Prima non l’avevo mai
adoperato. A Mezzapietra c’ero stato poco e in campagna se ne faceva poco uso
utilizzando teli cerati. Quando piove si corre sotto a un riparo sicuro contro
i fulmini, ma nel 1944, il 28 agosto l’ombrello fu proprio necessario aprirlo
per ripararsi dalla cenere eruttata dal Vesuvio che per alcuni giorni coprì
abbondantemente i tetti delle case e le strade e tutti quelli che erano
costretti ad uscire per approvvigionarsi o altro avevano bisogno di ripararsi
per non prendersela addosso.
Fu necessario tenere le
finestre chiuse e proteggersi le vie respiratorie come fanno i caw boy. La
cenere fu raccolta e successivamente utilizzata come concime in campagna e per
i bucati per diverso tempo.
Manco a farlo apposta,
come adesso succede con i “vuò cumprà”, giravano per le strade persone che
portavano in spalla una specie di cassetta come una faretra offrendosi però di
riparare ombrelli per una spesa che sembrava irrisoria a fronte di qualche ora
di lavoro.
Le
riparazioni consistevano nella sostituzione di qualche ferro che si era storto
o sganciato dalla cupola di stoffa e non era più utilizzabile o di assicurarlo
in maniera ferma al resto della struttura.
L'ombrello è un oggetto che serve a
riparare l'uomo da eventi naturali indesiderati quali la pioggia,
la neve,
la grandine
o il sole
troppo caldo (Infatti la parola ombrello
deriva proprio da ombra,
a dimostrazione che i primi servissero proprio per ripararsi dal sole). Ha una
struttura abbastanza semplice, ma ingegnosa e particolarmente efficace contro gli avvenimenti atmosferici
ad eccezione del vento che lo riduce molte volte, quando non si fa in tempo a
contrastarlo, in maniera inservibile ed irreparabile da cui è possibile
recuperare solamente alcuni elementi che
possono tornare utili per le riparazioni su gli altri
Fino al
Settecento l'ombrello che era costruito con la pelle e, successivamente, con tela cerata,
è rimasto un oggetto in uso solo fra i nobili e le classi abbienti e nelle
uscite era portato e retto da un servo come distintivo onorifico.
Per la
pioggia si usavano mantelli e cappucci. Solo nell'Ottocento si è iniziato a
diffondere l'uso dell'ombrello come parapioggia. Occorre dire che anche oggi in
molti paesi del Nord Europa l'ombrello viene considerato come un accessorio un
po' stravagante e preferiscono bagnarsi, piuttosto che portarne uno.Non si conosce
con precisione né il periodo, né il luogo in cui l'ombrello fu inventato. Si
pensa derivi dall'oriente (Cina,
India o
Giappone);
alcuni ritengono fosse presente anche nell'antico Egitto. In Cina era
associato (fin dall'epoca preistorica) al culto dell'Imperatore, come oggetto
sacro; nell'Egitto dei faraoni era consentito usarlo solo ai nobili; in Giappone
proteggeva i samurai
ed ora è un vero e proprio simbolo nazionale. Nella Grecia classica era
utilizzato prevalentemente dalle donne nell'ambito del culto di Dionisio,
mentre durante l'Impero Romano era usato come accessorio di abbigliamento
vezzoso e seducente dalle donne più ricche. Infine entrò anche nell'iconografia
pontificia come oggetto di pertinenza del papa. L'ombrello è un
oggetto antichissimo, che ha avuto durante i secoli varie funzioni, ma non
quella per cui è utilizzato oggi, che è di riparare dalla pioggia.
L’Ombrello è composto da un’asta alla cui sommità e
assemblata una corona metallica alla quale vengono agganciati i ferri o le stecche
sulle quali sarà appoggiata la cupola fatta di panno resistente o addirittura
di seta che dovrà ripararci dalla pioggia o dal sole con aggancio fisso in cima
all’asta e con cuciture all’estremità dei ferri che in alcuni casi finiscono
appuntiti per agganciarvi cappuccetti che facilitano la messa in opera della
copertura. Le stecche sono agganciate per mezzo di braccia più corte a un
anello che abitualmente facciamo scorrere verso sull’asta per chiuderlo o
tenerlo aperto. La posizione stabile dell’apertura è assicurata da questo anello
che viene tenuto fermo da un dispositivo a molla che va ad incastrarsi in un
feritoia provocata al suo interno o che scavalca. Per richiuderlo bisogna
liberare l’anello scorrevole dal gancio di fermo e riportarlo verso
l’impugnatura che nel tempo ha assunto diverse forme a secondo dell’uso
supplementare che si fa dell’ombrello stando alla sua robustezza. Da diversi
anni gli ombrelli si sono accorciati e finiscono in borsetta, ma sono diventati
molto grandi per diventare ombrelloni per fare ombra al mare o nelle aree
destinate al consumo davanti a bar, paninoteche ed altro.
Nessun commento:
Posta un commento