Giovedì, 22 Settembre 2016 12:05
Castellammare e le opere di interesse storico destinate all'oblio news
a cura di Massimo Santaniello
E' visibile a tutti che la nostra città versa in completo stato di abbandono. Dovunque il degrado urbano, sociale e culturale avanza inesorabilmente. Tante amministrazioni hanno promesso investimenti nella cultura basandovi spesso la campagna elettorale. Ormai si sono susseguite intere generazioni ed opere di interesse storico che in altri luoghi avrebbero suscitato l'interesse dell'intera comunità in questa città sono destinate all'oblio. Citando l'esempio della Reggia di Quisisana si capisce come la politica e la burocrazia siano capaci di tessere delle trame intricate che nemmeno i più esperti addetti ai lavori riescono a risolvere. Erano gli anni '50 quando la Reggia venne restituita al comune.e da quel momento esposta al saccheggio e al degrado. Nessuno si è preoccupato di stilare un inventario per verificare cosa era stato consegnato nelle mani dei privati che ne curavano la gestione (Cosa che venne effettuata puntualmente negli anni '30) e cosa veniva restituito al comune. Ma la cosa più grave è costituita dall'abbandono della struttura per circa due generazioni, durante il quale si è lasciata deperire al punto tale da non poter salvare più nulla. Oggi la Reggia pur conservando il suo fascino è solo una brutta copia dell'originale. A distanza di oltre sessant'anni e decine di milioni di euro spesi non si riesce nemmeno a dare una destinazione decorosa ad una dimora reale che ha segnato la storia di Castellammare di Stabia. La stessa sorte è toccata agli scavi di Stabia, riportati alla luce negli anni '50 e lasciati sommergere dagli abusi edilizi oltre alle ceneri del Vesuvio. Anch'essi dopo sessant'anni attendono un progetto di rilancio,
La stessa sorte sta subendo il Complesso Monumentale della chiesa di Santa Maria della Pace nel cuore del Centro Antico. La situazione è sempre la stessa, la struttura è stata murata e abbandonata da decine di anni, con tutte le opere d'arte presenti nella chiesa e gli affreschi del chiostro risalenti alla prima metà del XVI secolo. Possibile che nell'arco di due generazioni nessun amministratore si sia preoccupato di far redigere un progetto di restauro di una struttura che una volta recuperata per scopi culturali andrà ad impreziosire il Centro Antico restituendo una porzione di dignità alla Città.
Le opere presenti nella chiesa sono state realizzate da pittori famosi come Sebastiano Conca. L'artista ha realizzato opere in tutta Italia e rappresentano un vanto per le comunità che hanno avuto la fortuna di possederle. Molti stabiesi ne ignorano l'esistenza perché in seguito a questo continuo e stanco trascorrere dei decenni i cittadini hanno perso il contatto con le bellezze della nostra città. L'appello che molti cittadini rivolgono alle autorità è quello di non consentire più l'abbandono di edifici di interesse storico, ogni opera distrutta cancella un pezzo di storia della città e del suo illustre passato. Per anni le amministrazioni hanno investito su opere pubbliche di grandi dimensioni dimenticando o per meglio dire disinteressandosi del patrimonio culturale cittadino che non ha nulla da invidiare alle più note città d'arte.
Ma la lentezza è anche dovuta alla gestione politica degli incarichi di progettazione, spesso affidati all'interno degli uffici comunali, con il risultato che la macchina comunale è andata in tilt rallentando il lavoro amministrativo ordinario e producendo progetti con il contagocce. Spesso si ha la sensazione che i progetti siano finalizzati solo all'acquisizione di fondi pubblici e non destinati per l'utilità e il benessere della collettività. Questo modus operandi ha impoverito il livello culturale dei cittadini, ha praticamente lasciato al degrado l'intera città. Ovunque si ha la sensazione di vivere in una città allo sbando. Uno dei pochi esempi di città dove il centro rappresenta la periferia più degradata.
Eppure la storia è ricca dei nomi di illustri artisti stabiesi e solo perché nati nel mezzogiorno d'Italia e in questa Città non hanno avuto il giusto riconoscimento. Mi rendo conto che la città ha mille priorità e il recupero degli edifici storici deve essere una di queste. Serve solo preparare i progetti per ogni singolo intervento avvalendosi della collaborazione delle numerose associazioni attive sul territorio, Occorre una nuova strategia "ricercare le fonti di finanziamento per realizzare opere che non devono essere finalizzate al solo recupero dell'edificio ma devono creare le condizioni per il recupero sociale dell'intero quartiere in cui esse ricadono".
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