che ognuno ha dentro di sé.
Un sogno
è il regalo più grande,
una perdita
con la quale dare un senso
al non senso
o al mancato consenso
che ti ha tenuto costretto
ad anni di purga,
di fughe e di occhi
che non ti lasciavano andare.
Ma cosa volevi trovare
se il mare è ancor a due passi da casa,
se la casa è un casa che passa
affianco a tutte le strade ?
Abbandonarmi a un sogno
vivendo all’aria aperta
sotto a un albero per coperta
con un regalo, la vita.
Quando il tempo è venuto
è bastato un saluto
per dare un senso diverso alle cose,
come se altrove
ci fosse stata l’attesa del nostro arrivare.
E’ bastato uno sguardo
per tornare
ogni volta che avevo bisogno
di un riscontro col sogno,
ma quando mi sono distratto
non ho trovato più nulla
di quello che avevo
se non ricorrevo
a quel po’ di memoria
che ancora mi resta:
un paese che non è più il mio.
La vita è qualcosa di strano
se con la mano non tocco la tua,
se non trovo i tuoi occhi a guardarmi,
se non dici di amarmi anche oggi
e domani e forse più oltre…
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido, 27/08/2011
Che dire …..
Stasera che dire a chi aspetta
un conforto, una buona parola ?
Che domani è una brutta giornata
se aspetta ancora dagli altri
le cose che vuole?
Ho consumato le suole per anni
senza uscire di casa,
accodandomi agli altri,
ma quando è successo,
pur restando sempre lo stesso,
è cambiato il mio mondo
ed anche per quelli
che ogni tanto
perdevo di vista.
Il treno che parte
ritorna ogni giorno
e non c’è bisogno,
se un bisogno non c’è,
di restare ancora con me
e vederti col muso che cade
ogni giorno più giù.
Quelli che restan
son quelli che contano i giorni,
che non sanno andare,
indecisi,
più in là del tramonto.
Noi siamo quelli
che per non essere gli ultimi
hanno allungato il percorso
andando più in là
di quel che succede ogni giorno
al di là della strada.
Non sempre il biglietto
è di andata e ritorno,
non sempre
si riesce a tornare.
I conti lasciati
sono storie ormai chiuse,
saldate nel tempo
con sguardi incapaci
di dire bugie.
Ogni volta, però, che rivedo i tuoi occhi
hanno intorno un volto sereno
ch’è la faccia di giorni felici.
Se mi dici ch’è vero
la mia vita non cambia
e neppure il mistero
che mi tiene da sempre lontano.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 24/08/2011
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