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Come vuole lo tradizione, la chiesa di Santa
Caterina d'Alessandria, con l'omonima confraternita si trovava fino al
L'odierna chiesa (antecedente al 1513), sede della
congrega, si erge nel luogo un tempo detto "in capite portus", oggi Via
Santa Caterina.
Nel XVI secolo la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria appartiene all'ospedale ed è di patronato comunale.
Non di rado si svolgono al suo interno i
parlamenti cittadini. Sin dal 1585 è stata sede di un banco dei pegni dal
titolo "Santo Monte della Pietà", nato con lo scopo di riscattare
gli stabiesi dalla "Maomettana tirannide".
Il 9 luglio di tale anno, Re Filippo II, con Regio
Decreto, ne approva lo fondazione sugli stessi Statuti del Sacro Monte di
Pietà di Napoli.
Questa istituzione ritornò ad essere confraternita nel XVII secolo, venendo consacrata a "Santa Maria della Pietà e Santa Caterina".
Di questo sodalizio si ha notizia nell'apprezzo di
Castellammare redatto da Orazio Conca nel 1636: "La
cappella de Santa Caterina de continuo vi si celebra; con entrate d'annui
ducati quaranta; dove è confraternita de secolari".
La prima LA regola giuntaci risale al 10 aprile 1912;
il primo priore, di cui abbiamo notizia, nell'anno
1725 è Francesco Di Giovanni;
il primo padre spirituale risulta don Stefano
Vingiano nel 1797.
L'antico abito dei confrati dal colore tutto
scuro, per concessione del Vescovo Savastano, è sostituito da un lino bianco,
la mozzetta e il cappuccio in seta color celeste e lo scudo raffigurante la
Vergine della Pietà e Santa Caterina.
La prima donna ammessa al sodalizio fu iscritta il
giorno l gennaio 1957.
Il Monte è consolidato da un Breve Pontificio e Regio Assenso del Re Carlo III, il 16 settembre 1751;
lo statuto organico viene sanzionato dalla R.
Camera il 30 marzo 1754.
Il sodalizio è elevato a titolo di
arciconfraternita il 23 settembre 1842 da Papa Gregorio XVI.
Tale privilegio sarà riconfermato con Regio Decreto da Re Ferdinando II il 7 marzo 1844, e dalla bolla firmata dal Vescovo Scanzano il 19 novembre dello stesso anno. I confratelli nei primi secoli sono gentiluomini, negozianti ed artigiani; poi saranno esclusivamente operai del Regio Cantiere Navale: |
1580
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Confraternita dei Marinai, Pescatori, Padroni di
barche e bastimenti.
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1632
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Nel 1632 i fratelli Orazio e Felice Sansone
stabilivano di fondare una cappella sotto il titolo del SS. Crocefisso,
nella strada della Caperrina, dotandola di una rendita annua di 37 ducati
provenienti da un capitale investito in alcune gabelle della città, e con
l’obbligo per il cappellano di celebrare quattro messe alla settimana, di cui
quella del venerdì dedicata appunto alle anime del Purgatorio.
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1862
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Società di mutuo soccorso delle Maestranze,
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1865
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Associazione Operai del Commercio
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1884
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Società Stabiana d’Arti e Mestieri
Diretta inizialmente da Angelo Bonifacio, uno dei
fondatori, a Napoli, della Confederazione delle Società di Mutuo Soccorso
Arti e Mestieri delle Province Meridionali, costituita il 30 marzo 1884 da
Filippo Gattola.
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1884.
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Aderiva anche la Società Agricola, il cui
presidente era Alfonso Fusco (1853 – 1916), ambiguo personaggio, imprenditore
senza scrupoli e protagonista della vita politica locale, a sua volta vittima
designata del giornale socialista napoletano, attraverso feroci campagne di
stampa
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1889
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Società Stabiana andrà poi Francesco Buonocore,
sotto la cui guida si affiliò, dal luglio, all’Unione Operaia Napoletana
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1882
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la Società Cattolica Artistica ed Operaia,
fortemente voluta dal vescovo di Castellammare, Vincenzo Maria Sarnelli (1835
– 1898), sorta nel novem- bre e, secondo alcuni, prima società cattolica
fondata nel Mezzogiorno. Questa società ebbe anche un suo periodico,
la Guida dell’Operaio, edito fra il 1883 e il
1886.
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1890
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Vivacchiava un’Associazione Operaia Liberale forte
di 400 soci, serbatoio di voti del Partito Unitario Liberale capitanato da
Catello Fusco.
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1892
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Il 7 giugno erano inaugurati, contemporaneamente,
il Circolo letterario Arnaldo da Brescia e, per opera di giovani studiosi, di
fede monarchica ma anticlericali, il Circolo Giordano Bruno.
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.Le notizie sono state desunte
da
Alle origini del movimento
operaio
di Castellammare di Stabia
di Raffaele Scala
(Libero Ricercatore)
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