Stadio A. Picchi di Livorno |
Dopo un primo tempo altalenante dove la Juve Stabia sembrava prevalere sui padroni di casa, un secondo tempo dove l’attacco ha dimostrato i suoi limiti e la difesa pure: due reti segnate in cinque incontri e 8 subite.
A queste condizioni tre reti in casa del Livorno ci stanno tutte anche se non necessariamente rassegnati a prendere atto della superiorità dei padroni di casa.
I commenti parlano di una squadra che produce un grande lavoro ma manca ancora di personalità, alla ricerca di una intesa in grado di farla lavorare con lucidità con l'unico attivo du un abbandono (Cesar) e un'assenza- scomparsa (Savio Nsereko).
Quando la squadra sembra ritrovarsi è invece il frutto di iniziative individuali che non vanno a segno. A contarli i momenti che hanno dato l’impressione di una riscossa sono quello dell'8' quando Maury, su punizione dal limite vede il suo tiro deviato dalla barriera, anche se impegna Bardi; al 22' quando Bardi anticipa in extremis Mbakogu lanciato a rete da Danilevicius; il salvataggio di Colombi su Paulinho al 32' che si era costruito una clamorosa palla gol bevendosi l'intera difesa campana.
Quando la squadra sembra ritrovarsi è invece il frutto di iniziative individuali che non vanno a segno. A contarli i momenti che hanno dato l’impressione di una riscossa sono quello dell'8' quando Maury, su punizione dal limite vede il suo tiro deviato dalla barriera, anche se impegna Bardi; al 22' quando Bardi anticipa in extremis Mbakogu lanciato a rete da Danilevicius; il salvataggio di Colombi su Paulinho al 32' che si era costruito una clamorosa palla gol bevendosi l'intera difesa campana.
Il cambio di Biraghi con Baldanzeddu non produce effetti neppure collaterali, mentre la sostituzione operata da Novellino al 12' fa passare il Livorno in vantaggio. Braglia prova a correre ai ripari inserendo Sau per Raimondi ma la partita la continuano a fare i padroni di casa che ci provano con un paio di conclusioni da lontano di Luci. La Juve ci riprova al 21' con Danilevicius ma il portiere si salva. A questo punto la partita è a senso unico e Dionisi insidia la porta campana ripetutamente. Al 39 minuto Salviato su una mischia nata da un corner infila il 2-0. Il terzo è di Barone nei minuti di recupero. Un risultato troppo pesante per la Juve Stabia che fino ad oggi ha fatto solo un punto in cinque partite e preannuncia sconfitte a ripetizione.
G. Ruocco
G. Ruocco
TABELLINO
LIVORNO(4-1-4-1): Bardi; Salviato, Knezevic, Lambrughi, Pieri; Genevier; Rampi (24' s.t. Bigazzi), Remedi (10' s.t. Belingheri), Luci, Dionisi (31' s.t. Barone); Paulinho. All. Novellino.
JUVE STABIA (3-4-3): Colombi; Maury, De Bode, Scognamiglio; Dicuonzo (29' s.t. Erpen), Cazzola, Danucci, Biraghi (1' s.t. Baldanzeddu); Raimondi (18' s.t. Sau), Danilevicius, Mbakogu. All. Braglia.
ARBITRO: Angelo Cervellera di Taranto
ASSISTENTI: Gianluca Masotti di Bologna - Alessandro Raparelli di Albano Laziale
IV UOMO: Manuele Verdenelli di Foligno
MARCATORI: 15' s.t. Dionisi; 39' s.t. Salviato; 47' s.t. Barone
AMMONITI: Biraghi, Danucci (JS), Genevier (L)
NOTE: 2' rec. p.t.; 3' rec. s.t. circa 700 Spettatori CORNER: 7-2
GLI AVVERSARI
1904-1920: il calcio sbarca a Livorno
Il merito dell'arrivo del calcio a Livorno va scritto a Giovanni Domenico Carmichael, detto Menio, figlio del viceconsole britannico a Livorno, che aveva imparato il gioco e le regole, assistendo alle partite che i marittimi inglesi facevano sulle banchine del porto.
