Tradotto in italiano il vocabolo che è riportato nel vocabolario napoletano come
accrescitivo di lava sta per “torrentaccio, stagno, pozza e nel significato
traslato quale “cibo molto brodoloso ed insipido”.
Per i nuclei urbani posti ai piedi di montagne o colline è
un fenomeno che si ripete ogni qualvolta le piogge arrivano abbondanti.
L’acqua trascina a valle tutto quello che non è vincolato
al suolo o che il suolo non riesce a trattenere, ma quello che è più tragico
sono i rivoli che a valle non è più possibile pulire per le coperture che su di
essi sono state praticate per ridurre i measmi provocati dai liquami in essi versati
in assenza di una sana politica del
territorio assente nei comuni posti in
alto e della mancata manutenzione del territorio boschivo che è stato alterato
per sfruttarne le capacità di attrazione che la natura contiene in se e diciamola tutta per speculare anche su quei terreni sui quali altrimenti non sarebbe possibile costruire.
L’acqua che arriva a valle mista a fogliame, sottobosco,
tronchi, rami, pietrisco e qualche volta anche con i rifiuti scaricati abusivamente nella
boscaglia non sottoposta a controlli di vigilanza, allaga le zone con dislivelli negativi rispetto al livello del mare
dove non dovrebbero neppure arrivare stando alle leggi antinquinamento emanate
nel nostro paese, allagando qualche ora dopo piazza monumento come da
sempre, da una eternità e con essa i negozi che su di essa affacciano mentre i
condotti fognari saltano in quanto misurati su portate modeste, i rivoli fanno
paura specialmente nelle zone dove sono stati coperti non potendone ispezionare
le opere vive di contenimento.
La notizia di ieri 13 settembre non mi meraviglia in quanto
in questo paese rientra il rituale del piagni- steo, del dobbiamo fare e poi non si
fa niente, di ritardi insopportabili e degli sprechi irrinunciabili.
La città e' stata invasa, come da sempre, da un torrente di
fango che ha provocato gravissimi disagi e tanta paura nella popolazione che
subisce impotente ed incapace di mettere in atto atteggiamenti politici di
rivalsa a causa delle anomali piogge che
questa mattina hanno interessato la zona.
Nelle strade si sono formati pericolosi torrenti di acqua e fango venuti giù dai comuni dei Monti Lattari. Tutto il centro cittadino si e' trasformato in un lago con oltre30
centimetri di acqua in piazza Monumento.
Nelle strade si sono formati pericolosi torrenti di acqua e fango venuti giù dai comuni dei Monti Lattari. Tutto il centro cittadino si e' trasformato in un lago con oltre
La notizia non risale all’epoca del diluvio universale ma
al tredici settembre di quest’anno e sapete quanti anni sono passati da quando
in un’occasione.
Anni addietro, quando abitavo ancora a Torino e viaggiavo con una 128 della Fiat che aveva uno
spinterogeno che rischiava di fermarsi alle prime gocce di pioggia nel dover
raggiungere i miei familiari in via Cosenza nelle prossimità della chiesa di
san Marco pensai di scansarla nella parte nella parte piana che già risultava
allagate e di fare la strada della passeggiata archeologica.
Nel breve tratto che si percorre da Viale Europa per raggiungerla
la macchina si trovò contro non soltanto una marea d’acqua che arrivava da
Gragnano e da Monte Pendolo in particolare. Quei pochi metri diventarono un thriller
fino a quando non lo superai procedendo a una velocità modesta ma sicura. Quando
riuscii a svoltare non mi sembrò vero di aver attraversato quel mare di acqua e
fango.
Lo spinterogeno una volta tanto aveva superato la sua crisi
e mi aveva permesso di mettermi in salvo con tutta la mia famiglia che cercava
di darmi coraggio.
Più di una volta avevo avvertito colpi molto forti sul
davanti della carrozzeria mentre mi passavano a fianco rami e pietre di ogni
tipo, acqua del colore di pozzolana, fogliame
trascinato senza requie dalle pendici molto ripide di Monte pendolo,
fascine e non so quante altre risultanze.
Fu il momento più lungo della mia vita, quello che l’avrebbe
potuta cambiare trasformandola in tragedia come le tante che si verificano in
questi frangenti.
E i lavaroni cone una nota di colore indispensabile
continuano a verificarsi dando all’economia della cittadina il volto di chi è atato funestato e chi sa
quando verrà aiutato e di quelli che ne ricavano un guadagno, un’occasione di
lavoro che l’edilizia invernale non sempre consente quando piove.
Le fogne vanno liberate, la piazza e le vie pure e i camion
incominciano a viaggiare su e giù per le strade cittadine spostando quei
rifiuti che sono arrivati a valle senza badare all’idoneità dei luoghi dove
verranno sistemati.
Prima che il fango si asciughi giù altra acqua, che non è
un lavarone, con autobotti per toglierne i residui dalla strada.
Il mare per alcuni giorni cambia colore, sembra il mar giallo o il mar rosso dei pomodori che Cirio vi scaricava, un mare che aveva fatto tanto per riacquistare il colore naturale e la sua salubrità ma non riesce proprio a venirne fuori dalla cloaca che lo hanno fatto diventare.
Il mare per alcuni giorni cambia colore, sembra il mar giallo o il mar rosso dei pomodori che Cirio vi scaricava, un mare che aveva fatto tanto per riacquistare il colore naturale e la sua salubrità ma non riesce proprio a venirne fuori dalla cloaca che lo hanno fatto diventare.
LA CRONACA
La città di Castellammare di Stabia in mattinata per un'ora è stata invasa da un torrente di
fango che ha provocato gravi disagi e tanta
paura nella popolazione a causa delle forti piogge. Nelle strade si sono
formati pericolosi torrenti di acqua e fango venuti giù dai comuni dei Monti
Lattari: da Casola di Napoli, da Lettere, Gragnano e Pimonte, e le fognature
non hanno retto alla pesante libecciata. Allagamenti di scantinati, strade
trasformate in torrenti, un'onda di fango riversatasi dalle colline alle
pendici del Monte Faito ha invaso il Centro antico. Salita piazza Grande e via
Cognulo hanno rivissuto la paura dell'inondazione che interessò la stessa zona
quindici anni fa. Tutto il centro cittadino si è trasformato in un lago con
oltre 30 centimetri
di acqua in piazza Monumento. Le immagini degli allagamenti e dei torrenti di
fango sono state subito pubblicate su Facebook dai cittadini che hanno filmato
e fotografato l'eccezionale allagamento nei vari punti della città.
Innumerevoli le telefonate ai vigili del fuoco e ai Vigili urbani che sono
dovuti intervenire soprattutto in località Panoramica, sulla Strada statale
sorrentina, dove il disagio per il fiume di fango che proveniva dalla località
Madonna della Libera ha fatto temere per la circolazione.
Il
sindaco Bobbio commenta: «A Castellammare il sistema di
drenaggio urbano ha retto all’eccezionale temporale che si è abbattuto sulla
città, provocando solo pochi e isolati casi di allagamento e situazioni di
criticità. Che, in ogni caso, sono stati prontamente neutralizzati, nei loro
effetti potenzialmente più dannosi, grazie al lavoro congiunto del personale
dell’ufficio tecnico comunale, della Multiservizi, della Protezione civile
comunale e delle Associazioni Cems, Ross e Copaso».
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