CASTELLAMMARE DI STABIA : LA STATUA Allegoria di Stabia
STATUA BRONZEA, INAUGURATA NEL 2003, È OPERA DELLO SCULTORE ALESSANDRO CAETANI.
L’opera dell’artista molisano Alessandro Caetani raffigura l’allegoria della città di Stabiae. Fu commissionata dall’Amministrazione Comunale negli anni ’80 per un progetto che ne prevedeva l’inserimento all’interno di una grande fontana, con la presenza di ventotto spruzzi d’acqua rappresentanti le sorgenti delle città. Il monumento rappresentata la storia millenaria della città, con riferimento ai reperti archeologici e a tesori naturali, quali la prosperità, dovuta anche alla presenza del dirimpettaio Vesuvio, la salubrità climatica, le acque e il rispetto per una terra che assume qui le sembianze di una madre, con il suo pargolo, mentre corre verso un futuro di crescita sociale e di benessere.
ECCO LA LETTERA INVIATA AL SITO WWW.LIBERORICERCATORE.IT DAL PROF. LUIGI CASALE:
“Caro Maurizio, esiste una esplicitazione univoca (quella dell’artista oppure quella del committente) dei simboli della statua ritratta in foto, collocata alla fine del lungomare?
Il soggetto è evidente: una madre fugge e protegge il bambino da un mostro minaccioso. E’ fango o fuoco quello che le avvolge i piedi?
Certo, tra gli elementi simbolizzati c’è la vita (la maternità); se vuoi: la storia. E in entrambi i casi, quale che sia il rimando simbolico, di conseguenza anche l’affanno. Ma anche l’amore, la speranza, il progredire (che è pure progresso) verso un punto di salvezza. Naturalmente. Tutto questo nell’atteggiamento ansioso della mamma e nel fiducioso abbandono del figlio. La donna potrebbe rappresentare le mamme di Castellammare, o la Mamma, in generale.
Esse proteggono i figli, e per essi si prodigano nel tentativo di offrirgli una prospettiva di vita più sicura e più serena. O è la stessa città, Castellammare, come compagine civile e sociale, storicamente definita (per esempio: quella romana, quella medievale, quella attuale e presente) che, già toccata dal male che l’afferra, proietta il figlio verso una riconquistata sicurezza.
E quel mostro personificato chi rappresenta? Dall’indicazione della donna (mano, sguardo) si direbbe il Vesuvio. O il mare. E se quel diavolo dalla testa alata invece di essere una forza della natura, fosse un’entità morale, o sociale? Un mostro che vive in noi, individui e collettività, e proprio per questo ci insidia da vicino? Qualcosa che la società stessa produce. Non dirmi che sono acqua e vento quelli che avvolgono la donna. Per cortesia, procurami ragguagli e notizie della sua collocazione: storiche, estetiche, sociologiche, e politiche. Un saluto affettuoso. Luigi Casale”.
FONTE: www.liberoricercatore.it –www.comune.castellammare-di–stabia.napoli.it
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