La prima vera partita fu giocata nel mese di settembre sui pratoni dell'attuale Piazza della Vittoria, di fianco alla chiesa del Soccorso e fu entusiasmante sia per gli improvvisati calciatori, sia per coloro, e non furono pochi, che presenziarono a quello storico incontro, ai bordi dell'improvvisato campo.
Sulle ali dell'entusiasmo nel mese di dicembre nacque la prima realtà calcistica labronica alla quale fu dato il nome un po' pomposo di Virtus Juventusque e primo presidente fu nominato Umberto Odett Santini.
Il poligono di tiro alla Bastia fu scelto come campo per gli allenamenti e per i colori sociali vennero scelte strisce biancoblu. Il calcio oramai dilagava a macchia d'olio e una squadra non bastava più ed allora ecco prendere vita, il 24 marzo, la Spes (società per l'esercizio sportivo) che pose le sede al banco dell'Ottina in via Grande.
L'idea fu di un giovane avvocato, Giorgio Campi, uomo di sport e grande fautore del calcio che per oltre un trentennio sarà un uomo simbolo per questo sport.
Nel 1938 scriverà le parole dell'inno del Livorno con musica del maestro Montanari che sarà in Italia il primo inno in assoluto delle squadre calcistiche. La Spes comunicò di giocare al Campo del Fungo (l'attuale Gymnasium) con indosso maglie bianco-verdi con strisce verticali.
Nel 1914 arriva la "Toscana Football Club", la terza realtà labronica. 1915: nasce il Livorno
Nel 1914 nasce per merito del talent-scout Raffaello Mei la terza realtà livornese: la Toscana Football Club. La sede era nel retrobottega di un bar in via Fagioli. Colori sociali verdi con bordi bianchi.
Purtroppo dopo soli 2 anni cessò l'attività per difficoltà economiche, ma ebbe il grande merito, in così breve tempo, di aver lanciato campioni come Magnozzi, Silvestri, i fratelli Jacoponi, Chiellini, Razzauti e Baratella che fecero le fortune dell'U. S. Livorno.
Nel 1915 i dirigenti delle squadre livornesi Spes e Virtus per prendersi il ruolo di leader della Toscana decisero poi per una fusione. Fu una decisione molto tribolata ed osteggiata, perchè le due tifoserie erano fieramente avversarie.
Il 14 febbraio, al termine di una burrascosa riunione nacque l'U. S. Livorno, ma per paura di una furiosa reazione dei tifosi, la notizia fu comunicata, dopo smentite piu' o meno velate dopo tre giorni.
1920: Livorno vice-campione d'Italia
La guerra aveva praticamente interrotto subito l'attività della neonata squadra e permise così anche alla tifoseria di compattarsi intorno a questa nuova squadra che aveva adottato i colori sociali della città: l'amaranto con calzoncini bianchi.
Dopo aver sconfitto l'odiata Pisa e il resto delle squadre toscane, gli amaranto arrivarono alla finalissima di Bologna contro l'Internazionale di Milano, dopo aver fatto fuori l'Audace ed il Napoli.
Il Livorno allo "Sterlino" di Bologna non ebbe fortuna perchè Magnozzi, che stava diventando l'astro nascente del calcio italiano, nei primi minuti fallì un rigore e poi gli amaranto rimasero in 10 per un infortunio di Innocenti I. . Della situazione ne approfittò l'Internazionale che chiuse il primo tempo in vantaggio per 3-0, ma nella ripresa gli amaranto si scatenarono e accorciarono le distanze con una magnifica doppietta di Magnozzi. Il Livorno pressò i milanesi nella propria area fino alla fine, ma il titolo andò ai meneghini.
Il Livorno scese in campo con Jacoponi I., Baratella, Innocenti II, Innocenti I, Nigiotti, Collaveri, Corte, Jacoponi II, Magnozzi, Bargagna, Longhi. All. Piselli.
2010/11 Serie B - 7°
2009/10 Serie A - 20°
2008/09 Serie B - 3°, promosso ai play-off in serie A
2007/08 Serie A - 20°
2006/07 Serie A - 11°
2005/06 Serie A - 6°, qualificato per la coppa UEFA
2004/05 Serie A - 8°
2003/04 Serie B - 3°, promosso in serie A
2002/03 Serie B - 10°
2001/02 Serie C1 - 1°, promosso in serie B
2000/01 Serie C1 - 3°
1999/00 Serie C1 - 7°
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