Castellammare. I colleghi donano un'ora di stipendio per aiutare Antonio, malato di leucemia
«E’ finito un incubo, sembrava
un’odissea ma fortunatamente è andato tutto per il meglio e posso solo
ringraziare i miei colleghi». A parlare è Antonio D’Apice, l’operaio 51enne in
lotta contro un mostro terribile come la leucemia che era stato licenziato dalla
Buttol, la società che gestisce il servizio d’igiene urbana a Castellammare di
Stabia, perché aveva finito i giorni a disposizione per curarsi. Ieri, al
termine di un lungo incontro tra il sindaco Antonio Pannullo e i vertici della
ditta, la Buttol ha deciso di riassumerlo anche se in aspettativa non
retribuita. In pratica la società lo riprenderà in servizio per garantirgli la
possibilità di far parte del prossimo passaggio di cantiere (la Buttol sarà
sostituita nell’appalto da Igiene Urbana, la società che s’è aggiudicata la
gara per i prossimi 5 anni) ma senza versargli lo stipendio per i prossimi due
mesi. E qui s’è attivato il grande cuore dei suoi colleghi di lavoro. Infatti,
i 160 operatori ecologici in servizio a Castellammare hanno deciso di avviare
un patto di solidarietà interno. Ognuno di loro rinuncerà a un’ora del proprio
stipendio proprio per garantire la mensilità anche ad Antonio D’Apice. Una
decisione che consentirà al 51enne di tornare a sottoporsi alle visite
specialistiche, post-intervento, a Milano.
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